Erano passate due ore da quando si era stesa a letto.
Si era infilata il vestito da notte, un leggero vestito bianco in seta che usava per dormire, o per stare in camera la mattina quando era troppo presto per la colazione.
Aveva già socchiuso la porta, faceva sempre così per far capire che stava dormendo, e si era stesa a guardare la flebile luce del giorno sparire per lasciare il castello nel buio più totale.
Ma non riusciva a dormire.
I suoi pensieri continuavano a ripercorrere quei brevi momenti con Acheron, al tramonto, e di come gli era stata pericolosamente vicina.
Per un attimo aveva temuto, o forse sperato, che la baciasse, e si vergognava di essere arrossita così facilmente.
Non poteva dargliela vinta.
Era quasi convinta che ad un certo punto anche lui si fosse fatto rosso in volto, e di nuovo la convinzione si era riversata nella speranza.Passi.
Passi che interruppero la semiveglia di Caitiyn.
Stette con gli occhi aperti, girata su un fianco verso la porta, ad ascoltare.
Li riconobbe quasi subito, d'altronde sentiva sempre solo quelli.
Acheron che si aggirava nei corridoi del castello.
Ebbe un deja vú fortissimo, ma stavolta si mise seduta a guardarlo.
E lui la notò.
Si giró verso di lei, canottiera di cui ora notava il grigio del tessuto e il candelabro con il cero consumato che gli illuminava il volto.
La porta socchiusa ora era aperta per metà, con Acheron che guardava Caitiyn avvicinarsi a lui con un'espressione quasi spaventata.
La ragazza si era infatti alzata dal letto e aveva attraversato a piedi scalzi la stanza fino al corridoio dopo la porta,e ora puntava al corvino.
-Acheron..
Le parole sussurrate di Caitiyn richiamarono del tutto l'attenzione del ragazzo, che ora la guardava meglio meglio occhi.
-cosa stai facendo.. vai...
gli tremava la voce, parlava pianissimo.
La preoccupazione della bionda aumentò, e si ritrovò ad abbracciarlo quasi a consolarlo per qualcosa che non conosceva.
Da quella posizione sentiva il cuore di Acheron, un qualcosa di troppo surreale anche per lei, che non credeva che potesse averne uno.
La ragazza sentì la mano libera di Acheron posarsi sulla sua schiena, quasi come per tenerla stretta a sé, e, anche se illuminato solo da una candela, sul suo volto si poteva intradere il rosso accesso delle guance.
Un ticchettio lieve prese a picchiettare le finestre.
Pioggia, si disse Caitiyn.
-il cielo sa quand'è il momento giusto per piovere...
La frase sussurrata dal corvino fece trasalire la ragazza, che non si aspettava una qualche parole dal ragazzo.
Alzò il candido volto per guardarlo in volto, e si ritrovò un Acheron dalle palpebre quasi chiuse, i capelli in disordine e il respiro lento.
Le labbra non erano chiuse del tutto, come se aspettassero un eterno bacio che avrebbe messo in ordine tutto il suo essere.
Odiava doverlo ammettere, ma l'aria sbarazzina e pigra gli donava, e soprattutto gli ricordava qualcosa.
O per meglio dire, qualcuno.Stese a letto Acheron, dalla parte sinistra e ben rifatta del letto.
Non conosceva la via per camera sua, non c'era mai stata, e inoltre aveva troppa paura a girare di notte per il castello senza lui che le facesse da guida.
Lo guardó addormentarsi immediatamente, e gli posò una coperta sopra per coprirlo dal freddo che la pioggia stava portando
(Non che prima facesse caldo, però).
Spense il candelabro che aveva sottratto dalle sue mani, e lo appoggió sul comodino, affianco a un paio di libri che non aveva ancora letto.
Sfilò le pantofole calde e si infilò fra le coperte, godendosi la sensazione che si provava a stare al calduccio in mezzo a una stanza gelida.
Chiuse gli occhi.
Il rumore della pioggia era rilassante.
Non ebbe tempo per pensare al perché di tutta la scena di Acheron, al perché dei suoi occhi spaesati e l'aria confusa.
E non ebbe il tempo di metabolizzare che lo stesso ragazzo che ogni giorno sembrava sempre così distante ora era lì, accanto a lei, che sentí lo scricchiolio del letto.
E, un secondo dopo, Acheron era girato verso di lei.
Anche da addormentato sapeva un buon profumo.
La ragazza si mise di fianco per dormire, o almeno provarci, con lo sguardo fisso nella direzione della porta per ignorare il corvino.
Calore.
Calore al livello del suo fianco, a dir la verità.
Ci mise un secondo a identificare la mano di Acheron che quasi la tirava.
E poi un altro sussurro, confuso per il rumore della pioggia che batteva sulle finestre.
Ma Caitiyn riconobbe il suo nome./yo, l'autrice che vi parla.
sono un po' in ritardo per il capitolo ma avevo greco da studiare.
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HIRAETH
RomansaTutti abbiamo bisogno di rifugiarsi in qualcosa ogni tanto. Qualcosa di irreale e distante. Ma caitiyn no. Non ha bisogno di andare da nessuna parte, perché è già dentro la realtà che vuole. o almeno così crede. TW : possibile menzionamento di sangu...