Capitolo 5

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Ezibeth serví la cena alle 8:30 precise, e non fece nessun commento a trovare il silenzio più totale nella grande sala.
Posò la bistecca sul piatto di Acheron, che Caitiyn trovò troppo al sangue a solo vederla.
La carne di caitiyn era normale, cucinata al punto giusto e con un pizzico di erbe sopra che la ragazza non riconobbe.
Appena la cuoca fu congedata da un grazie del principe, e un leggero sorriso della biondina, se ne andò velocemente.
La bassa statura della donna divertí Caitiyn, che si diede subito alla bistecca senza aspettare Acheron: non si era accorta di avere tutta quella fame.
Mentre tagliava il primo pezzo di carne, però, si accorse del sorriso troppo sincero che le stava rivolgendo il corvino.
-perché mi guardi? ti diverti a vedermi tagliare la cena?
-mi diverte vedere che sei così affamata. tutto qua.
-hai uno strano senso dell'umorismo.
faremo mai una conversazione senza punzecchiarci?
-tu che ne dici?
Acheron taglió a sua volta un pezzo della bistecca, mentre caitiyn iniziava a masticare il primo boccone.
-cosa stavi dicendo del rumore in camera tua?
-cerca di entrare.
-cosa cerca di entrare?
-una lettera. non lo so cosa sia, non passa per il vetro.
rispose infine la ragazza, con un velo di delusione nella voce, e il ragazzo scoppió a ridere, con la forchetta a mezz'aria.
-perché ridi scusa?
-scusa, scusa veramente. ma vederti  così convinta su questo mi fa ridere. pensavi fosse magico?
-È tutto magico qui dentro! che ne so io.
-beh il vetro no. non tutto almeno.  e in realtà sono io che rendo magiche le cose qui.
Lo ascoltò in silenzio, riflettendo sulle sue parole e in effetti era vero.
Però lei era là dentro, e non l'aveva resa magica.
-sei delusa di nuovo, ti si legge in faccia.
-hai detto che rendi le cose magiche qui dentro. perché io non lo sono allora?
-tu sei già magica, biondina.
Caitiyn non riuscì a trattenere il rossore che le infiammó il volto.
Acheron le faceva questo effetto, poteva sembrare che lo odiasse ma al minimo complimento che le faceva avvampava.
E lui lo sapeva benissimo.

Quando entrambi ebbero finito di mangiare Acheron si alzò, aspettando che la ragazza facesse altrettanto.
Quando lo deve, lei trovò il coraggio di parlare di nuovo.
-dove vai?
-vieni con me. andiamo a fare una passeggiata per smaltire la cena, voglio farti vedere una cosa
Lei annuì in silenzio e aspettó che Acheron iniziasse ad uscire per poi seguirlo.
-dove stai andando?
chiese la ragazza dopo che il corvino ebbe imboccato l'ennesimo corridoio che non conosceva.
Dalle grandi vetrate si vedevano solo le montagne, con la neve colorata di rosso per un probabilmente tramonto.
Il tempo intorno al castello era strano: le ore di luce erano poche, dalle 11 alle 9.30 circa, e il resto era notte fonda.
Caitiyn era abituata a svegliarsi presto, alle 8, ma a colazione non trovava mai Acheron.
Si era abituata a quel tempo strano, ma non riusciva a cambiare le sue abitudini per seguire quelle del ragazzo, si addormentava troppo tardi per i suoi gusti. sempre che dormisse, qualche volta.
Seriamente, come faceva a rimanere tanto sveglio ed avere sempre la pelle perfetta?
Nessun' occhiaian, aspetto impeccabile.. occhi sempre vivi che sembravano scrutare tutto. e il sorriso.. quando sorrideva, s'intende. ma quando lo faceva..
Troppo intenta a seguire i suoi pensieri non si accorse della scala veramemte troppo stretta che aveva iniziato a salire lui, lasciandola indietro di qualche gradino.
-biondina, hai intenzione di salire o vuoi rimanere lì sotto ad aspettarmi?
Caitiyn finalmente si distrasse e lo guardò, notando solo ora la distanza fra i due.
-arrivo. non mi ero accorta che eri salito.
-come fai a non accorgerti di una scala? così alta, poi.
-stavo pensando..
-stai sempre pensando tu, scommetto a me
La faccia arrossata di Caitiyn fece intendere ad Acheron che la risposta era sì.
-non sei brava a mentire
-ma non ho detto nulla!
-infatti
La ragazza prese a salire le scale, obbligandolo a proseguire a sua volta.
In cima alle scale c'era una botola, che si aprí alla sola vicinanza con il corvino; uscita da quella si ritrovò su un terrazzo che non aveva mai notato, talmente tanto in salto che non riusciva a vedere la valle sotto.
Il freddo la colpí insieme allo stupore, dopotutto aveva nevicato parecchio quel giorno, e prese a tremare come una foglia.
Il sole aveva già iniziato a calare dietro le montagne, da qui si spiegava il colore rosso della neve visto prima, ma sembrava scurirsi ancora di più: non aveva mai visto tante sfumature di colore tutte insieme, che per un attimo si dimenticò del freddo pungente.
Acheron le si avvicinò da dietro, guardando nella sua stessa direzione, mentre si toglieva la giacca nera e la poggiava sulle spalle di Caitiyn.
-ti piace?
-è bellissimo...perché non me l'avevi mai fatto vedere?
-non ce n'era mai stata l'occasione, e poi, c'è qualcosa di più bello nel castello. lo preferisco a questo.
La ragazza rimase seriamente colpita, sia dalle parole che dalla giacca intorno alle spalle: non era abituata a quella vicinanza con lui.
Le posò una mano sulla spalla, tenendola vicina a lui, con lo sguardo fisso sul tramonto e l'espressione seria.
Quando si giró a guardarlo, però, si ritrovó a faccia a faccia con un Acheron intento a guardarla.
Il rossore del tramonto riuscì a nascondere il viso in fiamme della ragazza, che distolse lo sguardo in fretta: gli occhi del ragazzo erano troppo ipnotico, rischiava di perdersi a guardarlo.
il buio li avvolse entrambi.
Si sentì un piccolo rumore, come una scintilla.
E Caitiyn si ritrovó nella sua stanza, a domandarsi se era stato tutto un sogno.
Un bellissimo sogno.




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