¶Capitolo 2

1.3K 84 6
                                    

*Presente*

|Kennerly's pov|  

«... La meccanica applicata alle macchine, è una branca dell'ingegneria che ha lo scopo di studiare il comportamento dei dispositivi meccanici di interesse applicativo utilizzando la metodologia ed i risultati della meccanica teorica. A rigore sono parte della meccanica applicata anche la fluidodinamica applicata e la scienza delle costruzioni, ma il campo di studio di tali discipline è talmente vasto che sono ormai divenute branche indipendenti dell'ingegneria. Al momento la meccanica applicata si occupa principalmente dello studio dei sistemi meccanici di interesse applicativo costituiti da corpi a comportamento rigido dei quali si studia la cinematica e successivamente, una volta note o ipotizzate le forze agenti, la dinamica» terminai così la mia tesi di ingegneria.

«Bene signorina Queen, un'esposizione eccellente, tra venti giorni riceverà i risultati e le verrà comunicata la data della consegna delle lauree, grazie.» disse il professor Stevens porgendomi la mano, la strinsi e ripetei il gesto con il resto dei docenti.

Appena uscii da quella grande aula, allargai la cravatta che mi stava soffocando e decisi di festeggiare in qualche fast food. La voglia di schifezze prese il sopravvento e le diedi retta senza obbiettare.

«Salve. Mmh, un cheese burger, patatine e una Coca-Cola grande... Grazie» dissi un po' imbarazzata.

«... Arriva subito» rispose la commessa dall'altro lato del bancone, porgendomi il vassoio con la mia ordinazione e mi allontanai sedendomi ad un tavolo un po' isolato per stare tranquilla.

Mentre assaporavo quella delizia che ogni tanto mi permettevo, osservavo i bambini felici che correvano da tutte le parti: c'era chi rideva, chi piangeva e chi tirava il dito al padre e l'orlo della maglietta della madre per farli sbrigare.
Sarebbe piaciuto anche a me avere un padre e una madre così premurosi, che fossero stati orgogliosi e contenti della la propria figlia che tra qualche settimana avrebbe ricevuto una laurea.
Una lacrima fuggitiva uscì dal mio occhio ma non persi tempo ad asciugarla e mi godetti la giornata.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Dopo qualche ora di svago e relax, tornai al mio appartamento per riposare un po' prima di andare a lavoro. Finalmente la signora Smith sarebbe stata fiera di me.
Lavoravo part-time nella sua attività da due anni e ormai era come una seconda madre per me. Possedeva una piccola ferramenta che gestiva assieme al marito, Mike, un uomo pieno di allegria e sempre sorridente.  Ricordo ancora il mio primo giorno di lavoro, quando entrai in quel negozietto così accogliente e lì, dietro la cassa, vidi per la prima volta la signora Smith. Mi accolse con un caloroso abbraccio materno sussurrandomi all'orecchio un 'Benvenuta in famiglia!' e da quel giorno i signori Smith divennero la mia famiglia.

Al ricordo dei vecchi tempi persi la cognizione del tempo, stavo facendo tardi a lavoro, perciò aprii l'armadio e presi una maglietta con la stampa 'Hardware Store', un jeans e delle comode scarpe da tennis.
Andai all'ingresso e presi le chiavi di casa, la borsa, il telefono e le cuffie.

Qualche minuto dopo arrivai al negozio e vi trovai i due ad aspettarmi.

«Oh cara, siamo così fieri di te» disse Mary, la signora Smith, che mi venne incontro di già commossa, con il suo solito caloroso e confortante abbraccio con il quale mi espresse il suo affetto.

«Ma- ma come fate a saperlo?!» chiesi stupita fissando Mike.

«Piccola Kenny, vedi io so sempre tutto... Oh dai vieni fatti abbracciare» mi intimò quest'ultimo ridendo, mi staccai da Mary e mi avvicinai a lui,  abbracciandolo forte.

«Okay, okay ora  tutti a lavoro tra dieci minuti si apre!» disse Mary e ridemmo tutti.

Mi diressi al ripostiglio e posai giubbino e borsa, legai i capelli in una coda e andai ad aprire la porta. Che il lavoro inizi!

Circa mezz'oretta dopo arrivò il primo cliente e lo aiutai, come al solito, fornendo gentilmente più informazioni possibili sulla merce.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

«Kenny fa una pausa, mi occupo io del cliente» mi intimò Mike quasi due ore dopo dell'apertura pomeridiana, feci cenno di sì con la testa e andai nel retro del negozio dove avevo installato un cucinino e una macchinetta del caffè che avevo riparato qualche mese prima. Feci un caffè lungo per me e Mary, ne usciva pazza soprattutto con una macchietta di latte, mentre portavo il suo a Mary ne sorseggiai un po' del mio e tornai subito ad aiutare Mike.

«Ecco a lei, grazie per averci scelti e arrivederci» dissi sorridendo ad un cliente.

«Arrivederci» disse e uscì.

«Kenny noi andiamo a casa, puoi chiudere tu stasera?» mi chiese Mary, baciandomi la fronte.

«Certo andate pure tranquilli, buonanotte» risposi abbracciandoli, dopo di che andarono via.

Rimisi a posto qualche oggetto caduto, spazzai per terra e aspettai che arrivasse qualcuno.
Poco dopo un uomo incappucciato entrò col fiatone, io mi irrigidii all'istante, lui come se non mi avesse vista si perse in qualche corridoio ed io tornai subito dietro al bancone, aspettandolo.

Tornò con molti barattoli di vernice, pennelli, carta adesiva e altri materiali per ristrutturare. Posò il tutto sul banco, con sguardo basso uscì il portafogli. Io iniziai a conteggiare il tutto e un po' intimorita dalla sua statura, più o meno, possente dissi «il tutto è 25 dollari e 60»

«Si... Mmh, certo aspetti un attimo» alzò lo sguardo e sotto la luce intravidi il suo volto.

«Ecco a lei» mi porse i soldi e i nostri sguardi si incontrarono per qualche istante e ci fissammo.

«Salve... Io sono Anthony Stark, ma tutti mi chiamano Tony»

Iron Girl[IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora