¶Capitolo 9

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|Tony's pov|

«K- Kennerly?» dissi riconoscendo il volto della ragazza davanti a me. Non avrei mai immaginato di rivederla, cioè si l'avrei rivista ma non così presto o in quest'occasione.

Grazie a Jarvis che non mi aveva avvisato e riferito i nomi delle candidate mi ritrovai nel bel mezzo di una pessima figura.

«...Signor Stark» rispose indifferentemente Kennerly.

«Sono sorpreso di vederti, come mai qui?» ma che domanda stupida! Era ovvia la risposta.

«Sono qui per il colloquio, Signor Stark» rispose convincente.

Sorrisi alla sua risposta, bel caratterino eh!

Mi alzai dal posto di fronte al suo e mi sedetti accanto a lei. Abbassò il viso e dolcemente glielo rialzai, quale momento migliore di chiarire se non questo?

«Senti... Kennerly,io v-»

«No senta lei me, non so a che gioco sta giocando, ma la informo che io non voglio partecipare,quindi la prego di non aprire discorsi non pertinenti!» spostò via la mia mano e mi fissò. Provava ribrezzo, era ovvio.

Questa volta l'avevo combinata grossa, ma ehi! Sono pur sempre quel genio, miliardario, playboy e filantropo di Tony Stark e non mi farò sottomettere da una ragazzina.

«Va bene, Signorina Queen... mi mostri la sua documentazione» dissi andando a sedermi dall'altro lato della scrivania, di fronte alla ragazza.

Mi sedetti e protesi la mano, lei sfilò dallo zainetto una cartelletta e me la porse.

Con attenzione lessi tutti i documenti. Kennerly era veramente una ragazza in gamba che aveva studiato e lavorato, cosa impossibile da trovare in certe ragazze di oggi.

Richiusi la cartelletta e mi alzai avendo un lampo di genio, presi la mano di Kennerly e la portai al mio 'laboratorio'. Tentar non nuoce.

«Bene Signorina Queen, vedo che ha frequentato per lo più studi tecnici, perciò vorrei metterla alla prova, per lei va bene?» chiesi guardandola.

«Certo, Signor Stark» mi guardò con sguardo di sfida ed io sorrisi compiaciuto.

«... Jarvis, hai già portato l'uniforme e lo scudo al Capitano Rogers?»

«Ancora no, signore. Vuole che li porti in laboratorio?»

«Si... bisognerà dargli un'occhiata» dissi guardando la ragazza al mio fianco che guardava ogni angolo della stanza meravigliata, sorrisi senza farmi notare.

Pochi minuti dopo eravamo davanti al tavolo con lo scudo di Cap sotto gli occhi, distrattamente tracciai con un dito il contorno della stella.

«Bene Signorina Queen, esamini ed esponga ciò che vuole questo armamento ,prego» dissi spostando lo scudo verso la ragazza.

«Allora... il principale metallo utilizzato è il vibranio, ovvero un metallo importato dal Wakanda, che viene poi fuso con una lega di acciaio: l'adamantio.
Il vibranio presente nello scudo permette l'assorbimento di energia cinetica di qualsiasi corpo senza ne' danneggiarsi ne' ferire chi lo usa e nel momento il cui lo scudo viene lanciato o subisce impatti duri non perderà velocità e forza d'impatto... ecco tutto Signor Stark» rispose mentre toccava e osservava l'oggetto.

«Sono sbalordito, complimenti Signorina Queen. Mi segua» dissi indicando l'ascensore, lei annuì solamente. Quando le porte si chiusero un silenzio imbarazzante si diffuse ed io di tanto in tanto sistemavo la cravatta.

«Ehm... io» iniziai senza sapere cosa stavo dicendo.

«Sì... Signor Stark» disse la ragazza guardandomi.

«V- volevo congratularmi per la sua eccellente preparazione e *din*... prego venga» per fortuna fui salvato dal suono dell'ascensore.
Tornammo al mio ufficio e mi sedetti al mio posto dietro la scrivania facendo cenno a Kennerly di accomodarsi.

«Bhe... arriviamo al dunque, ammiro molto la sua preparazione ed è ciò che mi serve per questo lavoro, ma non posso darle conferme sul momento e... e poi ho bisogno del documento ufficiale di laurea per poterla formalmente assumerla» dissi l'ultima frase molto velocemente dicendo una grandissima menzogna.

«Se l'unico problema è il certificato tra poco ci sarà la cerimonia e poi anch'io vorrei poter rifletterci su» rispose alzandosi tranquillamente dal suo posto.

«Se è tutto, io andrei...» continuò mettendosi lo zainetto in spalla.

«Certo, in tal caso le farò sapere tramite e-mail. Arrivederci» le porsi la mano, la strinse e sussurrò un 'buona giornata' e uscì dalla stanza.

Sprofondai nella poltroncina di pelle ed espirai fortemente, era ovvio che fosse perfetta per il posto di lavoro, ma non volevo essere precipitoso e non volevo assumerla per piacere, avevo bisogno di qualcuno veramente capace.

«Jarvis, dimmi che abbiamo finito» dissi dirigendomi verso l'ascensore

«Sì, Sir.»

«Perfetto io vado in camera e non disturbarmi per nessun motivo tranne che accada il finimondo, chiaro?»

«Chiaro e cristallino Signore» spiritoso lui eh!

Salii fino al penultimo piano e andai in camera mia. Tolsi la cravatta e sbottonai leggermente la camicia, e dalla grande porta- finestra osservai il meraviglioso panorama di New York.
Gente che correva, autisti che urlavano per le strade, venditori ambulanti impazziti, insomma una città molto frenetica.
Mi allontanai dalla finestra e andai in cucina, presi un bicchiere e vi versai un po' scotch. Presi un sorso ed un bruciore conosciuto e sopportabile pervase la mia gola.

Tornai in camera e mi sedetti ai piedi del letto, tirando in dietro i capelli con una mano poggia il bicchiere sulla cassapanca e mi ricordai del curriculum ancora sulla mia scrivania.

Corsi subito verso l'ascensore e quando arrivai al giusto piano entrai nell'ufficio ed il documento era ancora lì, nella sua copertina nera e bianca, un po' come il carattere della dolce ragazza che mi aveva stravolto.

Lo presi e tornai in camera leggendolo, sfiorai delicatamente la foto della fanciulla e sorrisi, cavolo Tony ma che stai dicendo?  Mi dissi schiaffeggiandomi mentalmente.
Mi sdraiai sul letto e rilessi quei fogli prestando attenzione ad ogni particolare, presi il mio telefono e le auricolari e misi un po' di musica per rilassarmi.
Osservai quei fogli fino ad addormentarmi con la cartelletta tra le mani.

Mi svegliai verso le tre del pomeriggio e stropicciando gli occhi mi accinsi alla cucina per mettere qualcosa sotto i denti. Mangiai con lentezza e misi, svogliatamente, tutto in lavastoviglie.
La noia il quella 'casa' era totale e a volte insopportabile, perciò meglio fare un giro per la città.

«Jarvis prepara la Mark 42.»

«... Fatto Signore, Mark 42 già sulla pista di decollo.»

«Perfetto!» dissi salendo fino alla pista, tenendo in mano la cartella del curriculum di Kennerly; bisogna restituirla adesso!  pensai entrando nell'armatura e spiccando il volo.

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Fatemi sapere che ve ne pare. Grazie a tutti voi lettori sono davvero felice che continuiate a leggere. 

GRAZIE!












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