¶Capitolo 8

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|Kennerly's pov|

«Mary... io vado prima, così ho il tempo di sistemare gli ultimi dettagli per il colloquio di domani» dissi sull'uscio della porta mentre l'allegra donna mi si avvicinava velocemente.

«Certo cara vai pure, ricorda di restare tranquilla e di essere sempre te stessa» disse abbracciandomi.

«Oh! Che sbadata, prima che me ne dimentichi. Ha chiamato il ragazzo di tua sorella Alexys e ci sono ottime notizie: si è svegliata dal coma, tesoro!» mi strinse ancora a se ed io sorrisi come un'ebete.

Uscii dal negozio e pensai alla mia piccola dolce Alex che finalmente apriva i suoi dolci occhioni marroni.

Odiavo ricordare ciò che avevano fatto alla mia piccolina rimasta per mesi su quel dannato letto d'ospedale, per quello stupido incidente che me la stava portando via. Ma adesso era tutto finito.

Appena arrivai a casa buttai tutto sul divano presi il cellulare e composi il numero di Rudy, il suo ragazzo.

*per telefono*

Rudy: 'Pronto?'

Io: 'Rudy! Ehi... mi hanno detto che Alex si è svegliata, come sta?'

Rudy: 'Kenny, che gioia sentirti. Ora sta bene, è stabile. Appena ha aperto gli occhi ha subito chiesto di te. Vuoi che te la passo?'

Io: 'Si, ti prego'

Alexys: 'Sorellonaaaa!'

Io: 'Piccolaa,come ti senti? Tutto bene? Ma quando ti sei svegliata? Ch-'

Alexys: 'Calma, calma DoppiaK sto bene, sta' tranquilla. Mi sono svegliata due giorni fa e mi hanno stra riempita di domande, ma sto B E N I S S S I M O!'

Io: 'Non sai quanto ne sono felice. Giuro ho solo pochi impegni questa settimana e appena risolvo tutto vengo a New Haven e staremo tutto il giorno assieme, che ne dici DoppiaA, ci stai?'

Alexys: 'Certo! le sorelle Queen di nuovo assieme. Attenzione gente, stiamo tornando! Ahahahaha!'

Io: 'Sei sempre la solita. Scusami tantissimo ma devo chiudere domani ho un colloquio con Tony Stark in persona!'

Alexys: 'Brava la mia sorellona, ti stai dando da fare! Ricorda che Tony è mio, shh non dirlo a Rudy e non combinare guai eh! Ci sentiamo domani. Ah e raccontami tutto nei minimi dettagli. Ti voglio bene DoppiaK!'

Io: 'Anch'io piccola mia! Ti voglio un mondo di bene!'

*fine chiamata*

Sentire la sua piccola e squillante voce mi mise di buon umore.

Dopo aver sistemato il caos che c'era in casa, accesi lo stereo e sistemai tutto, preparai i vestiti per l'indomani e mangiai.

Dopo una giornata frenetica e stancante decisi di fare una doccia per rilassarmi un po' e mi persi nei pensieri. Poi finii di sciacquarmi, mi avvolsi nell'accappatoio e asciugai per bene i capelli. Indossai un pigiama e mi misi a letto, stanca e stremata. E subito mi addormentai.

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*Suono della sveglia*

Un fastidioso rumore mi svegliò, mi coprii col cuscino e non ci feci più caso.

Quel dannato aggeggio chiamato sveglia suonò di nuovo, e più veloce che potei lo scaraventai giù dal comodino e andai in bagno.

Mi diedi una bella rinfrescata e misi il tailleur nero opaco e la camicetta bianca, che avevo preparato la sera prima.

Tornai in bagno, legai i capelli in una coda di cavallo e mi specchiai per vedere come mi stava il vestito e notando delle borse abbastanza scure sotto gli occhi, misi un leggerissimo strato di fondotinta, odiavo dover mettere il fondotinta ma quando serviva, serviva!

Corsi in cucina, presi un biscotto e notando l'ora tarda misi senza dare importanza delle scarpe. Presi il mio zainetto e vi misi curriculum, chiavi, cellulare, cuffie e un pacchetto di chewin-gum alla menta.

Chiusi alle mie spalle la porta e scesi velocemente le scale, uscii il mio skate dallo zaino e iniziai a darmi velocità spingendo con i piedi.

Per fortuna le strade erano sgombre e non ci furono intoppi.

Arrivata sotto l'enorme grattacielo che si protendeva sopra di me, posai il piccolo skate nello zaino e lisciando il vestito entrai nell'edificio. Era tutto un correre e parlottare, la gente correva con il caffè in mano e si affrettava a raggiungere la propria postazione di lavoro.

Enormemente spaesata mi avvicinai alla segreteria e chiesi gentilmente alla signorina che mi trovavo davanti dove fossero i colloqui per il posto di lavoro, senza guardarmi indicò l'ascensore e disse solamente "cinquantesimo piano".

Andai verso l'ascensore e quando le porte si aprirono venni investita da gente che sgattaiolò via, dopo il breve imprevisto entrai e un uomo muscoloso e alto mi si affiancò.

«A che piano va, signorina?» chiese osservando il pannello con tutti i numeri dei piani.

«C- cinquantesimo» risposi titubante.

Schiacciò il tasto e pochi attimi dopo il 'din' e l'apertura dell'ascensore, uscii il più veloce possibile.

Mi ritrovai in un corridoio pieno di donne bionde nei loro abiti costosi, con tacchi almeno di quindici centimetri, che mi fissavo disgustate.

Abbassai il viso e notai di aver indossato delle Vans nere, alzai la testa facendo finta di nulla.

Gli occhi di tutte quelle ragazze era ancora puntati su di me ed ero leggermente in imbarazzo così feci un colpetto di tosse e tutte tornarono a fissare le loro cartellette.

Dopo pochi minuti una voce metallica, Jarvis, iniziò a fare entrare una ad una le ragazze.

Ogni colloquio durò meno di dieci minuti e ognuna usciva con un'espressione triste o addirittura piangendo,  doveva entrare ancora una ventina di ragazze, perciò presi dal mio zainetto Honey, il mio droide-cricetino, che avevo costruito ad un corso pochi anni prima. Trascorsi venti minuti ad accarezzarlo ed a giocarci, poi venni distratta dalla stessa voce che chiamava le ragazze.

«Signorina Queen, prego il Signor Stark la attende»

«C-certo» risposi riposando Honey e avvicinandomi alla porta su cui erano incise due grandi 'S'.

Prima di entrare guardai dietro di me e non c'era più nessuna. Una leggera ansia mi assalì, le mani iniziarono a sudare ma non gliel'avrei data vinta.

Feci un profondo respiro ed entrai in silenzio.

Lui era girato verso le grandi finestre che offrivano uno stupendo panorama di New York.

«...Si sieda» disse come annoiato, io mi sedetti non fiatando, ma con la solita fortuna mi cadde a terra la cartelletta con il curriculum, mi chinai per prenderla e sentii il rumore della sedia girevole di fronte a me.

Quando mi rialzai e posai il documento sulla scrivania, alzai il viso e notai la sua espressione accigliarsi. Era un misto tra il sorpreso e lo sconvolto.

«K-Kennerly?» chiese alzando un sopracciglio.

«...Signor Stark» risposi atona.

«Sono sorpreso di vederti, come mai qui?» chiese fissandomi.

«Sono qui per il colloquio, Signor Stark» risposi coraggiosa, stupendomi delle mie stesse parole.

Lo vidi sorridere, poi si alzò dal suo posto di fronte al mio per sedersi alla mia destra. Io abbassai il viso ma lui lo rialzò posando due dita sotto il mio mento.

«Senti... Kennerly,io v-»

Adesso mi aveva veramente stancata, voleva sicuramente scusarsi e bla, bla, bla ma io non gli diedi retta!

«No senta lei me, non so a che gioco sta giocando, ma la informo che io non voglio partecipare, quindi la prego di non aprire discorsi non pertinenti!» risposi spostando la sua mano e fissandolo di malo modo.

Iron Girl[IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora