¶Capitolo 7

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|Tony's pov|

*giorni dopo*

Dopo aver sistemato ancora una volta l'uniforme di Cap e aver aggiunto dei collegamenti wireless nello scudo, decisi di tornare su per mettere qualcosa sotto i denti. Troppo stanco e pigro presi l'ascensore e salii fino al piano cucina, presi del pan carré e del burro d'arachidi mentre preparavo il toast controllai l'orologio e notai con un'espressione leggermente sconvolta che erano le quattro del mattino e che non dormivo da esattamente 17 ore. Andai in bagno e mi specchiai  tenendo le braccia contratte sui bordi del lavabo, notai delle borse sotto gli occhi molto nere, il viso per nulla riposato e della barbetta ispida che confondeva il mio amato pizzetto.

Sciacquai il viso con del acqua ghiacciata e fissai di nuovo lo specchio e pensai: "Cavolo... per la prima volta devo ammettere di essere un vero e proprio schifo." Dopo mi avvicinai alla vasca idromassaggio, aprii la valvola dell'acqua calda e dopo aver tolto i vestiti, coprii il reattore in modo da non danneggiarlo ed entrai in acqua rilassandomi chiudendo gli occhi.

Dopo una ventina di minuti in stand-by mi lavai per bene e uscii dalla vasca. Avvolsi un asciugamano alla vita e tornato in camera indossai una tuta sportiva e una maglietta a maniche corte. Mi avvicinai al letto e mi ci sdraiai pigramente. Non riuscendo a prendere sonno cominciai e fare delle ombre col reattore e fin quando il sonno vero e proprio non arrivò, giocherellai distrattamente.

|Kennerly's pov|

«Oh! Tony amore sono io! Tooony sciocchino!» disse la ragazza bionda avvicinandosi rapidamente a me e Tony. E poi il bacio...

«Aaahhh» urlai svegliandomi di soprassalto. Ancora una volta lo stesso stupido ed odioso sogno. Zuppa di sudore andai in bagno, sciacquai il viso e tornai a letto.

Ormai era da più di tre giorni che si ripeteva lo stesso sogno. Non potevo mica andare avanti così, avrei dovuto sforzarmi di non pensare a lui e farmene una ragione, infondo era solo Tony Stark...

Oh... ma chi voglio prendere in giro, certo non ero proprio innamorata di lui, ma credo che qualcosa mi attraeva. Qualcosa di eroico, strano ed entusiasmante allo stesso tempo.

«Oh... Tony, Tony, cosa mi hai fatto?» sussurrai coprendomi con le lenzuola.

Aspettai più di venti minuti ma il sonno non tornava perciò andai nel mio rifugio segreto: il tetto.

Salii sulla piccola scaletta e mi sdraiai sulla solita montagnola di cuscini, mi coprii con il plaid che tenevo di riserva e guardai le stelle. Fin da bambina amavo le stelle, quel bagliore che porta speranza, quella luce così dolce e potente allo stesso tempo.
Ricordo che quando avevo quindici anni prima che l'alcool e un tumore ai polmoni si portasse via mio padre, mi portava in un prato stupendo e osservavamo entrambi estasiati le stelle e mi ripeteva che se lui se ne fosse andato, io avrei dovuto cercarlo alla sinistra dell'Orsa Maggiore.

Ma poi quegli stupidi liquori si impossessarono di lui ed io lo persi.
Delle lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guance, le asciugai.

Rientrai in camera e chiusi la finestra, mi ristesi sul letto e sistemando le coperte, mi accoccolai al mio cuscino e mi addormentai poco dopo.

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«Buongiorno New York! Oggi è una splendida giornata, ci sono ben 31 gradi e il sole è già alto in cielo che splende» sentii la mia radio-sveglia che dopo dei mugolii di pigrizia spensi, mi alzai e preparai un bel caffè che non guastava mai. Lo bevvi tutto d'un sorso e tornai in camera a preparami per andare all'università, oggi ci avrebbero comunicato le date per la cerimonia 'solenne' delle lauree.

Decisi di vestirmi in modo più consono e serio. Presi dei jeans neri, una camicetta azzurra e delle ballerine che non sapevo neanche di avere, poi misi una giacchetta nera e mi truccai il minimo possibile cercando di non far notare le occhiaie. Dopo aver sistemato i capelli presi la tracolla e chiudendo la porta alle mie spalle uscii di casa.

Dato che l'università distava qualche chilometro, andai a casa di Mary e mi feci prestare la loro auto.

Legai la cintura di sicurezza, misi a moto il veicolo, e accendendo la radio partii.

Dopo una ventina minuti arrivai a destinazione, parcheggiai l'auto e scesi. Andai in segreteria e gentilmente chiesi alla donna di turno il modulo con data e il resto dei dati da compilare, lei mi porse il modulo, mi sedetti in un tavolo là vicino ed iniziai a compilarlo.

Bene, la consegna sarebbe stata tra meno di tre settimane.
Tornai in segreteria e consegnai il tutto e con un sorriso tornai al parcheggio.

Andai a casa di Mary e ritornai le chiavi a Mike che come sempre mi chiese ogni minimo dettaglio, dopo che gli spiegai tutto della cerimonia mi abbracciò ed io ricambiai il gesto.

Poi tornai a casa e data l'ora preparai qualcosa da mangiare.

Presi della lattuga, dei pomodori, del mais e del petto di pollo per una buona e saporita insalata di pollo.

Dopo aver consumato il mio pasto lavai tutti gli utensili e andai in camera.

Accesi il computer e trovai delle e-mail nella posta elettronica. Alcune erano dei miei colleghi di studi ma una sola attirò la mia attenzione. Era della Stark Enterprise, diceva che tra due giorni sarei dovuta andare lì per presentarmi al colloquio, portando con me il certificato di laurea e il cartaceo del mio curriculum, ma la cosa più grave era che l'incontro si sarebbe svolto con Tony Stark in persona.

E da lì iniziarono tutti i dubbi e le incertezze.
Che avrei dovuto fare?Andarci? Restare a casa? Vederlo di nuovo? Dire 'no scusi ho sbagliato'?

La mia mente fu affollata da una marea di domande, ma alla fine mi decisi a non rinunciare. Avrei fatto vedere a Tony che io non ero un giocattolino, come tutte quelle che si portava a letto, perciò risposi alla e-mail e spensi il computer.

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