¶Capitolo 11

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|Kennerly's pov|

Le labbra di Tony erano ancora poggiate sulle mie ed io ero sotto shock.
Imbambolata davanti a lui e a quel gesto così inaspettato.
Le sue mani erano strette attorno alle mie braccia, mentre quest'ultime ricadevano rigide sfiorando di tanto in tanto i fianchi per il tremolio.
Il mio cervello in quel momento era in pappa, non capivo nulla e non riuscivo neanche a reagire!
Intuii che il gesto di Tony avrebbe voluto maggiore intensità perciò, dato che non mi era facile agire d'impulso, provai a pensare qualcosa di sensato.

Avevo due possibilità:

1°. Ascoltare il cuore, ovvero lasciarmi trasportare da quel bacio e non pensare alle conseguenze;
2°. Dar retta al cervello, ovvero fermare il mio possibile capo e tirargli un bel ceffone.

Mentre non avevo ancora il controllo del mio corpo, sentii le mani di Tony scendere lungo i miei avambracci e afferrare dolcemente le mie mani.
E fu in quel momento che scelsi una terza possibilità.

Portai le mie mani al collo di Tony strattonandolo leggermente verso di me, facendo aderire perfettamente i nostri corpi e maggiormente le nostre labbra. Chiusi gli occhi godendomi quei pochi, ma intensi secondi.
Poco dopo mi staccai da quelle dolcissime labbra e riaprii gli occhi osservandolo.
Infine la svolta della possibilità e...

SBAM!

La mia mano destra si scontrò contro la guancia di Tony che riaprì immediatamente gli occhi e portò una mano alla guancia massaggiandola.
Lo vidi fissarmi con uno sguardo incomprensibile.
Mi guardava così... intensamente che non riuscii a reggere il suo sguardo e abbassai il viso totalmente terrorizzata. Portai lentamente una mano sulle labbra, toccandole, indietreggiai di qualche passo e poi rivolgendogli uno sguardo quasi dispiaciuto iniziai a correre, allontanandomi sempre di più da quell'uomo.

Corsi talmente veloce che le gambe iniziarono a cedere e di certo la gonna non aiutava di sicuro, ma imperterrita continuai a correre.
Giunsi al portoncino dell' entrata del appartamento, lo aprii e col fiatone salii anche le scale. Arrivai davanti la mia abitazione, inserii la chiave e, aperta la porta, buttai lo zaino sul divano precipitandomi al letto dove iniziai a piangere a dirotto e a singhiozzare rumorosamente, con un continuo tremolio sfioravo le labbra e il pianto aumentava.
Sbattei poi il cuscino in faccia soffocando ogni singolo singhiozzo, impregnandolo di lacrime.

Le goccioline che pian piano cessarono, seccarono sul viso data la mancanza di volontà per asciugarle. Le palpebre diventarono talmente pesanti da non riuscire nemmeno a tenerle socchiuse e in poco tempo mi addormentai.

|Tony's pov|

Era arrivato il momento giusto, non potevo lasciarla andare una seconda volta. Presi coraggio, mi avvicinai a lei e le presi la mano.

«Kennerly... aspetta, devo dirti un' ultima cosa» dissi seriamente facendola girare,in modo tale da essere l'uno davanti all'altra.

Lei disse qualcosa, ma io più veloce delle sue parole le afferrai le braccia, l'avvicinai a me e la baciai.
Sentii stranamente un qualcosa di nuovo nascere in me. Un qualcosa che non saprei descrivere, però era una sensazione bellissima.

Le nostre labbra erano unite in un dolce ed ingenuo bacio a stampo.
Io cercai di avere un maggiore contatto, ma lei non reagiva era come bloccata.
Allora dolcemente portai le mie mani sulle sue e le strinsi dolcemente, come segno di incoraggiamento. Aprii gli occhi di soppiatto e sbirciai, notando che stava come riflettendo e in un attimo vidi le sue esili braccia spostarsi verso la mia nuca e, con mio grande stupore, mi spinse verso di lei facendo aumentare in nostro contatto.
Mi beai di quel dolce momento chiudendo gli occhi rilassato.

Pochi istanti dopo, senza accorgermene, sentii un forte dolore alla guancia sinistra che poco dopo iniziò a pulsare ininterrottamente per il colpo subito. Aprii gli occhi di scatto. Istintivamente portai una mano sulla guancia massaggiandola con una leggera smorfia di fastidio, dovuta alla forza che la donna aveva applicato.
Allora lei si allontanò, terrorizzata aggiungerei, nascondendo il viso nelle mani e in un colpo d'occhio la vidi correre via da me, di nuovo.

Restai lì impalato, in quel parco ormai buio e silenzioso. Non riuscivo a capacitarmi del perché Kennerly mi avesse schiaffeggiato, soprattutto dopo aver accettato il mio contatto. Avrebbe potuto rifiutarmi e allora si che avrebbe avuto motivo di darmi quello schiaffo. E che schiaffo!

Stavo ancora rimuginando sull'avvenimento che, non mi accorsi della Mark che si avvicinava velocemente verso di me.
La vidi appoggiarsi al mio fianco, spegnere i led degli occhi e aprirsi in attesa che vi entrassi.

«Signor Stark... perchè non torna alla Stark Tower, credo di avere qualche malfunzionamento» sentii la voce provenire dall'armatura.

«Jarvis, non c'è bisogno che tu menta solo per farmi tornare a casa. E ti ricordo che per eventuali malfunzionamenti c'è l'allarme e un sotftware adatto a ripararti quando non ci sono, mister genio!» dissi picchiettando la mia solita cuffietta blu.

Entrai nell'armatura e subito partii per la Tower.
Mentre riflettevo ancora una volta sull'accaduto, cambiai rotta di atterraggio e andai a Malibù.

Atterrai, non molto tempo dopo, sui resti della mia villa ormai rasa al suolo e ricoperta di polvere, massi e pezzi di metallo qua e là.

Spesso andavo lì per riflettere o solo per rilassarmi un po' e godermi l'aria dell'Oceano e non dello smog newyorkese. Era come il mio 'posto segreto' con la differenza di essere conosciuto da tutti.
Uscii da quel manichino di metallo e mi sedetti sul bordo dell'ormai distrutto pavimento con i piedi a penzoloni verso l'acqua.
E da quel momento ebbe inizio un esame di coscienza.

'Perché mi ero fissato con quella ragazza?'

'Perché le andavo ancora dietro,se lei mi rifiutava?'

'Perché con lei mi sentivo tutt'altra persona?'

'Perché non pensavo solo a spassarmela e lasciarla su due piedi?'

'Perché lei mi faceva provare emozioni che non avevo mai percepito con altre?'

'Perché facevo di tutto pur di vederla?'

'Perché l'avevo baciata?'

'Perché mi aveva dato quello schiaffo?'

Le domande aumentarono e le mie risposte iniziarono a scarseggiare.
Mi alzai dalla comoda posizione e quasi corsi verso l'armatura frettolosamente e ansiosamente.

Date le mie domande senza risposta, perché non andare a chiedere conferme e chiarimenti alla diretta interessata?
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Non odiatemi per il ritardo ma ho già ricominciato a studiare *tosse* che palle *tosse*.
Grazie per i complimenti nel capitolo precedente. Alla prossima!
(Scusate eventuali errori)

❤(=^・ェ・^=)❤

Iron Girl[IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora