çħåρтєɾ fινє, ιℓℓυѕισи

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"Dove stiamo andando?"

Supplicavo Luke per una risposta.

"Andiamo a divertirci seriamente, altro che festa della scuola -disse, con fare incazzato- chiaro?" Digrignó i denti.

Annuii e proseguimmo sulla strada.

Stringeva il volante in modo assurdo, le nocche erano diventate bianche; teneva la mascella serrata.
Guardavo il suo profilo ammirata, mi piaceva guardarlo. Era qualcosa di diverso: ti portava guai solo a guardarlo.

"Scendi" disse, ancora più alterato.

Non fiatai e scesi, lui a ruota. Mi prese la mano ed ci avviammo verso un locale illuminato solo dalla sua insegna: Fluid. Si sentiva la musica a palla rimbombare nello stomaco già da fuori.

"Sono Hemmings, ho anche un ospite" disse ad una guardia. Quest'ultimo mi guardò stranita.

"Ogni mese una diversa Lucas, vero?"

"Non rompere il cazzo Jay, fammi entrare" senza ribattere la Guardia Jay ci fece entrare.

Una folla pazzesca occupava la pista da ballo, ma Luke non mi portò li. Mi portò nell'angolo più buio di tutto il locale.

"Ehi ehi, chi si vede" colui che parlò mi si avvicinò.

"Hood. Di sicuro ci sarà anche Clifford" sputai.

"E brava Ally. Sei sempre sul pezzo" ribatté Gordon.

Luke mi trascinó sulle sue gambe e mi prese i fianchi.

"Voglio farti prendere un sbronza di quelle potenti stasera -sussultava- come quasi un illusione"

Mi prese per mano e mi portò al bancone dove servivano gli alcolici.

"Due vodka lisce, per favore" disse.

Incominciai ad agitarmi. Non avevo mai bevuto prima d'ora e non pensavo che l'avrei mai fatto. Fumavo, si, ma bere no. Non mi convincevano le persone che dicevano 'bevi, dimenticherai'.

"Prego... Allyson, sei tu?"

Misi più a fuoco colui che avevo davanti.

"Josh?" Rimasi allibita. Non lui, non ora, "Cosa ci fai qui?"

"Mi sono trasferito da poco, ho saputo che eri qui... Volevo dirti che mi di-"

"No, zitto, cane. Luke, andiamocene"

I miei occhi minacciavano di far scendere le lacrime, non capivo più nulla.

"Allyson, fammi spiegare" implorava.

Mi allontanai a passo svelto, sbattendo anche contro alle persone che c'erano in quel luogo, tutte ubriache e puzzolenti.
Non collegavo quello che era successo. La mia vita passata l'ho dimenticata con difficoltà dopo mesi, ed è tornata in meno di un minuto.

"Allyson, Allyson, fermati" Urlava. Non lo ascoltavo.

Correvo, più veloce che potessi, con le lacrime che solcavano il mio viso.

Mi afferrarono il braccio, sbattendomi contro il petto di qualcuno.

"Ora se vuoi mi spieghi perché piangi piccola. Se ti ha fatto male, la prossima volta gliele tiro" disse, stringendomi sempre più a lui, accarezzandomi lentamente la schiena.

"Non preoccuparti" singhiozzavo "è acqua passata..."

Mi prese in braccio e mi portò in auto.

Il viaggio fu lungo e silenzioso.
Silenzio.
É la cosa più bella che ci potesse essere. Ti aiuta a riflettere.
Riflettevo sul fatto che io mi comportai come una stupida, perché potevo affrontarlo, ritornare indietro e superare le mie paure. Ma no, io sono ingenua è troppo debole per farlo.
Riflettevo anche che Luke era stato diverso. Prima mi costrinse ad andare con lui. Poi mi consolò. E ora?

"Stiamo andando a casa mia" soffiò lentamente. "Ti fermerai da me questa notte. I miei non ci sono"

"Non voglio disturbare, ma dovrei tornare a casa" dissi, con voce tremante.

"No, tu resti da me. Tuo fratello è fuori, mi è arrivata una comunicazione da Calum".

Ah. Sarà da Melany.

Accostò l'auto sul ciglio di una strada e spense il motore.

"Quella è casa mia" indicò la villa bianca e azzurra davanti a noi. Era davvero grande.

"Oh" ammisi con stupore.

"Vieni" mi prese la mano e mi guidó verso quella casa. Ci sarebbero voluti anni forse per orientarmi.

Introdusse la chiave nella maniglia ed aprí la porta.
Era buio, ma riconobbi che eravamo davanti alla sala. Enorme.
Mi portò poi in camera sua. Aveva un letto matrimoniale bianco, come tutti gli arredamenti. Le pareti erano celesti e il soffitto aveva le travi a vista, anch'esse bianche. In un'angolo, aveva un'amaca color fieno, con dietro disegnato sul muro una palma.

"Me l'hanno fatta quando avevo 6 anni" disse "in modo che mi immaginassi che fossi sempre nel paradiso marittimo delle Hawaii. Noi non abbiamo mai viaggiato.
Ti do una mia maglia come pigiama, tieni" concluse, lanciandomi una sua maglia. Nirvana.

"Cambiati pure qui, io vado in bagno" disse, uscendo dalla stanza.

Mi cambiai velocemente, con la paura che arrivasse da un momento all'altro.
La sua maglia era lunghissima, mi copriva anche le ginocchia.

"Ti sta da dio" disse, sorridendo. Quel cazzo di piercing cazzo mi mandava in pappa il cervello.

Si tolse la maglia. Altro che pappa, stava diventando vapore acqueo.

Mi indicò il letto con la testa, mi avvicinai e ci infilammo insieme sotto le coperte. Mi girai verso di lui e mi cinse i fianchi con le braccia.

"Scusami per prima" dissi, infilando la testa nell'incavo del suo collo.

"Tranquilla" disse.

Si avvicinò e le nostre labbra si incontrarono, costruendo piano un bacio lento.

Dangerous :: lhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora