VI

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Ti svegli. Fitte alla tua orbita vuota.
Ti manca. Ti manca come il calore di una madre.
Piangi dal tuo unico occhio. Asciughi e ti guardi vicino.

Sei precipitato lungo la gola.
Ti senti solo, e piccola. Volevi solo uscirne. Hai peccato cercando una via facile, una diversa, cercando una fuga, ma sei stato risucchiato da un emozione che ha creato vita propria. Sei sola.

Oggi sei solo. Di nuovo.
Nel buio. Sola coi tuoi peccati che ti lacerano l'udito. Le voci della pozzanghera crepitano, eccheggiano nella gola lunga e stretta, buia in cui sei caduto.

Uccidila. Fallo. Distruggi per disperazione. Per vendetta. Distruggila. L'amore cos'è? Cavati un'altro occhio. Matto più del matto?

Non capisci, ma il dolore ti pulsa nelle vene. Non ci vedi. Non ci vedi più e ti manca, ti manca da morire il tocco della realtà sulla tue iridi. Disconnesso dal mondo, appeso per un'occhio, dai uno sguardo alla tua vita buia. Roccia sotto i tuoi piedi nudi.

Rabbia lungo le vene.
È colpa sua. Sei finito nella gola per colpa sua. Hai trovato il matto per colpa sua. Hai perso tutto ciò che amavi per colpa sua. Odio e disgusto, frustrazione.
Ti sei fatto ingannare dalla pozzanghera, ti sei fatto ingannare dal tuo cuore stanco. L'hai persa per sempre e la odi profondamente per questo. Avresti solo voluto amarla, ma l'hai rovinata e ti sei lasciata rovinare tanto da renderlo odio in una scatola di cioccolatini.

Una piccola luce pulsa, saluta il tuo mono-occhio, unica fonte di esistenza.
Cammini a tentoni, col tuo stesso sangue che ti sgocciola addosso. Incespichi nella difficoltà di amarsi e perdonarsi.
Non imparerai mai.

Quando? Mai. Non impari mai. Mai.
Non imparerai mai. Quando? Mai.

La pozzanghera ti fa eco, senza alcuna compagnia.

Ti avvicini e la pozzanghera ti bagna le dita dei piedi, di poco. Insulsa acqua nera, insulsa per caderci dentro, nel nero più assoluto di una grotta, ma il cuore palpita. Un cuore vivo e pulsante.
Il cuore della montagna, il cuore della pozzanghera, il tuo.
Il pazzo sotto la montagna te lo aveva detto. Lungo la gola, infondo al cuore.

Ed il cuore sanguinolento brucia.
Palpita nel buio, di una fiamma tenute, ma viva, di una luce stanca ma calda.

Uno sguardo e ti brucia l'occhio sano. Te lo brucia tanto da farlo sanguinare. Piangi dolore. Piangi perdita. Piangi tutto il male che hai accettato di vivere, quello che ti sei fatto e ti sei lasciato fare. Piangi e accresci odio puro. Apri la palpebra ma il cuore pulsa luce viva, speranzosa e straziante per un cieco nel buio.

L'impeto è straziante. Ti sviscera le interiora. Ti rende una belva, attraversa le ossa e le rende nere e dure, ti rende aguzzo e appuntito, ti sfiletta sugli angoli. Diventi duro, fredda. Vibri come le pareti, come le rocce in un uragano.

Sei appuntito, ribolli di esasperazione, devastato dalla perdita, mutilato d'amore. Ti ripieghi pungente e informe, in un pasticcio di ingiustizia e malattia.
Il cuore vivo e nudo ancora ti acceca violento, come se godesse del dolore che ti arreca, come se non ne avesse rispetto alcuno. Ti deride. Splende davanti ad un cumulo di fango e fuliggine, davanti ad uno storpio e cieco che di brillante non ha più niente.

Prendi il cuore e lo affoghi, le tue dita di vetro lo tagliano e trapassano. Fremi di gioia. Più il calore si raffredda più il buio accoglie il tuo occhio esausto.
Vibri di potere. L'ultima goccia di vita affoga. Il mondo scoppia intorno a te.
Sei libero, nel buio più assoluto, sei al fresco, nel rassicurante silenzio assoluto.
Nessuna voce ti tormenta, nessuna luce ti acceca, nessuna perdita ti minaccia, solo la gratitudine di aver preso una decisione, solo l'amore sano per il proprio ultimo occhio.

Te ne rallegri; ti sei salvata di tua spontanea volontà.

Però l'hai uccisa.
Dall'altra parte. Chissà... Chissà...
Il cuore non batte, affoga...
Chissà... Chissà....

Un minuscolo fastidioso presentimento. Lo scacci via, consapevole che prima o poi tornerà.

Torna sempre no? Ma dopo questo. Chissà... Chissà  Un cuore che batte, annega e non batte più. Chissà dall'altra parte come sarà. L'hai appena uccisa quindi chissà...

Urli alle voci di tacere. Tacciono nel momento in cui lo affermi fiduciosa.
Avresti perso l'occhio altrimenti, ed ora l'occhio ti pizzica. Ti pizzica come se fosse vivo. Lavi il sangue nella pozzanghera e la pozzanghera onesta, giusta, giudice: ti ridà la vita che hai appena strappato.

Hai entrambe gli occhi e per la prima volta hai scelto te stesso, ma chissà... Chissà. L'hai persa una seconda volta e ora non si sa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2022 ⏰

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Alice Nella PozzangheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora