capitolo 4

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Gli occhiali comunicarono tutto ciò che aveva trovato riguardo alla scena del crimine.
La piccola vittima era “ John Brown ”, secondo gli occhiali la carta poteva significare l'irresponsabilità della polizia visto che il 7 di picche nei tarocchi indica l’ irresponsabilità mentre il Il fiore è simbolo di  tranquillità .
Dopo aver catalogato le prove Liam iniziò a sentire una forte emicrania e dal dolore arrivò fino a doversi inginocchiare, dopo qualche minuto si riprese.
Dopo essersi ripreso si accorse di avere una scia di sangue proveniente dal naso.
Purtroppo quei sintomi erano causati dagli occhiali e dal lungo utilizzo.

Sempre gli occhiali rilevarono  impronte di pneumatici, dopo pochi istanti e grazie ad una fitta rete di informazioni interattive  rintracciò il modello del mezzo che montava quelle ruote e il nome del proprietario: Nathan Drake.
Questo conferma  il fatto che solitamente i killers compiono il primo delitto vicino a un luogo sicuro, dove potersi rifugiare nel  caso in cui qualcosa andasse storto.
Questo dato  permise, tramite gli occhiali, a Liam di restringere il raggio dove poteva vivere il killer .

In un condominio nella periferia un uomo, un po’ in carne, con addosso un  cappotto color cammello stava andando a svolgere delle indagini presso  una donna di nome “Ashley Anderson”.
Mentre stava per avvicinarsi alla porta dell’appartamento n.113 sentì delle urla provenire dall’appartamento stesso, iniziò a bussare ripetute volte fini a quando non gli aprì una donna alta , magra, purtroppo non sembrava stare molto bene .
Il viso era apparentemente pieno di lividi e così sembravano anche le braccia.
- Che vuole, se ne vada ! - urlò la donna  tenendo la porta aperta giusto sufficiente  per intravedere  chi aveva davanti , Shelby, l’uomo dal cappotto color cammello, rispose in maniera molto cordiale:
- Scusi sono un investigatore privato, volevo farle qualche domanda riguardanti  suo figlio ma poi ho sentito le urla e ora mi interesserebbe  sapere se stava bene -
La donna reagì piangendo:
- ti prego aiutami, non mi vuole lasciar in pace -l’investigatore, in risposta, fece segno alla donna di spostarsi e si preparò per entrare in casa.
Quando entrò vide un uomo alto e muscoloso che gli si parava davanti.
La donna chiese gentilmente all’uomo di uscire, ma  chiaramente questa richiesta non venne recepita quindi  la donna proseguì:
- Se non hai paura di me dovresti aver paura di lui -
L’uomo che si trovava all’interno dell’appartamento  si mise a ridere per poi guardare la donna con occhi di sfida,  prese un vaso e dei piatti li vicino e iniziò a lanciarli verso il  detective Shelby.
Quest’ultimo reagì rispondendo all’aggressione con qualche pugno nello stomaco e in faccia all’uomo. Il combattimento iniziava a farsi interessante e pericoloso, fino a quando Shelby prese un vassoio in acciaio che trovò vicino a sé  e lo tirò in testa all’uomo  stordendolo, facendolo desistere da ulteriori contrattacchi e favorendo così il suo allontanamento volontario dall’appartamento .

La donna, che aveva seguito tutta la scena, sbalordita disse:
- non so come ringraziarla, ma non conosco nemmeno il suo nome -
Il detective  rispose mentre si stava ripulendo  una ferita provocata, durante la colluttazione, alla mano destra:
- sono Cristian Shelby, e come le stavo spiegando  sono un investigatore privato che è stato ingaggiato da genitori di una delle vittime del “killer delle carte ”, esattamente come suo figlio,  per indagare sulla sua identità -
La donna curiosa chiese i nominativi dei suoi mandatari, ma Shelby rispose bruscamente:
- Purtroppo questo fa parte del cosiddetto  segreto professionale, ma vorrei rassicurarla rendendomi  disponibile nel caso avesse ancora bisogno  della mia presenza…
mi chiami a questo numero… - Shelby le passò un biglietto da visita, ma la donna sembrava disinteressata al biglietto e disse - francamente sarei più interessata a  indagare direttamente  sulla morte di mio figlio, posso accompagnarti durante questa indagine? In cambio  posso raccontare tutto quello che  si trova in mia conoscenza -
Shelby ci pensò un attimo e rispose
- Ok , ma chi era quell'uomo con cui mi sono scontrato? -
La donna rispose un po' imbarazzata:
- Quello era mio marito, dopo la morte di nostro figlio è diventato più violento del solito incolpando me dell’accaduto -
Allora Shelby ribatté’ con tono cordiale: - - Non si preoccupi sono un ex poliziotto e ho ancora qualche amico che ti potrà aiutare al bisogno... -
Dopodiché la donna, ossia la signora Ashley Enderson, lo ringraziò e si diedero appuntamento a più tardi presso lo studio del detective…..

(Vorrei informarvi che pubblicherò un capitolo al giorno tra le 7:00 e le 9:00)

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