MONEY

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POV Leah
Sono davanti alla fermata dell'autobus, nel mentre le gocce della pioggia mi bagnano leggermente i vestiti, mancano ancora 12 minuti all'arrivo. Improvvisamente una BMW si avvicina a me per poi abbassare il finestrino "vuoi un passaggio?" Intuisco immediatamente chi ha parlato, "Jack?" Dico alzando lo sguardo, lui mi saluta nervosamente. Un piccolo ghigno si mostra sulle mie labbra "va bene" accetto io, salgo sulla macchina del ragazzo "ehi sarà una proposta un po' strana ma, ti va di passare la notte da me?" Mi viene l'improvviso istinto di alzare lo sguardo "beh sinceramente non mi cambia nulla l'importante è che domani sia a casa" un sorriso ricopre il suo viso innocente e così ci dirigiamo verso la sua abitazione. Nel giro di 10 minuti avevamo già raggiunto il grattacelo, avrà almeno 79 piani. "Ti piace?" Mi chiede lui aspettandosi già la risposta positiva "beh ovvio a chi non piacerebbe una cosa del genere" commento "beh a mio padre, a differenza mia, piacciono le ville, abitazioni basse che ti danno la maggior privacy" alzo le spalle in segno di indifferenza e poi il ragazzo mi indica il portone di entrata "prima le signore" una piccola risata esce dalle mie labbra per poi spingere la porta d'entrata. L'interno è ricoperto da una pittura grigia accompagnata a dei riflessi più chiari e sul pavimento vi è un tappeto rosso un po' stile Red Carpet. Prendiamo l'ascensore e dopo una ventina di secondi raggiungiamo l'appartamento "è fantastico jack" commento per la seconda volta "ma grazie mi fa piacere, comunque andando a noi, la stanza degli ospiti è in fondo a destra, ti piacerà, sono sicuro, a proposito vuoi mangiare qualcosa?" Faccio no con la testa sorridendo per poi dirigermi nella stanza indicata.

Ormai sono le nove di sera, a New York regna il buio ed io decido di scendere a controllare jack, ma sembra mi che mi abbia preceduta infatti due secondi dopo il mio pensiero qualcuno bussa alla porta della stanza "si?" Dico aprendo al ragazzo "volevo solamente dirti che se vuoi cambiarti nell'armadio ci sono alcuni vestiti" mi informa sorridendo a trentadue denti "va bene grazie" rispondo concludendo il tutto con una risata, lo vedo allontanarsi per poi voltarsi e andare verso la sua stanza. Io invece vado verso l'armadio, nel quale trovo un insieme di maglie ammucchiate, ne scelgo una larga che mi raggiunge il ginocchio, assieme a dei pantaloncini leggermente più corti, mi metto ciò che ho scelto per poi buttarmi sul materasso e infine piano piano mi lascio trasportare dalla stanchezza chiudendo le palpebre.
I piccoli raggi di sole picchiettano sui miei occhi azzurri che apro lentamente girandomi e rigirandomi sul letto, in mezzo alle coperte che mi solleticano la pelle.
La porta della stanza si apre "sveglia" sento dire al ragazzo "la colazione è già pronta" continua lui "va bene arrivo" mi arrendo scoprendo le mie piccole gambe, mi dirigo nel bagno che era giusto accanto e mi sciacquo il viso per poi uscire, mettere i vestiti della scorsa notte nella borsa, rifare il letto, scendere e appendere la mia roba vicino alla porta. "Eccomi" annuncio dopo aver raggiunto la cucina "dai siediti" mi indica una sedia accanto alla sua, mi faccio coraggio e mi siedo "grazie comunque" gli dico io "di nulla" dice sorridendo "ti ho preparato un cappuccino, non sarà mai come quello che prepari tu, ma ho fatto del mio meglio, spero ti piaccia" continua, io nel frattempo fissavo il vuoto "che c'è?" mi chiede "perché fai così?" Mi sorge spontanea quest'ultima domanda "così come?" Risponde lui confuso "così bene con me" a quelle parole Jack abbassa lo sguardo verso il suo piatto, per poi voltarlo verso di me, con un piccolo sorriso sulle labbra, pian piano la sua mano si allunga verso il mio viso, dopo aver spostato la piccola ciocca di capelli, che disturbava il tutto, senza nemmeno dire una parola, neanche una, si avvicina verso le mie labbra per poi unirle alle sue ma nel giro di tre secondi mi scanso da quella sua azione "che ho fatto?" Mi chiede dopo che nota io mio sguardo fisso nel suo "devo andare scusami...davvero" affermo io alzandomi "aspetta Leah ti prego ho sbagliato lo so non dovevo ma rimani per favore" mi supplica lui fermandomi da un braccio "Jack lasciami" il ragazzo insiste, non dico altro, mi allontano da lui dopo aver fermato con forza il contatto fisico e mi dirigo verso l'uscita, infilo le scarpe "quindi te ne vai così? Senza nemmeno darmi il tempo di spiegarti quello che provo?" Dice con voce spezzata" mi volto verso di lui "Jack qualsiasi cosa sia sappi che non funzionerà, a me piace un'altra persona e poi tralaltro ho una figlia quindi accettalo" dico ripensando a jenny, lui abbassa lo sguardo "va bene capisco puoi andare non ti trattengo di più" lancio l'ultimo sguardo sperando di non essermi dimenticata nulla, prendo la borsa ed esco dall'appartamento. Passo per le strade di New York per più di 20 minuti per raggiungere casa.
Entro dopo aver chiuso la porta e mi dirigo nella mia stanza, non c'era nessuno, le ragazze erano tutte fuori, a quel punto ne approfitto per trovare un modo per i soldi. Comincio a guardare nella mia cassaforte, ma a malapena raggiungo i 100.000 dollari, porto il peso sul pavimento indecisa di come fare, in quel momento ho un'illuminazione ripensando a jack, un grandissimo sorriso si stampa sul mio viso.
Sto uscendo nuovamente dirigendomi proprio nel posto dal quale sono venuta

Da Jack.
Busso alla porta, "ehi hai dimenticato qualcosa?" dice con gli occhi rossi, avrà pianto "no in realtà ecco.." mi faccio avanti e chiudo la porta dietro di me "Jack.." il ragazzo mi guarda più che confuso, faccio un profondo respiro e unisco le nostre labbra dando così iniziò ad un bacio di almeno 20 secondi, nei quali non smettevo di dire che tutto ciò era solamente per jenny e nei quali sono riuscita a prendere le chiavi della banca che Jack tiene sempre in tasca, il famoso bacio si conclude non appena metto ciò che ho ricavato nella mia tasca "come mai?" Mi chiede lui ancora confuso "non lo so sai?" questa è stata l'unica risposta sensata che avevo "ora scusami ma devo proprio andare" continuo "ehm si certo vai pure, comunque quando vuoi puoi venire ho la settimana libera quindi non lavoro" faccio un sorriso forzato e mi allontano per la seconda volta della giornata dall'abitazione.

Ho appena raggiunto casa mi butto sul divano e aspetto che si faccia sera per poi uscire a svolgere il mio piano. Mi metto una semplice tutta nera con una felpa e il cappuccio in testa, porto con me la chiave è un borsone anch'esso nero.
Alle 11:30 di sera sono già davanti alla banca faccio un enorme respiro "tutto per te piccola" dico tra me e me, pensando a quel sorrisetto e quegli occhi azzurri proprio come me "ti voglio bene jenny" confesso ricordando tutte le volte che non sono andata a vederla.
Piano piano infilo la prima chiave nella serratura, poi la seconda, la terza, fino a che non trovo quella giusta, entro all'interno c'era ancora qualcuno ma al piano superiore, quindi non dovrebbe darmi fastidio, piano piano mi intrufolo nell'ufficio di Jack ed è li che intravedo la cassa.
"Cazzo" dico dopo aver intuito che c'è bisogno di un codice, mi guardo attorno, apro i cassetti e trovo un foglietto, con su scritto un insieme di numeri, i miei occhi si illuminano sperando fosse quello.
Inserisco il codice... è quello esatto. Comincio immediatamente ad inserire le banconote, blocchi da 10.000 riempiono il mio borsone ma qualcosa o qualcuno mi disturba. Il cellulare comincia a squillare "cazzo, cazzo", estraggo il cellulare dalla tasta e riattacco senza nemmeno vedere chi era, sento dei passi e vedo una torcia avvicinarsi "merda" sussurro, aumento il tutto buttando quasi tutti i blocchi dentro la borsa e mi sollevo da terra dopo aver chiuso la cassa.
Mi nascondo dietro la cattedra in attesa che chiunque sia entrato nell'ufficio esca, la tensione sale e l'ansia lo stesso.
L'intruso comincia a fare il giro della stanza con la torcia in mano "c'è qualcuno?" Una voce femminile suona nella banca, non ho altra scelta, mi sollevo da terra "non muoverti altrimenti chiamo la polizia" mi minaccia la signora anziana "mi dispiace ma non posso non è colpa mia giuro" confesso prima di cominciare a correre verso l'uscita.
Salgo sulla mia auto e facendo inversione torno in strada e aumento la velocità, dopo una 20 di minuti in macchina mi volto verso i sedili posteriori per estrarre il cellulare dalla tasca della felpa che mi ero tolta nel tragitto, ma un clacson attira la mia attenzione, una macchina bianca si stava dirigendo verso di me ad alta velocità, provo a scansare l'ostacolo ma chiunque stia guidando sembra voglia prendermi, non posso fare altro che stringere le palpebre e sperare che riesca ad aprirle nuovamente, il tempo di farlo che il forte rumore del tamponamento si fa sentire in città....


CHI PENSIATE CHE CI SIA A BORDO DI QUELL' AUTO?? Va beh ECCO UN CAPITOLO UN PO LUNGHINO comunque SPERO VI PIACCIA.

𝗚𝗔𝗠𝗘 𝗢𝗩𝗘𝗥//P.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora