Una settimana dopo il compleanno di Evangeline, un fatto la travolse troppo presto e con troppa furia.
Eva se ne stava tranquilla nel giardino a fissare le statue degli angeli che piangevano sangue quando poi sentì l'auto di Mirah parcheggiare nel vialetto:
-Mirah? Che ci fai qui?- la donna sembrò quasi esitare, aprì la bocca un paio di volte ma senza lasciare parole che sembravano morirle in gola, stava succedendo qualcosa di brutto
-Tua madre mi ha chiamata dicendomi di venire a casa, ma tu rimani fuori per un po' finché non ti chiameremo noi, intesi?- Eva si sentiva quasi una bambina
-Va bene- disse sedendosi sotto l'angelo, cosi vide Mirah correre in casa preoccupata. Perché la mamma aveva statue del genere nel giardino? Certo sono davvero stupende, ma sono anche molto tristi, in tutti gli anni della sua vita non se l'era mai chiesto, ma la mente di Evangeline sembrava averle notate solo ora per quel che erano veramente: forse dopo l'accusa che le avevano lanciato tanti anni fa si sentiva un po' come un angelo caduto, quindi un demone, le streghe non erano forse il frutto di un demone e di un umano? Quindi Eva sarebbe una specie di strega? Non lo sapeva di preciso, ma nemmeno le andava di pensarci così prese a passeggiare tra le numerose statue:
-Evangeline! Vieni!- sentì urlare Mirah dalla finestra della stanza della madre; senza pensarci due volte iniziò a correre verso la casa e quando entrò per poco non cadde sulle scale; arrivata nella stanza della madre rimase sconvolta:
-Che cos'ha che non và?- chiese guardando la madre che aveva un colorito più pallido del solito e sembrava quasi pronta a morire, ma non poteva essere così
-Eva, Aline sta davvero male, io ho provato di tutto ma non capisco cos'ha... Tua- Mirah si fermò di colpo quando vide lo sguardo della piccola Evangeline che era ormai in lacrime:-Nostra madre sta per morire, le rimangono pochi minuti- quella parola riecheggiò nella mente di Eva "morire, morire, morire, morire" non le sembrava possibile, non adesso! La ragazza crollo in ginocchio accanto al letto della madre:
-Non puoi andartene adesso, io ho ancora bisogno di te madre- disse con la voce rotta dalle lacrime
-Mia piccola Evangeline- disse Aline accarezzando la guancia della figlia e asciugandogli le lacrime con i polpastrelli:-Ricordati che ti ho sempre voluto bene amore mio. Ma c'è una cosa che dovresti sapere... io non sono la tua vera madre, lei ti volle abbandonare il giorno stesso in cui nascessi, ma lì c'era la giovane Mirah che ti portò da me, fu lei a darti il nome degli angeli mio piccolo miracolo- adesso Eva era confusa, era stata abbandonata? Perché?!
-Perché mi hanno lasciata?-
-Per i tuoi bellissimi occhi, volevano ucciderti, ma noi sapevamo che in realtà non avevi niente di strano- quell'ultima frase suonava come una bugia, perché Evangeline era diversa da tutti gli altri, eccome se lo era
-Mamma i miei occhi brillano quando sono arrabbiata e quando sono davvero molto felice, se penso di dare un pugno a qualcuno quella persona cade a terra e si rialza con un occhio nero, so suonare il violino senza nemmeno aver preso una lezione- Aline non rimase stupita da quelle affermazioni, solo Mirah trattenne il respiro per alcuni secondi:-Lo sapevi?- chiese esterrefatta Eva, Aline chiuse per poco gli occhi ed esalò l'ultimo sospiro:-No... NO! Mamma! Mamma ti prego apri gli occhi! Ti prego non lasciarmi adesso... Ho bisogno di te per andare avanti- disse Evangeline appoggiando la testa sul petto di Aline che ormai non respirava più; rimase così per molto tempo, minuti? Ore? Nessuno sapeva dirlo, ma quando si ridestò da quello stato di trance corse fuori di casa e andò nel bosco dove urlava e correva, correva e urlava fino a non aver più fiato nei polmoni e collassare a terra con un tonfo sordo battendo la testa...Sdraiata a terra c'è Evangeline con indosso l'abito regalatole dalla madre e da Mirah, i suoi capelli lunghi erano sciolti e le cadevano sulle spalle, di colpo aprì gli occhi e si alzò di scatto in piedi e si guardò attorno: era in un cimitero incorniciato da salici e lei si trovava sotto una statua di un angelo dalle enormi ali incrostato di muschio e la pietra ingiallita dagli agenti atmosferici; non era mai stata in questo posto. Si guardò di nuovo attorno e stavolta vide davanti a lei un uomo dalla bellezza di un angelo vendicatore: fiera ma allo stesso tempo sembrava innocente:
-Chi siete?- chiese Eva, l'uomo sembrava sbalordito da quella domanda semplice
-Chi siete voi piuttosto? Questa è casa mia fanciulla- quel posto una casa?
-Il mio nome è Evangeline, lei di grazia, come si chiama?- disse con aria un po' altezzosa
-Il mio nome è Richard, piacere di conoscerti Evangeline- disse avvicinandosi alla ragazza e prendendole la mano per poi baciarle le nocche:-Finalmente- aggiunse in un sussurro lasciando la mano:-Che ci fate qui? Come ci siete arrivata esattamente?- la povera Eva non sapeva rispondere alla domanda, disse solo ciò che si ricordava
-Stavo correndo nel bosco, quando sono caduta ed ho sbattuto la testa. Credo che questo sia un sogno- Richard alzò gli occhi al cielo sorridendo
-Sogni spesso uomini attraenti, mia cara Evangeline?- sembrava divertito
-Molto modesto insomma. No, io di solito non sogno, ma se lo faccio sono cose contorte e senza significato, lei invece mi sembra abbastanza stabile- lui fa un sorriso quasi diabolico
-Perché questo non è un sogno, io sono molto reale glielo posso assicurare-
-Come puoi dimostrarmelo?- chiese Eva, e a Richard sembrò quasi che gli si illuminò una lampadina sopra la testa, prese dalla tasca un biglietto e una penna e ci scrisse sopra
-Leggi- disse autoritario, la ragazza incrociò le braccia al petto e guardo l'uomo negli occhi che avevano una sfumatura viola intorno alla pupilla
-Perché dovrei?- chiese beffarda Eva
-Nei sogni non si riesce a leggere, provaci e dimmi che cosa vedi- Eva iniziò a fissare il biglietto e noto che la scrittura era di un bel corsivo e sopra c'era scritto:"Non siamo in un sogno Evangeline":-Sei riuscita a leggere non è vero?- Rimase quasi a bocca aperta. Richard aveva ragione:
-Chi sei? Perché mi trovo nella tua "casa"?- chiese Eva, lui le se avvicinò quasi a volerla abbracciare
-Non ne ho la più pallida idea... So solo che tu sei speciale, in qualche modo- la ragazza alzò le sopracciglia guardandolo stupita:-Me lo sento. Ed io ho un formidabile istinto mia cara- disse facendo l'occhiolino; d'un tratto tornò serio e si allontanò da Evangeline:
-Adesso và. Torna stanotte- Eva scosse la testa incredula
-Come faccio a tornare se non so nemmeno come sono arrivata?- con un sorrisetto Richard le prese il mento con una mano e la portò a pochi millimetri da lui
-Basta che chiudi gli occhi e pensi a me- disse coprendole gli occhi con una mano, quando poi li riaprì Eva era di nuovo nella foresta.
Tornando a casa ripensò alle parole di Richard:"basta che chiudi gli occhi e pensi a me" quello avrebbe proprio bisogno di una bella lezioncina sulla modestia, e poi perché avrebbe dovuto incontrarlo di nuovo? Non appena mise piede dentro casa Mirah la travolse con un abbraccio:
-Dove diamine eri finita?! E perché sei tutta sporca di terra?- Eva si guardò, ma con Richard aveva il suo nuovo abito addosso, adesso invece aveva i suoi jeans, una t-shirt bianca e le solite All Stars nere
-Ero nel bosco, mentre correvo via sono scivolata ed ho picchiato la testa a terra- Mirah se la strinse più forte al petto e le diede un bacio sulla testa tra i capelli
-Cerca di non scappare più in questo modo- sussurrò Mirah ed Eva annuì:-Domani niente scuola, c'è il funerale della mamma- Eva sospirò
-Saremo solo io e te...- disse affranta
-Si. Ma dobbiamo farci forza in ogni caso... Perché non ti metti il vestito nuovo?- chiese Mirah, ma era più un consiglio che una domanda, di nuovo silenzio Eva fece solo un cenno di "sì" con la testa e quindi se ne andò nella sua camera a piangere. Dopo aver cenato Eva era distrutta e così decise di andare a dormire presto. Arrivata in camera s'infilò subito il suo morbido pigiama celeste con i pantaloni lunghi e poi calò subito nel sonno sussurrando un secondo prima:-Richard...-
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𝒯𝒽𝑒 ℛ𝑒𝒹 ℐ𝓇𝒾𝓈𝑒𝓈
Fantasy𝑻𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒇𝒂, 𝒊𝒏 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒂 𝒆 𝒅𝒆𝒔𝒐𝒍𝒂𝒕𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒅𝒐𝒏𝒏𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒗𝒂 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒂𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝑬𝒗𝒂𝒏𝒈𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆. 𝑸𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒍𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄...