CAPITOLO 7

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Quando finalmente Eva si rialzò da terra cercò di capire come potesse esser successa una cosa simile così all'improvviso, quando Richard si avvicinò, la strinse forte a se e le disse:

-Stai tranquilla, non è successo niente- cercò di dire con voce rassicurante

-Come puoi dire una cosa del genere?! E' appena morto davanti ai miei occhi!- il ragazzo le diede un bacio sulla nuca

-Sei scossa lo capisco, ma adesso è meglio che tu vada tranquilla a casa, potrebbe non farti bene agitarti- disse stringendola un'ultima volta per poi lasciarla, ma lei gli tenne la mano ben salda

-Almeno rimani con me- disse con aria supplichevole, Richard guardando i suoi teneri occhi lucidi e disperati accettò. Lungo la passeggiata Eva si stringeva forte Richard al fianco e lui ricambiava ogni tanto depositandole un bacio sulla guancia guardandosi intorno continuamente come se avesse paura di essere scoperto da qualcuno.

-Grazie per avermi riaccompagnata- disse Eva esitando ad aprire la porta, Richard gli si avvicinò e prese con una mano il suo piccolo mento avvicinandola a se con le loro labbra che stavano per toccarsi ma il ragazzo lo impedì

-E' stato un piacere piccola- disse per poi svanire; Eva si toccò le labbra con la punta delle dita, mentre Richard parlava gliele aveva sfiorate un paio di volte e la ragazza in quei momenti aveva sentito dei brividi lungo tutta la schiena, desiderando che quelle labbra aderissero meglio alle proprie. Quando finalmente si decise ad entrare in casa si trovò davanti Jenny che l'aspettava e non appena la vide iniziò a strusciarsi sulle sue gambe:

.Oh, ben tornata! Stavamo giusto per...- disse Crane sbucando dalla cucina che si bloccò a metà frase non appena vide il volto di Eva:-Qualcosa non va?- con lo sguardo basso e le mani strette in un pugno ben serrato per trattenere le lacrime disse

-Andatevene. Voglio rimanere sola- all'inizio Crane esitò, ma alla fine fu' comprensivo e prima di uscire le accarezzò il braccio in segno di conforto e le depositò un bacio sulla nuca, ma Jenny continuava a farle le fusa e a strusciarsi sulle sue gambe:-Vattene anche tu Jenny. Non ho intenzione di parlare con nessuno- la gatta evidentemente ferita si trasformò e insieme a Crane se ne andò, così Eva rimase sola nel silenzio assordante di casa che la fece esplodere in un acuto urlo di dolore...

Dopo che ebbe fatto una veloce doccia e aver chiamato la polizia per segnalare il corpo di Wolfang decise di andare a letto, ma salendo le scale buttò un occhio verso la stanza da letto della madre e si rese conto che in tutto questo tempo si era dimenticata di sua madre, di portarle un nuovo mazzo di rose alla lapide:"Mi dispiace... ma ne sono successe talmente tante" decisa a rimediare andò ad infilarsi un paio di jeans, un maglione a trecce color panna e degli stivaletti marroni e partì per andare al cimitero, dove lì c'era l'unica persona con cui poteva confidarsi.

Una volta arrivata si fece avvolgere dalla notte ed entrò senza paura nell'austero cimitero.

Superato un mausoleo in marmo nero con rifiniture in oro si ritrovò davanti alla lapide della madre con una statua della madonna spezzata in due, così come la lapide che aveva una terribile crepa che rischiava di farla cadere a pezzi:Almeno da morta lasciatela in pace!" Eva s'inginocchiò e posò i fiori, poi accese le due candele che si trovavano ai lati della tomba e prese a guardare la foto: i lunghi capelli bruni legati in una folta coda di cavallo "come al solito", il volto con un leggero sorriso rassicurante e gli occhi... Gli occhi ti raccontavano una lunga storia, di quante quella donna ne avesse passate... Evangeline scoppiò in un forte pianto isterico; era da così tanto che non piangeva per Aleina e si sentiva il cuore scoppiare, infondo voleva solo un po' di quiete:

-Ho bisogno di te mamma..._ d'un tratto sentì un lieve calore sulle spalle come se qualcuno gliele stesse cingendo, si girò di scatto ma non trovò nessuno e il calore sparì "Sii forte" si sentì sussurrare, come quando scappò dopo la storia di Richard; controllò il suo orologio: le una e mezzo del mattino, forse era meglio rientrare; guardò un'ultima a volta la foto e poi si rialzò da terra incamminandosi verso l'uscita soffermandosi prima sul mausoleo in marmo nero: notò che era stato fatto seguendo lo stile dei templi greci, i capitelli corinzi delle colonne avevano i dettagli in oro come anche le scanalature e il cognome della famiglia: "Strain" ad Eva mancò un battito nel leggerlo "la tomba del marito di mamma" tanto per curiosità entro nella cappella mortuaria dove era presente una sola tomba a terra, infondo una statua dell'arcangelo Gabriele era nell'intento di trafiggere qualcuno, ma la punta della lama era rivolta in basso verso il centro della cassa mortuaria; il lieve bagliore della luna entrava da due finestre poste ai lati; Eva era affascinata da tanta bellezza; abbassò lo sguardo per vederne il nome: "Cornelius Strain" quel nome le era familiare ma ora non ricordava proprio dove l'avesse potuto sentire. Quindi se ne tornò a casa il più velocemente possibile, perché d'un tratto si sentiva fuori posto ed estranea in quel luogo a lei pochi minuti prima familiare.

𝒯𝒽𝑒 ℛ𝑒𝒹 ℐ𝓇𝒾𝓈𝑒𝓈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora