Passando il week-end sospirando e sorridendo come un'ebete Eva tornò a scuola il lunedì mattina quasi saltellando, il pensiero di quel bacio l'aveva tormentata per tutto il tempo che non era stata con lui, se si concentrava attentamente sul ricordo le pareva quasi di riviverlo passo dopo passo, carezza dopo carezza... Ma adesso aveva qualcosa di più "interessante" a cui pensare: il ballo. Quella mattina la preside le aveva dato il permesso di saltare la scuola per andare a cercare una sala perfetta per la grande serata, Eva non avendo voglia di andarci sola chiamò con se Crane e Jenny, magari sarebbe anche riuscita a carpirgli qualche informazione.
-Allora da dove iniziamo?- chiese Crane strofinandosi le mani come fanno le mosche, sembrava più eccitato lui che due ragazze
-Dal capannone Willford & Co.- disse Eva spuntando una casella dal suo elenco
-Esiste ancora? Produceva i migliori giochi della città!- disse entusiasta come un bimbo di cinque anni, ma entrambe non sapevano niente di quest'azienda
-Siete troppo giovani... Ma non era stata incendiata quell'azienda?-
-Si, dopo che ebbero trovato scorie nucleari nei loro forni Crane- il ragazzo fingendo di tirar su con il naso si asciugò una finta lacrima
-Aveva costruito la miglior caverna di Batman che io avessi mai visto... Che bei ricordi-
-Ora capisco da dove deriva la tua stoltezza. Questi giochi da bambino ti hanno proprio fanno male- disse Eva incamminandosi verso l'entrata dell'edificio con Crane alle spalle che le urlava
-Quella che è cresciuta male sei te!- Jenny tentava invano di zittirlo ma niente lui continuava facendo l'offeso. Non appena entrarono nell'edificio rimasero stupiti dalle grandezze: un capannone di oltre trecento metri quadrati ricoperto di pannelli bianchi per le pareti e da quadrati blu in gomma morbida per il pavimento, un odore di candeggina aleggiava nell'enorme stanza:
-No.- disse decisa Eva
-Non l'hai nemmeno osservato per bene- disse Jenny:-Ricordati che potete sempre arredarlo- -Nessun tendaggio riuscirebbe mai a migliorarlo, non ci voglio nemmeno perdere tempo-
-Qui una volta era una gioia lavorarci!- continuava a blaterare Crane
-Portiamolo via prima che si metta a piangere come una mezza calzetta- disse Eva indicandoselo alle proprie spalle e avviandosi verso l'uscita.
Sull'insegna sbiadita era evidente la scritta "Fabbrica Di Cioccolato". Appena entrati la prima cosa che notarono fu che l'intero edificio era impregnato dell'odore di zucchero, cioccolato ed altri dolciumi, alcune finestre erano rotte ma su quelle ancora intatte si potevano vedere i vetri colorati che formavano i dolci più svariati. decisamente non era il luogo più adatto al tema della festa e a scoraggiare maggiormente la sua scelta erano i macchinari tutti rosa per tirare l'impasto di gomme e caramelle che non potevano essere rimosse:
-Ora vammi a dire che non è perfetto!- disse imbronciato Crane, la ragazza alzò gli occhi al cielo
-Oh beh, mi dispiace deludere il bimbo qui, ma è tutto troppo rosa...-
-Sento... Che mi sta venendo il diabete, anche solo stando qui ad osservare- sussurrò Jenny che aveva l'aria di una che stava per crollare a terra
-Beeeene. A quante pare è un "NO"colletivo- disse con un sorrisetto Eva, la divertiva vedere il volto di Crane tramutarsi in un moccioso frignante
-No!- urlò lui, ed Eva fu soddisfatta
-Ecco, per l'appunto. Persino Crane ha detto no. Ora andiamo, ci manca un solo luogo da visitare!- s'incamminò verso l'uscita
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𝒯𝒽𝑒 ℛ𝑒𝒹 ℐ𝓇𝒾𝓈𝑒𝓈
Fantasy𝑻𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒇𝒂, 𝒊𝒏 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒂 𝒆 𝒅𝒆𝒔𝒐𝒍𝒂𝒕𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒅𝒐𝒏𝒏𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒗𝒂 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒂𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝑬𝒗𝒂𝒏𝒈𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆. 𝑸𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒍𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄...