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La serata passò velocemente tra barzellette squallide e discorsi vari sulla Champions League. Quelle due orette mi fecero bene, perchè dimenticai momentaneamente l'infortunio di Stephan e tutte le conseguenze.
A proposito, dovevo parlarne con Paul. Non sarebbe giusto nei suoi confronti se non gli dicessi che a breve con il consenso del mister andrò a Milano per alcuni giorni.
Mentre Andrea chiedeva il conto al cameriere, Marco, che sedeva alla mia destra, mi riportò alla realtà.
-È proprio una bella squadra, non è vero?-
-Grazie a me!- scherzò Claudio.
Ridemmo a lungo e dopo aver pagato uscimmo dalla pizzeria coprendoci con i cappotti per non farci vedere.
-Grazie di tutto ragazzi, è stata davvero una bella serata- dissi sinceramente, sentendomi finalmente parte della squadra della Juve.
Paul mi riaccompagnò a casa velocemente, a causa della pioggia.
Arrivati sul vialetto di casa mi decisi a parlare.
-Paul.. devo dirti una cosa-
-Quante cose devi dirmi oggi?- ride e fece sorridere anche me.
-Conosci Stephan El Shaarawy?-
-Si, cosa c'entra adesso?-
-Sai, lui è il mio migliore amico, e oggi pomeriggio si è fatto male al piede, vorrei andare a trovarlo-
-Oh..- rimase un attimo in silenzio -certo, va bene-
-Grazie Paul- lo abbracciai e gli stampai un bacio sulle labbra carnose.
-Ci vediamo al campo, tesoro-
Uscii dalla vettura e corsi verso la villa cercando di non bagnarmi, ma la pioggia era ormai diventata fitta ed entrai in casa con i capelli umidi.
-Tesoro! Come è andata la serata?-
"Mamma, mi sto ufficialmente frequentando con un ragazzo" pensai tra me e me.
-La pizza era buona- dissi con superficialità e levai le scarpe bagnate per non fare pedate. Salii di corsa le scale e dopo aver indossato il pigiama crollai sul letto sfinita.
***
[mattina seguente]
-Paul continua a correre, che cosa ti prende?- il mister continuava a gridare verso Paul, che quella mattina sembrava meno in forma delle altre volte.
-Mister- lo chiamò lui con il tono di voce lievemente dolorante -mi tirano i muscoli della gamba, posso fermarmi?-
-Fai stretching, e se non passa dimmelo- consigliò mister Allegri e riportò la sua attenzione di nuovo su di noi, che stavamo facendo il decimo giro di corsa: una routine alla fine dell'allenamento.
-D'accordo, per stamattina basta così. Oggi pomeriggio puntuali-
Prima che se ne andasse nel suo ufficio corsi verso di lui, passando davanti a Paul, che faceva ancora stretching accanto all'allenatore della squadra giovanile della Juve.
-Mister!- richiamai la su attenzione, e si girò verso di me.
-Qualche problema Christine?- si rivolse gentilmente verso di me.
-Non proprio, mister, vorrei chiederle una cosa. Sa, un mio caro amico del Milan si è infortunato ieri, e vorrei tanto andarlo a trovare. Mi stavo chiedendo se potevo andare domani..-
-Per quanti giorni?- Allegri aggrottò la fronte.
-Non so.. Quattro?-
-Tre, non di più. Devi prepararti per la Champions, non possiamo permetterci distrazioni-
-Grazie mille mister-
Salutai gentilmente e corsi verso Paul.
-Cosa ti ha detto?- chiese abbracciandomi da dietro.
-Posso andare, ma per tre giorni soltanto. Partirò stasera-
-Arriverai in tempo per la partita contro l'Inter-
-Si, ma quando sarò a Milano correrò un po', giusto per non abituare il mio corpo a stare fermo senza allenamento-
-Fai bene, andiamo nello spogliatoio?-
Annuii e ci avviammo mano nella mano verso la porta dalla quale usciva tantissimo vapore: erano tutti sotto le docce.
Li seguii a ruota e in dieci minuti ero già vestita e profumata, pronta per il viaggio che mi attendeva.
Aspettai che Paul finisse di vestirsi e salutati gli altri andammo nel parcheggio, dove il suo enorme fuoristrada luccicava alla luce flebile del sole di gennaio.
-Ho già parlato con mia madre, presto comprerò una macchina- lo informai, sentendomi maledettamente a disagio a farmi accompagnare ovunque dagli altri.
-Potremmo andare insieme- suggerì lui, e io sorrisi annuendo.
Una volta tornata a casa mangiai un panino leggero e avvisai mia madre del mio "viaggio" inaspettato.
-Sicura che il mister è d'accordo?- ripeté per la decima volta.
-Si, mi ha dato tre giorni-
-Stai attenta.. Dove dormirai?-
-A casa di Stephan, puoi fidarti-
Mia madre annuì stancamente e si massaggiò le tempie.
-Andiamo, ti aiuto a preparare la valigia- salimmo in camera sotto lo sguardo indagatorio di mio padre, che ignorai come ogni volta. Presi il telefono e mandai un messaggio al mio migliore amico.

A: Steph 💞
Stasera vengo da te.

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