Therapy Gang

22. King Size

Resto immobile per un istante con gli occhi serrati, temendo lo sguardo del ragazzo di fronte a me "Tutto a posto? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" "Scusa...devo scappare..."
E scappo letteralmente, ripensando al fatto che forse studiare è la cosa migliore. Non vedevo proprio l'ora di imparare 400milioni di caratteri cinesi nuovi.

Mi sbatto la porta d'ingresso dietro la schiena e faccio una corsa verso la mia stanza, imbattendomi nella figura di Cami che mi guarda preoccupata "Che succede? Sembra tu abbia visto un fantasma" "Peggio, ho visto peggio"
Senza dare ulteriori spiegazioni la sorpasso e mi chiudo in camera con l'intenzione di studiare. Senza successo, naturalmente, perché continuo a pensare a tutto ciò che ho appena passato. Okay, è stato molto strano. Magari ne parlerò più tardi con le ragazze, quando ognuna sarà tornata, che ne so.

"Non dovresti studiare?" "Non dovresti farti i grandissimi cazzi tuoi?" Momi chiude il suo libro con un gesto fulmineo dopo essere stata scoperta da Namjoon. "Non posso pensare tutto il tempo allo studio, non ti ho dato il permesso di entrare in camera mia e poi tu sei un secchione del cazzo" "Oooh piano con le parole...pensavo solo che avrei potuto aiutarti di nuovo" "Come l'altra volta che siamo finiti a limonare sotto un albero nel parco, e poi abbiamo continuato a casa traumatizzando Trave?" Il ragazzo si immobilizza per un istante, riflettendoci su: "Beh, effettivamente quella volta non sono stato molto d'aiuto, ma posso assicurarti che questa volta sono carico e pronto, anche se non ti prometto niente" "Dovrei fidarmi?" Senza aggiungere altro, Namjoon le sfila velocemente il libro di mano facendola sobbalzare per la sorpresa "Alzati dal letto brutta sfaticata, la scuola è importante" Lei, con un sospiro sommesso, si alza come richiesto e fa per sedersi mentre tira fuori l'occorrente per lo studio "Brutta sfaticata a chi..." "Dico proprio a te, se non cominci a leggermi gli appunti che hai preso"
E così fa la ragazza 'almeno lo faccio stare zitto' cominciando a ripetergli gli estratti dell'ultima lezione.
"Poi sarei io la sfaticata...mi stai almeno ascoltando o sto ripetendo al muro?" "Scusa, mi sono distratto un attimo..." "Sì, l'ho notato: sono 10 minuti che mi fissi" "Io te l'avevo detto che non ti avrei promesso niente" "Sì però-" Senza aggiungere altro, il ragazzo si avventa sulle sue labbra senza lasciarle il tempo di insultarlo, e pregando che nessuno entri nella stanza non chiusa a chiave per i prossimi minuti.

Cami raggiunge il ragazzo dai capelli arancioni nella sua stanza, attraversando la stradina che divide le due villette, dopo aver ricevuto un messaggio da parte sua di venire a trovarlo per 'parlare'.
"Mimi, volevi parlarmi?" Senza risponderle la invita a sedersi con un semplice gesto della mano: "Ti dispiacerebbe parlare della...sì insomma della sera scorsa?" "Non capisco...cosa ci sarebbe da dire?" Sulle guance della ragazza compaiono due chiazze rosee.
"No niente. Posso capire il tuo disagio a parlare, soprattutto se per te non è significato nulla e non ci vuoi pensare" "Significato nulla?! E dimmi, cosa te lo fa pensare?" "Ma niente: mi è successo più di una volta e non vorrei che tu finissi per essere una delle tante che vogliono scopare" "Ma che dici? Qua sembra che sia tu quello a cui non frega nulla né della sera prima né dei miei sentimenti!" La voce della ragazza si fa più alta ed il suo volto sconsolato e arrabbiato "Mi hai fatto venire qui per dirmi queste cose, Jimin? Seriamente?" Il ragazzo la blocca non appena la vede alzarsi dal letto verso la porta "Non volevo dire quello..." "Però l'hai detto senza lasciarmi spiegare niente. Ora lasciami." Con uno strattone Cami riesce a liberarsi dalla sua presa, "Per me ha avuto una grande importanza tutto ciò che è successo da quando sei arrivato qui, nel caso volessi saperlo", allontanandosi velocemente da Jimin e dalla casa dei ragazzi.

"Hai rotto il cazzo, mi lasci studiare?" "Ma mi annoio, e poi volevo chiederti di aiutarmi a rifare la tinta dato che il blu sta sbiadendo" Elisa si gira spazientita dalla parte del ragazzo che si sta osservando sconsolato una ciocca di capelli color verdino dopo il fallito tentativo di portarla fuori per fare una passeggiata. "Stai chiedendo alla persona più sbagliata: nella migliore delle ipotesi i tuoi capelli finirebbero per terra inceneriti. Piuttosto, perché non mi aiuti a studiare?" "Ti sembro uno in grado di aiutare a studiare la gente?" "Dai Taetae non sottovalutarti così, sei un ragazzo intelligente in fondo. Quindi ora vieni qui e mi aiuti" Taehyung molla la presa dalla sua ciocca di capelli e si avvicina tutto confuso alla scrivania di Eliblu: "Cosa dovrei fare?" "Ora ti psicanalizzo" "...ma che cazzo? Sei sicura che sia utile per studiare?" "Assolutamente sì, ora siediti al posto mio" Il ragazzo fa come detto, sedendosi sulla sedia da ufficio nera al posto di lei. "Ti farò delle domande e tu devi rispondere. Visto? Niente di più facile" "Questo è ancora tutto da vedere"
Elisa tira fuori un taccuino, cominciando a leggere ad alta voce le domande: "Saresti amico di te stesso? Se commetti un crimine per nutrire il tuo bambino affamato, sei una persona cattiva che va punita? Hai mai avuto la sensazione di stare vivendo la stessa giornata più e più volte? Apriresti una busta con dentro la data delle tua morte?""CHE RAZZA DI DOMANDE SONO ma sei sicura di star seguendo il programma del tuo corso-""...effettivamente queste sono solo domande che mi ero fatta qualche tempo fa, non c'entrano niente con lo studio. Ma tu non potresti semplicemente rispondere?" Tae si stiracchia sulla sedia, cominciando poi a muoversi sulle rotelle della sedia in giro per la stanza "Ma io voglio uscireee dai facciamo un giro, ti offro un gelato per merenda" Con un sospiro Elisa si ritrova ad acconsentire la sua proposta implorante "Ma ad una condizione: invece di offirmi il gelato, mi comprerai una crêpe alla nutella" "Andata" Il ragazzo allora si infila rapidamente il cappotto con un sorriso brillante, aspettandola. "Hyde Park?" "Come preferisci tu"