Anche se mancavano ancora alcuni giorni all'inizio dell'anno accademico molti ragazzi erano già arrivati al campus per l'assegnazione degli alloggi.
A nessuno era concesso scegliere il compagno di stanza, era la direzione a fare gli accoppiamenti nel massimo riserbo e non erano ammesse lamentele o cambiamenti.
Tutto era fatto al fine di evitare che due "casinisti" finissero nella stessa stanza.Per questo motivo avvicinandosi ai cartelloni Nikita sapeva già di non essere in camera con il suo amico Rhys.
Avevano passato l'ultimo anno delle superiori a fare i "coglioni" rischiando addirittura la bocciatura e la loro fama era arrivata sicuramente anche ai responsabili del dormitorio.
Temeva di essere stato affiancato a uno di quei secchioni che non facevano altro che studiare dalla mattina alla sera, lui voleva divertirsi e godersi quegli ultimi anni di libertà.Dopo un po' trovò il suo nome e il suo numero di stanza, per poco non si mise ad urlare dalla gioia: il suo coinquilino era il suo grande amico William.
Erano nella stessa classe dalle elementari e Nikita lo considerava quasi un fratello. Era un vero e proprio genio anche se aveva poca voglia di impegnarsi. Era divertente e di compagnia quando riuscivi a convincerlo a fare qualcosa, ma soprattutto era la persona giusta per tenere a bada la sua idiozia che a volte prendeva il sopravvento.
Al contrario di Rhys che incoraggiava le sue cavolate, William riusciva sempre a farlo ragionare.
La sua vita universitaria era iniziata proprio per il verso giusto.Prima di andare in camera però doveva passare in segreteria per registrarsi e farsi dare la chiave dalla stanza, poi dritto in facoltà per gli orari delle lezioni.
Il suo sogno era girare il mondo, conoscere gente proveniente da ogni angolo della terra e per questo si era iscritto a lingue straniere.
Quella passione gliel'aveva trasmessa suo padre Michael: quando era piccolo lo portava spesso con sé nei suoi viaggi di lavoro.Dal padre aveva ereditato anche i suoi tratti somatici: capelli biondi e grandi occhi azzurri.
Il suo carattere invece esuberante e testardo, incline a trasgredire l'aveva preso da sua madre Katrine. Fatto che suo padre non smetteva di ricordarle tutte le volte che Nikita lo faceva arrabbiare o combinava qualcosa.
Sua madre era una bella donna con lunghi capelli rossi e un carattere forte. Quando diede al mondo Nikita, per far pagare al marito il fatto di non essere stato presente al momento del parto, a causa di un viaggio di lavoro, aveva dato al figlio lo stesso nome del nonno, cosa che Michael le aveva scongiurato di non fare, perché negli Stati Uniti poteva risultare ambiguo.
Quando Nikita aveva 14 anni suo padre venne nominato ambasciatore in Germania e la sua famiglia naturalmente si trasferì con lui. Nikita aveva frequentato tre anni delle superiori a Berlino, per rientrare poi negli Stati Uniti solo per l'ultimo anno, quando suo padre venne richiamato in patria per assumere la carica di ministro degli affari esteri.
Dopo aver preso gli orari delle lezioni Nikita si precipitò in camera sperando di trovarci già William, odiava stare solo e l'idea che l'amico potesse ritardare ancora qualche giorno non gli piaceva affatto.
Aprì la porta speranzoso, ma la trovò vuota. Con suo grande sollievo però notò i bagagli appoggiati per terra ancora intatti.
Con quella bella giornata era sicuramente uscito nel parco e adesso era steso da qualche parte a sonnecchiare. Così decise di andare alla sua ricerca, per disfare le valigie c'era tempo.
Prima di oltrepassare la porta principale buttò un occhio dalla parte opposta dell'atrio dove c'erano i cartelloni. Davanti ad essi vide un ragazzo magro e alto, con capelli nerissimi sparati in aria, non riusciva a vederlo bene, ma gli sembrava di conoscerlo.Stava per ritornare indietro per scoprire chi fosse quando fu praticamente travolto da Rhys che per la foga lo fece cadere con il sedere per terra finendogli addosso.
"Ciao Niki che piacere vederti"
"Rhys sei il solito deficiente!"
Nikita si rialzò scrollandosi di dosso l'amico senza tante cerimonie.
Non era cambiato affatto da quando l'aveva conosciuto alle medie, né fisicamente, portava ancora gli stessi capelli castani corti, né mentalmente, era ancora immaturo e casinista come allora.
Rhys fece finta di essere offeso "Come sei freddo con uno dei tuoi migliori amici!"
"Io non sono freddo. Sei tu che sei il solito idiota. Mi sei piombato addosso come un ciclone. Assomigli sempre di più ad un cane."
"La verità è che ti sei rammollito. Ti hanno fatto male le vacanze da eremita."
"Scemo. Adesso spostati che mi voglio alzare."
Rhys osservò bene Nikita.
"In effetti sei un po' magrolino e questi capelli lunghi.... mi sembri una ragazza... col nome che ti ritrovi dovresti cercare di essere più uomo"
"Ma vaffanculo! Vuoi un pugno?"
Nikita senza aspettare una risposta e approfittando del fatto di essere più alto di Rhys gli diede una botta in testa.
"Ahia! Non avevo detto sì!"
Nikita si mise a ridere "Mi era sembrato"
"Coglione!"
Ad un tratto Nikita si ricordò che, prima di incontrare quel casinista del suo amico, stava cercando il suo compagno di stanza. Quel pensiero gli fece sorgere una curiosità.
"Rhys, con chi sei in camera?"
"Te lo ricordi Daniel Smith? Quello con quell'aria terrificante, i perenni occhiali scuri e la fissa per gli insetti?" Rhys accompagnò la frase con dei finti brividi.
"Sì certo. Beh di che ti lamenti? Al massimo sarà un serial killer. Spera che ti uccida di notte mentre dormi così soffri meno."
Nikita scoppiò in una sonora risata vedendo Rhys sbiancare.
Poi proseguì "A me è andata benissimo sono in camera con Will"
"Il solito fortunato. Ti prego fai cambio!"
"Ma neanche per sogno. E poi sai che non si può. Piuttosto stavo andando a cercarlo vuoi venire con me?"
"Sì, però dopo mi offri qualcosa al bar per farti perdonare. Ok?"
"Va bene sanguisuga."
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Rivalità e sfide pericolose. Cosa sei disposto a fare?
Short StoryNikita era seduto sul letto di Jonah, senza maglietta con i jeans slacciati, e quest'ultimo stava osservando attentamente il suo addome. Keelan avrebbe voluto chiudere la porta e andarsene, ma la vista delle mani di Jonah che toccavano la pelle lis...