Capitolo 5: Kasuki

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Il giorno dopo mi svegliai a causa della luce che filtrava dalle finestre. Ero nella stessa posizione della sera prima, girato su un fianco, le braccia che cingevano Kasuki, disteso a pancia in su. Credo che lui fosse sveglio da un po' perché, quando aprii gli occhi, i suoi lo erano già. Kasuki si mise a sedere e si girò verso di me. "Mi devo scusare" disse "per quello che ti ho fatto durante tutti questi anni." Mi misi a sedere anche io, accanto a lui. "Non è vero! Tu hai abbandonato tutto per mantenere me." Lui mi sorrise, ma era più un sorriso di compassione che un vero e proprio sorriso. "Io... io ti odiavo, Nariaki." disse. Sembrò vergognarsi della sua confessione, e abbassò la testa, senza però smettere di spiegare. "Io ti odiavo, poiché avevo dovuto lasciare tutto per te, che potevi ancora andare a scuola." Sapevo che mio fratello amava andare a scuola, soprattutto amava il corso di scacchi che si teneva nella sua. Kasuki è un ragazzo molto intelligente. "Ti odiavo perché dovevo lavorare, e non avrei potuto frequentare l'Università come avevo sempre desiderato." Sospirò. "Per questo non ero mai a casa, non ti degnavo mai di attenzione, non ti sorridevo." Concluse. "Immaginavo." dissi semplicemente. Non ero ferito da ciò che mi aveva detto, dopotutto, ero stato molto più fortunato di lui. "Ma io sono sicuro che adesso non è più così." Lo guardai negli occhi. "Non lo so. Mi sento semplicemente un verme simile a Lui." si confidò mio fratello. "Allora ho ragione." esclamai sorridendo. Anche lui mi sorrise. "Che ore sono?" mi chiesi, stiracchiandomi e scendendo dal letto. "Le dieci." Rispose Kasuki, guardando il suo vecchio orologio da polso. Gliel'aveva comprato Mamma, poco tempo prima di sparire. "La scuola!" Gridai, insieme a qualche esclamazione poco ortodossa. Kasuki mi guardò male. "Uhm... scusami... mi è scappato?" era più una domanda che un'affermazione. Lui si mise a ridere, mentre io correvo da una parte all'altra, in preda al panico. "Oggi non vai a scuola, Nari" Non mi chiamava così da quando eravamo andati a vivere solo io e lui. Feci un verso che potrei classificare come una specie di misto tra un "eh" e un "oh". "Ti farò una giustificazione." disse Kasuki, allontanando la questione "scuola" agitando per aria una mano. Kasuki, che era sempre stato così ligio al dovere, mi faceva stare a casa durante un giorno di lezioni? Probabilmente la mia faccia tradiva la mia sorpresa, perché Kasuki, offeso, esclamò: "Ehi, perché tutta questa sorpresa?" Facemmo colazione assieme, con quelle poche cose che avevamo nel cassetto quasi vuoto degli alimentari che non andavano nel microscopico frigo. Appena finito di vestirci (dovetti pregare Kasuki di non mettersi la solita maglia sgualcita di 3 taglie più grandi, che evidenziava ancora di più il fatto che fosse più magro persino di me) uscimmo per strada. Kasuki mi portò a fare un giro per la città, e, sorseggiando i nostri Boba Tea, ci fermammo sotto il ciliegio sulla collina, dove, qualche giorno prima, avevo passato del tempo con Hirotaka. Guardai alla mia destra come se il ragazzo fosse stato seduto vicino a me, sorridente come suo solito. Kasuki si accorse che ero perso in pensieri, e, da bravo ragazzo intelligente qual è, indovinò subito l'origine dei miei pensieri, dicendo di botto: "Il tuo amico?" Arrossii fino alla radice dei capelli. "Cosa?" esclamai, tirandogli scherzosamente un pugno sul braccio. "Pensavi al tuo amico?" mi chiese lui. "Cosa vai a pensare? E comunque, no!" dissi, arrossendo ancora di più. "Mh-mh" mi canzonò lui, voltandosi dall'altra parte. Kasuki approfittò di quel momento di distrazione da parte mia per rubarmi il Boba Tea dalla mano e scappare giù dalla collina. "Ehi!" esclamai, alzandomi di scatto e rincorrendolo. Fu in quel momento che, tra le nostre risate, i miei pensieri felici si interruppero. Fu in quel momento che capii che avrei dovuto proteggere la mia famiglia. Mentre correvamo, lo rincontrai. Il Preside stava passeggiando sul marciapiede, con una ventiquattrore marrone in mano e una strana aria sorridente. Mio fratello gli diede, inavvertitamente, uno spintone, ma, preso dalla sua "fuga" non se ne accorse, io invece, parecchio indietro, che già cominciavo a rallentare, me ne accorsi e mi fermai per controllare che la persona urtata da mio fratello stesse bene. Quella persona era il Preside. Non era da solo, ma, accanto a lui, c'era il professore di arte, Masaki, che era ancora più trasandato del solito e aveva l'espressione di uno che vorrebbe essere da tutt'altra parte. "Signor Preside! Mi scusi, mio cugino non guardava dove stava andando, lo perdoni!" esclamai prontamente. Non mi andava che sapesse chi era Kasuki. "Non ti preoccupare, Nariaki. Come mai non eri a scuola, piuttosto?" Mi osservò, con sorpresa. "Ehm... mio cugino torna ora da un lungo viaggio, e non ci vediamo da tanto. I miei genitori volevano che passassi del tempo con lui." Mentii spudoratamente. Probabilmente il Preside sapeva chi ero realmente, e, quindi, sapeva che non avevo genitori che vivessero con me. "Beh, farò un colloquio presto con i tuoi genitori, allora." Sgranai gli occhi. "Sono molto impegnati con il lavoro, non so se riusciranno a trovare abbastanza tempo libero..." cercai di sembrare convincente, ma sapevo di non esserlo affatto. Il Preside sorrise, dopo qualche altro commento di cortesia, prese commiato. Stavo per raggiungere Kasuki, che, nel frattempo, mi aspettava dietro l'angolo, sicuramente pronto a tendermi un agguato, visto che mi aveva visto fermarmi. Notai che, a terra, c'era un foglio. Doveva essere caduto al Preside adesso, poiché non era sporco o stropicciato, inoltre, nessuno ci era passato sopra, e mio fratello, passato correndo prima, avrebbe dovuto calpestarlo, data la strettezza della strada, se fosse già stato lì. Lo raccolsi e, preso dalla curiosità, ne sbirciai il contenuto. "Disponendo di queste prove, io, Noriyori Tanaka, accuso mio figlio Kasuki Tanaka di rapimento e trattenimento forzato di minore, e chiedo di ottenere la legittima custodia, che ho già, del mio secondo figlio, Nariaki Tanaka." Non andai oltre, avrei analizzato con calma il resto a casa. Mi tremavano le mani. Sicuramente, se il processo fosse cominciato, Kasuki avrebbe perso. Lui era ricco, e noi poveri, come avremmo fatto a pagarci un avvocato decente? Dovevo impedire che il processo avvenisse. Ma come? Avevo un disperato bisogno di riflettere, ma in quel momento non ero in condizioni di farlo. Piegai il foglio e me lo infilai in tasca, poi percorsi correndo la strada rimanente, incappando nell'agguato di mio fratello. Per il resto della giornata cercai di sembrare sereno e felice, non volevo che Kasuki si preoccupasse o perdesse il buonumore. La sera stessa, fingendo stanchezza, me ne andai a letto presto, dopo aver abbracciato mio fratello. O almeno, questo è ciò che gli dissi.

Angolo meh

Allora, giovani che mi seguono e seguono questa storia, qui (dopo tre anni che non aggiorno, ma questi sono dettagli, tanto la cara Elisa è praticamente l'unica che segue questa storia lol) inizia la svolta. Cioè, finalmente arriviamo al punto in cui si capisce che senso ha questa cosa, che in realtà non è solo uno yaoi ma ha anche una base gialla dietro. Comunque, io adoro troppo Nariaki e Hirotaka , ceh shippo un sacchissimoh uwu

Ciao e un ringraziamento a tutti quelli che mi hanno spronato a continuare questa storia! (principalmente tu, Eli :3)

Grazie a teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora