Parte 7

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Guardava il sangue scorrere via dal suo corpo e sorrideva. Era come se finalmente avesse compiuto un atto di puro amore verso se stessa. Forse solo adesso ricordava chi era realmente! Anche se la probabilità di rimanere cosi, ancora una sconosciuta era molto alta. Si chiamava Elettra, veniva dalla Grecia e aveva 21 anni. Nella vita lavorava in una pasticceria e amava la lettura, l'arte, il buon cibo e sentirsi importante. Allora perché ogni giorno sentiva un senso di vuoto, un sensazione di schifo verso se stessa? Era sempre lei solo che un po più addolorata anche se ormai niente poteva far effetto. Era sempre lei che andava a letto con i diversi uomini che Daniele gli diceva anche se ormai non si trovava entusiasta nel farlo. Ormai uno, due o cento non facevano nessuna differenza. Era una schiava, una persona inutile che obbediva ad ogni ordine come se fosse un robot e questo la disgustava. Non riusciva ad far finta di niente per poter superare al meglio tutto ciò perché semplicemente far finta significa dimenticare e cominciare a sentire pietà per il suo aguzzino. E poi c'era questa ferita aperta che non smetteva mai di sanguinare, di aprirsi e di lasciarla senza speranza! Era più come se bruciasse sempre dentro il suo cuore e volesse creare altre di ferite, sempre più grandi e importanti e forse anche mortali. 

Fino a pochi giorni prima pensava di aver capito parecchie cose della vita. Pensava di poter vivere veramente per rendersi conto ogni giorno che passava che tutto era una bugia. Aveva costruito la propria bolla di cristallo per non essere più piena di dolore e finalmente qualcuno gli aveva aperto gli occhi. Doveva esserne grata! Gratta per riuscire di nuovo ad provare dei sentimenti pero non ci riusciva. Il dolore sempre più feroce non la lasciava ragionare e allora continuava a cercare le colpe in altri posti. Non sapeva parlare di come veramente si sentisse senza esprimere dolore e cosi si limitava ad addossare le proprie colpe agli altri. Daniele lo aveva violentata allora la colpa diventava anche dei clienti, lei aveva accettata di fare la putana e allora la colpa era del passato, la nonna la picchiava e allora tutta la società diventava colpevole. Non aveva importanza se era stata lei a provocare la situazione, se era lei ad essere dentro di se sporca e bugiarda perché nella fine della giornata dava la colpa sempre agli altri. Adesso guardandosi nello specchio decise che per la prima volta desse la colpa a chi realmente lo aveva. Ecco perche il coltello nelle sue mani non aveva smesso di tagliare in modo distratto. A nessuno importava realmente se una prostituta si tagliava o che soffriva. Bastava solo che lei fosse sempre pronta e gentile con tutti anche se dopo vomitava e rimaneva dentro la doccia per due ore come se riuscisse con quel gesto ad cancellare tutto! 

Elettra, la ragazza greca venuta in Italia per un futuro migliore, sapeva solo che la vita era un continuo dolore e lei doveva imparare a prendersi le proprie responsabilità. Lascio cadere il coltello dalle mani sanguinanti e si tocco il viso. No, non era lei di fronte a quel specchio. Era completamente pallida come se avesse una malattia, aveva segni sul corpo che testimoniavano la violenza di Daniele e di ogni cliente che lui gli aveva trovato e come se niente fosse le gambe erano piene di sangue per via dei tagli appena fatti. Si vergognava a vedere se stessa conciata in quella maniera, in preda alla follia di un dolore che doveva sparire per lasciar spazio alla vita quotidiana! Non importava se doveva nascondere tutto dietro un sorriso, in silenzio per non scandalizzare nessuno. Importava solo che lei ritornasse ad essere, per gli occhi del mondo, la stessa Elettra di tutti quei anni. 

FALCO P.O.V 

Erano 4 giorni che Elettra non si presentava al lavoro! 4 giorni che non la vedeva mentre preparava un caffè per i soliti clienti, che non andava da lui per prendere i dolci appena sfornati oppure che si nascondeva dietro la collega quando le situazioni diventavano imbarazzanti. Forse per la prima volta in vita sua era realmente preoccupato per qualcuno e quel qualcuno era una donna. O meglio dire una ragazza di soli 21 anni che sicuramente stava facendo le sue scappatelle e continuando la sua vita notturna. Eppure niente tracce neanche per quanto riguardava quel mondo. Sembrava come se Elettra fosse rimasta intrappolata al interno di una nuova galassia e lui non potesse fare niente per dimostrarlo. Forse era una preoccupazione inutile, dettata più che altro da una sorta di invidia che provava per quei uomini che assaggiavano la dolce carne di Elettra con il rischio di diventare dipendenti come lui. Non c'era giorno che non la desiderava e non c'era notte che non cercava di entrare in contatto con Daniele per riuscire ad riaverla, anche solo per mezz'ora. Era diventato completamente rincoglionito appresso a quella ragazzina e adesso non poteva farne a meno. 

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