Capitolo undici

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27 Tramonto

Harry sale ancora uno scalino prima di fermarsi a guardare il cielo. "C'è il tramonto" dice, girandosi verso Ginny che prende fiato. "Si abbina ai tuoi capelli." La strega sorride e si sistema la sciarpa al collo per dissipare l'imbarazzo che le colora il viso. Quattro anni prima sarebbe morta a sentirlo parlare così, mentre ora riesce a tirare fuori un po' di autocontrollo.

L'odore di legno della capanna di Hagrid riesce a raggiungerli anche a quell'altezza e il ricordo della tazza di tè al limone offerto dal mezzo gigante qualche minuto prima risveglia le loro papille gustative. Tornerebbero indietro volentieri, se non fosse che qualche scalino più in basso Ron e Lavanda si stanno raccontando la storia delle loro vite: il reciproco interesse, sempre mal celato, è esploso quando lei è inciampata in un sassolino ed è finita nelle sue braccia. Tornerebbero indietro volentieri poi, se non fosse per il tesoro, ancora chiuso in una maledetta scatolina nera di pelle. "È un bel tramonto." Ginny prende un lungo respiro e si avvicina al Prescelto. "Ed è un peccato averlo sprecato così." Lancia uno sguardo divertito a suo fratello che balbetta qualcosa e diventa tutto rosso.

"Ce ne saranno altri."

"Ce ne saranno altri?" Incalza lei, infilando le mani nelle tasche e osservando con cura il colore del tramonto che si mescola alla meraviglia con gli occhi verdi di Harry. S'abbia anche a lui quel cielo.

Tocca al Prescelto fotocopiare le movenze di Ron: arrossisce e si gratta il collo, mentre si maledice mentalmente per non essersi preparato prima. O per aver parlato troppo. O per il silenzio che adesso sta riempiendo l'aria aperta e si sta aggiungendo al rosa sopra di loro. Cerca di calmarsi e pensa a Hermione, una delle poche ragazze con cui riesce a intrattenere una conversazione senza morire, che ha passato le ultime due settimana ad incoraggiarlo. Non potrà andare peggio di quella volta che Cho ti ha dato un due di picche in mezzo a duecento gufi, no?

"Potremmo farci un volo sopra il lago dopo i prossimi allenamenti di Quidditch" propone alla fine fine, trattenendo il respiro fino a sentire la pelle congelata.

Il sangue torna a fluire solo quando lei si mette a ridere e annuisce, "E appena possiamo, andiamo a spendere il tesoro da Mielanda."

"Affare fatto." Ginny toglie la mano sinistra dal taschino e gliela porge.

"Affare fatto."

Si lasciano andare quando il rumore dei passi di Ron comincia ad avvicinarsi. "Prima che voi me lo chiediate, no, non abbiamo un appuntamento." Li aggiorna, superandoli velocemente e salendo gli scalini a due a due.

"Che avete quindi?" domanda Harry, avanzando per raggiungerlo.

"Abbiamo che lei vuole leggere il mio futuro in una palla di vetro."

"Romantico" commenta Ginny, trattenendo le risate. Non serve, perché Ron si gira comunque a guardarla storto, "Nel linguaggio di Lavanda Brown, mi pare una cosa romantica."

Lui scuote il capo, ma non riesca a nascondere il rossore che gli si è palesato sulle guance, "Muoviamoci, o George ci fa a pezzi per essere arrivati due minuti in ritardo."

Il prescelto ride, "Di solito quella è la parte di Hermione." 

La compagnia della paperaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora