capitolo UNO

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In un conosciuto liceo dell'Eur, un quartiere di Roma sud, due ragazzi passano le loro ore mattutine seduti su quelle scomode sedie dell'aula pensando ai loro impegni pomeridiani.
Lui un tipo silenzioso, lei estroversa, entrambi con una mentalità aperta sul mondo intero.
Si conoscevano, si, ma lei era fidanzata e lui troppo timido e introverso per provare a parlarci.
<Ei piccola> sussurrò una persona accanto a lei, si girò e vide Christian, il suo ragazzo, sedersi accanto a lei.
<Ei -sorrise- come stai?> gli chiese.
<Tutto okay, è passato tutto> le lasciò un bacio sulla guancia appena prima che la prof entrò.
Le prime due ore passarono noiosamente lente, presero appunti, si scambiarono occhiatine e al suono della campanella andarono in bagno come loro solito per stare da soli.
<Ti vedo spenta oggi, che hai?> le chiese.
<Nulla...> parlò abbassando lo sguardo.
<Piccola parlami, che hai? Che succede?>
<Io... io sono stanca, non mi trovo più bene, non sento più le stesse cose...> sputò con esasperazione.
<Ma... cos-cosa dici?>
<Ti amo, si, ti amo con tutta me stessa ma non sento più quella scintilla dei primi tempi...>
<Io... io non so che dire, in un certo senso anche io sento che quella passione non c'è più...>
<Quindi... cosa facciamo?> abbassò lo sguardo lei.
<Vuoi chiuderla?>
<Non definitivamente>
<Mezza pausa, possiamo fare quello che vogliamo pensando però a noi. Ti va?>
<Si> rispose e gli si buttò tra le braccia per baciarlo come a ringraziarlo silenziosamente della sua comprensione.
Suonò la campanella e tornando in classe scherzarono come loro solito quando però nel corridoio venne chiamata dalle sue amiche:
<Ei bella biondaa!>
<Ma non sono bionda, idiota!> rise
<Ei bella rosciaa!>
<Ecco l'altra idiota> e tornò a ridere con loro. Era sempre così, loro la chiamavano in quindici modi diversi al giorno e lei rispondeva ridendo.
<Ma quindi? Gliel'hai detto?>
<Sisi, tutto okay. Abbiamo parlato e siamo rimasti in una relazione aperta> sorrise.
<Ma che troia -risero- lui e tutti gli altri. Occhio se lo scopre Gabriele, ti viene dietro dalle medie...>
<Ma io voglio farglielo scoprire, flirta da dio> scoppiarono a ridere.
<E invece il biondino? Quello con gli occhiali>
<E' castano -sorrise- e niente di che, ci guardiamo ma non so nulla>
<Uff...> vennero richiamate dal supplente per entrare in classe e la ragazza raggiunse Chris al suo posto.
Passarono altre due ore leggere, scesero poi in cortile a ricreazione e Amelia non passò inosservata. Indossava delle Jordan rosse, un paio di leggins e una felpa corta abbinata alle scarpe. Tutti la guardavano, quando passava sorridendo si illuminava tutto lo spazio attorno a lei, ogni ragazzo la squadrava da capo a piedi con occhi febbricitanti di invidia per i ragazzi attorno a lei. Raggiunse il suo gruppo di amici lasciando un bacio al suo migliore amico Edoardo e sedendosi sul muretto intrecciò il suo sguardo con il ragazzo misterioso, si fissarono per secondi o addirittura minuti quando però la magia si interruppe per colpa di Gabriele:
<Ei, la pianti di fissarlo?>
<Eh? Cos- ma chi?> si ridesse dai pensieri.
<Paolo, il ragazzo con gli occhiali del 5*C> la ragazza rimase stupita.
<Paolo?>
<Si>
<5*C?>
<Si, perché?> non capiva.
<Oh shit... Oh my god, are you fucking serious?>
<Si, lo conosco. Si trasferirà in classe nostra la prossima settimana>
<Oddio... devo parlare con Amanda> andò a cercarla e per farlo passò davanti a Paolo, la ragazza non ci fece caso ma venne guardata da testa a piedi tutta quanta, centimetro dopo centimetro... peccato però che gli stessi centimetri mangiati finirono direttamente nei paesi bassi del ragazzo.

Erotic problem - sfumature di un'adolescenza in un liceoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora