1_Primo incontro

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Taehyung attraversò la strada con passo elegante, le mani nascoste nella sua giacca lunga di Gucci.

Un paio di passanti si girarono ad osservarlo per qualche secondo. Faceva sempre colpo su qualcuno, era inevitabile. D'altronde non passava di certo inosservato un ragazzo di 24 anni vestito come un modello di alta moda. Peccato che non fosse esattamente il figlio ricco che poteva sembrare. Certo, ricco lo era, ma dire che in verità aveva 273 anni non era esattamente quello che la gente si aspetta da lui.

Quasi tre secoli, strano vero? Eppure era così perché Kim Taehyung non era un semplice umano. Bensì un vampiro.

Non aveva molto di diverso rispetto alla gente comune, se si sorvolava il fatto che i suoi occhi cambiavano colore e aveva bisogno di nutrirsi anche di sangue, da qui le zanne al posto dei canini.
Nonostante ciò era ormai abituato e controllarsi non era un problema.
Se non fosse per un piccolo ma per lui fastidioso particolare.
Un ragazzino biondo, al secondo anno di danza moderna.

L'aveva incrociato per puro caso durante la sua pausa pranzo. Si era iscritto a medicina anni prima e ora stava per concludere quell'ennessima laurea. A volte studiava, altre volte lavorava, ma ovviamente non era mai una cosa fissa e doveva ringraziare che al mondo ci fossero tante cose da fare, altrimenti sarebbe impazzito per la noia.

Comunque tornando al biondino, gli era venuto addosso mentre Taehyung stava entrando nella mensa per mangiare. Erano caduti, il ragazzino sopra di lui, ma si era alzato in tutta fretta e con un inchino e uno "scusami tanto" se n'era andato.

Ma Taehyung non aveva mai dimenticato il suo profumo. Erano stati pochi attimi ma il suo odore gli era arrivato alle narici ed era rimasto nella sua testa per giorni.
Ed ecco perché ora era lì, mezzo stalkerandolo da ormai una settimana.

Si trovava al parco e stava presumibilmente studiando appoggiato a un albero, dato il libro che aveva in mano.
Se i suoi due amici e tutori lo avessero visto così interessato a un umano lo avrebbero di certo rinchiuso in casa per almeno cent'anni.

Non che non potesse fare amicizia con gli umani, ma la sua sembrava più un'ossessione e non era un bene. Taehyung ancora non sapeva dare un nome a quel suo sentimento, e ci avrebbe messo un po' per capirlo.

Proprio in quel momento ricevette un messaggio da Seokjin, dove gli chiedeva cosa volesse per cena. Rispose che avrebbe mangiato lo stesso cibo suo e di Namjoon.
Ed eccoli lì, i suoi salvatori.

Namjoon aveva da poco superato la soglia del millennio mentre Jin era vicino ai 900. Si erano conosciuti un paio di anni dopo la trasformazione di Seokjin ed era subito scattata la scintilla. Da allora erano una coppia inseparabile. Poi avevano deciso di trasformare Taehyung e il ragazzo si era sorbito anni e anni di momenti sdolcinati tra i due amanti. Se avesse potuto ammalarsi sicuramente gli avrebbero diagnosticato il diabete. Nonostante questo era grato a Jin per la seconda possibilità che gli avevano offerto, senza di loro la sua sarebbe stata semplicemente una povera morte tragica.

Taehyung tornò a concentrarsi sulla realtà e mise via il telefono.
Osservò quel ragazzino da lontano e, come sempre, pensò che fosse bellissimo. Non sapeva cosa in particolare lo attirasse, semplicemente gli piaceva tutto di lui.

Ed improvvisamente quel ragazzo cadde per terra e un piccolo taglio si aprì sul suo braccio. Inspirò l'aria per il dolore e si toccò la ferita con due dita.
La leggera brezza fece si che l'odore del suo sangue arrivasse fino a Taehyung, che appena lo inspirò sentì gli occhi diventare rosso rubino.

Non ci pensò due volte, non si curò minimamente di nascondere alle altre persone ciò che era, e in meno di un minuto si ritrovò davanti a lui a tendergli una mano.
"Tutto bene?".

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"Tutto bene?" chiese una voce dal tono leggermente roco.
Jimin alzò gli occhi per poi incollarli sul ragazzo più bello che avesse mai visto.

Carnagione leggermente abbronzata, mascella squartata e sguardo color nocciola capace di farti cadere immediatamente in ginocchio ai suoi piedi. Deglutì.

Rimase lì, per terra, per un minuto buono fino a che il ragazzo si schiarì la voce. "Oh sì, sì tutto bene grazie" rispose afferrando la sua mano tesa. Il contatto gli provocò una leggera scossa e Jimin si affettò a rialzarsi per poi fare un passo indietro. "Grazie" si inchinò educatamente. Il ragazzo non rispose, semplicemente lo fissò per qualche secondo per poi avvicinarglisi lentamente.

Allungò una mano e Jimin d'istinto chiuse gli occhi e trattenne il respiro ma non successe nulla.

Allora schiuse le palpebre e scoprì lo sconosciuto che si rigirava una foglia tra le mani. "Era fra i tuoi capelli" spiegò e Jimin annuì imbarazzato, le guance leggermente arrossate.
"Sono Taehyung, piacere" continuò poi e di nuovo si ritrovò la sua mano tesa davanti a lui.
Si affrettò a stringerla, ricambiando la presentazione. "Jimin, Park Jimin".

"Jimin..." il suo nome detto dalle sue labbra gli fece battere forte il cuore. Suonava così bene.
"...ti va un caffè?" propose il castano e il biondino fu più che felice di accettare.

Nemmeno Jimin aveva capito che quello era il cosiddetto colpo di fulmine, ma ci sarebbe arrivato un anno dopo.

The blood in your veins [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora