4_La verità

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Taehyung stava consumando l'ultimo pasto da vampiro prima del viaggio. Una sacca di sangue e poi sarebbe stato pronto per il trasferimento.
Avevano deciso di partire in anticipo, anticipo di qualche anno, ma Taehyung aveva insistito, nonostante Seokjin e Namjoon gli avessero detto che non era un bene lasciare Jimin così.

Erano a conoscenza della situazione, ovviamente, ma il moro era stato irremovibile.
Non aveva intenzione di avvisare Jimin della sua partenza perché avrebbe dovuto rivederlo, o anche solo rivedere quella chat che aveva archiviato.
Non avrebbe sopportato tutto ciò e sicuramente i sentimenti sarebbero prevalsi. E lui non poteva permetterlo.

Comunque il ragazzo era intento a bere quel liquido rosso scuro quando Jimin premette l'interruttore della luce della cantina, mostrando quella scena degna dei film horror.
Non che sembrassero animali mente bevevano anzi, lo facevano con una certa eleganza, ma di certo i loro occhi rubino e le zanne in bella vista facevano un certo effetto.

Jimin si ritrovò ad urlare osservando la figura di Taehyung, che subito smise di bere e ricambiò il suo sguardo scioccato.

Mai nessuno aveva scoperto il suo segreto fino ad ora, senza contare sua sorella ma a lei lo aveva detto lui, e il fatto che fosse capitato proprio con Jimin gli mise una certa ansia.
Allungò una mano verso il viola che in tutta risposta spalancò gli occhi.
"Jimin..." sussurrò Taehyung.

"A-aiuto aiuto!" iniziò a gridare quello, salendo gli scalini a gattoni pur di andarsene da lì.

Taehyung fu veloce e prese il polso del ragazzo. "Jimin tranquillo, sono io" tentò.
Ma l'altro sussultò e iniziò a dimenarsi. "N-no ti prego, non farmi del male". "No, shh, non voglio farti niente, sono sempre il solito Taehyung" disse mettendogli una mano sulla bocca per evitare che facesse casino.
Fece tornare normali gli occhi, e pure le zanne erano sparite ma niente calmò Jimin.

A quel punto il castano sentì la sua mano umida. Il viola aveva iniziato a piangere disperato e spaventato.
A Taehyung si spezzò il cuore.

La vista di Jimin terrorizzato da lui lo fece gemere e lo lasciò andare completamente, cadendo all'indietro sul sedere.
Nascose la faccia tra le mani, due percorsi salati che gli scendevano dagli occhi.

Seokjin e Namjoon non fecero niente e non tentarono di fermare Jimin dallo scappare.
Sapevano che era una questione che riguardava Taehyung e non sarebbero intervenuti se non per stretta necessità. Ci avrebbe sicuramente pensato il moro a fermarlo.

Jimin corse su per le scale, il più veloce possibile, contento che non ci fosse nessuno a trattenerlo questa volta.
Era ormai arrivato in cima e stava per svoltare l'angolo quando un suono lo bloccò.

Quasi si congelò sul posto al sentire un qualcosa di così umano provenire dal suo migliore amico.

Voltò lentamente la testa e tornò a guardare giù, verso quella creatura che ora stava piangendo piegata su sé stessa.

Lo osservò per minuti interi prima di fare un passo nella sua direzione, lentamente.
Taehyung non si accorse nemmeno che Jimin era tornato indietro e ora era di fronte a lui.

Il viola allungò una mano, poggiandola sulla spalla del vampiro che, al tocco, alzò la testa di scatto e lo fissò ad occhi aperti. Jimin sostenne il suo sguardo stavolta, e una semplice quanto significativa parola uscì dalla sua bocca come un sussurro. "Taehyung...".

Il nominato al sentire il suo nome abbracciò l'altro di getto, provocando un sussulto come risposta.
Ma appena Jimin capì che non gli avrebbe fatto del male ricambiò, stringendolo forte dopo aver pensato per gran parte della giornata che non la avrebbe rivisto mai più.
Namjoon e Seokjin a quel punto uscirono dalla stanza, per lasciare un po' di privacy ai due ragazzi.

"Mi dispiace" Taehyung sussurrò al suo orecchio. Jimin scosse la testa. "No scusami tu, ho reagito male". "Hai reagito come tutti farebbero" ribatté di nuovo l'altro.
Jimin stette in silenzio. Un po' perché non sapeva cosa dire, un po' perché gli dispiaceva.

"Perché?" chiese Jimin dopo un po'.
Taehyung si allontanò di poco per guardare il ragazzo con occhi confusi. "Perché te ne stavi andando senza dirmi niente?" chiarì. "Mi odi così tanto?".

Taehyung si affrettò a scuotere la testa in segno negativo. "No, certo che no. Non potrei mai odiarti Jimin". "Allora perché? Spiegamelo" pretese il viola.
Taehyung sospirò.

"Io non posso ricambiare i tuoi sentimenti, per quanto mi piacerebbe. E credimi Jimin, ti amo alla follia". "Non capisco, qual è il problema?".
"Io sono il problema, questo è il problema" disse facendo diventare i suoi occhi rossi, guardando Jimin dritto negli occhi.

Il ragazzo deglutì ma non si scompose. Per qualche strana ragione, ora che aveva capito che non gli avrebbe fatto del male, sentiva di trovare attraente anche quella parte di Taehyung, soprattutto quella parte.
Si avvicinò, accarezzando con la mano la guancia dell'amico. "Non è un problema" fu sincero.
Fino a 5 minuti prima era stato spaventato, è vero, ma in fondo in fondo sapeva che Taehyung non lo avrebbe mai aggredito.

"Non invecchierò Jimin, una relazione con me è impossibile. Può durare i primi anni, certo, ma poi cosa succederà? La gente vedrà che non invecchio, a un certo punto ci scambieranno per padre e figlio, e poi addirittura per nonno e nipote. Come potremmo fare allora?
Sarà strano, per tutti, e sarà pure doloroso, te l'assicuro Jimin" tentò di convincerlo Taehyung sebbene quella relazione la volesse pure lui, profondamente.

Jimin abbassò la testa e guardò il pavimento. Taehyung sorrise triste, le loro mani intrecciate.

Poi però il viola tornò a fissarlo, determinato come non mai.
"Allora trasformami". Taehyung congelò sul posto.

The blood in your veins [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora