"Taehyung, puoi per favore almeno sbloccarmi? A lezione non vai più, mi hai bloccato dappertutto, non rispondi alle mie chiamate e neanche esci di casa.
Ho provato persino a chiedere a Jin e Nam ma pure loro mi evitano.
Come faccio io a contattarti? Capiscimi, voglio solo risolvere. Non mi interessa se non possiamo stare insieme, me ne farò una ragione, ma almeno restiamo amici. È passata una settimana, mi manchi Taehyung...
Parliamo almeno una volta, ti prego" il viola mise fine alla chiamata, sperando che almeno stavolta Taehyung ascoltasse la sua segretaria telefonica.Ma era abbastanza sicuro che il suo messaggio sarebbe finito cancellato come tutti gli altri.
Taehyung si era arrabbiato veramente un sacco con lui e Jimin non capiva.Era sicuro di essere ricambiato, ci aveva riflettuto attentamente prima di decidere di rivelargli i suoi veri sentimenti.
Eppure, anche se non fosse stato così, non capiva perché non gli parlasse più, almeno per risolvere.A Jimin andava bene anche semplicemente tornare amici, voleva solo poter parlare con Taehyung.
Avrebbe represso i suoi sentimenti con la forza se fosse stato necessario.
Ci soffriva? Sì, più di quanto potesse immaginare, ma gli andava bene pur di tornare quelli di prima.Aveva provato di tutto ma era come se il maggiore si fosse rinchiuso in casa con l'intenzione di rimanerci in eterno.
Non poteva sapere che la realtà era completamente diversa.
Come aveva detto al telefono era passata una settimana e lui non sapeva più che fare.
Sebbene Jin e Namjoon gli avessero espressamente detto, con tono alquanto minaccioso tra l'altro, che aveva fatto venire i brividi di paura al viola, di non presentarsi più davanti a casa loro, Jimin era talmente disperato che si ritrovò a sfidare la morte pur di parlare di nuovo con il suo migliore amico.Così si infilò le scarpe e prese il cappotto, indossandolo e preparandosi a uscire.
Non ne poteva più di quella situazione e sentiva che sarebbe impazzito se non avessero per lo meno parlato un'ultima volta. L'unica cosa che ripeteva la sua mente erano le ultime tre parole di Taehyung, e ogni volta gli trafiggevano il petto.Corse fino ad arrivare davanti alla casetta dei tre ragazzi, poi si fermò un attimo per riprendere fiato.
Fin da subito la casa gli apparve diversa.Non c'erano più le decorazioni in giardino e anche la cassetta delle lettere era sparita.
Le saracinesche erano abbassate e non facevano entrare neanche un raggio di luce nonostante la bella giornata.
Erano le 4 di pomeriggio e Jimin corrugò le sopracciglia confuso.Un cartello attirò la sua attenzione, pochi metri più avanti. Si avvicinò lentamente e quello che lesse gli fece spalancare gli occhi.
A caratteri cubitali la scritta "VENDUTA" spiccava sulle altre. Jimin spalancò la bocca e respirò con affanno.
Non poteva credere che per quella sua semplice confessione l'intera famiglia Kim se ne fosse andata.Il peso di quella parola, andata, si abbatté su di lui.
Non avrebbe più parlato con Taehyung. Non avrebbe più scherzato con lui e non sarebbero più usciti assieme. Non lo avrebbe più visto, neanche da lontano. E non lo avrebbe incrociato da nessuna parte per sbaglio.La dispersione prese di nuovo possesso di lui, al solo pensare che le possibilità di trovarlo in un'altra città, sconosciuta per di più, erano quasi nulle.
E il rimpianto di non aver risolto proprio con lui, il suo unico migliore amico, lo corrodeva dall'interno.Così fece l'unica cosa che gli sembrò sensata. Scavalcò il cancelletto e attraversò il giardino di corsa, consapevole di dove fosse la chiave di scorta.
Quando non la trovò per poco non si mise a urlare.Corse sul retro, nella speranza che almeno l'altra porta non fosse stata chiusa.
E quando provò a girare il pomello e vide che funzionava sospirò di sollievo.La aprì lentamente e fece un passo all'interno, richiudendosela poi alle spalle.
Si guardò intorno, notando come tutto fosse stato ripulito, rimanevano solo i pochi mobili essenziali.
Attraversò cucina e soggiorno, dirigendosi poi su per le scale in direzione della camera di Taehyung.
Si fermò a metà, quando sentì un rumore proveniente dalla cantina.Non ci era mai stato lì a dir la verità, era sempre chiusa a chiave.
La cosa accese una lampadina nella sua testa e tornò giù di corsa: forse c'era ancora qualcuno.Ma quando accese la luce, alla fine di quell'altra rampa di scale, e vide ciò che stava accadendo lì dentro, prese paura e volle scappare.
Ma inciampò all'indietro, finendo a sbattere il gomito sullo scalino producendo rumore.
Il suono attirò l'attenzione degli altri su di sé e Jimin si ritrovò con tre paia di occhi rossi a fissarlo.
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The blood in your veins [IN REVISIONE]
RandomShort story: Taehyung è un vampiro di quasi 3 secoli. 300 anni passati senza mai affezionarsi veramente a qualcuno. Fino all'incontro con Jimin, uno studente universitario che lo attirerà a sé come nessuno era mai riuscito a fare prima. Ma Taehyun...