2_La confessione

122 9 0
                                    

[Due anni dopo]

"Buon 24esimo compleanno Jimin!" esclamò Taehyung pensando a quanto stesse bene Jimin con il suo nuovo colore di capelli dai riflessi viola.

Dopo la loro prima conversazione erano diventati migliori amici nel giro di un paio di mesi e da allora passavano un sacco di tempo insieme, conoscevano tutto l'uno dell'altro. O quasi.

Il castano si ritrovò a pensare che ora avrebbero avuto la stessa età. Peccato che per Jimin lui avesse 26 anni.
A volte sentiva il peso di questo segreto ma poi pensava che se glielo avesse detto sicuramente lo avrebbe guardato con occhi diversi, pieni di paura come quelli di sua sorella secoli addietro.

E oltre a questo si aggiungeva il fatto di aver ormai capito da tempo di provare più di una forte attrazione per Jimin. Ma, per ovvie ragioni, una relazione con lui era un'idea esclusa dalla sua mente, oltre che da Namjoon e Seokjin.
Taehyung non voleva vedere morire Jimin e gli altri due non volevano che il loro segreto venisse scoperto da un umano. Per questo la loro unica regola con Taehyung era: niente relazioni serie ma solo occasionali o di breve durata.

E a Taehyung stava bene, in quasi 300 anni non aveva mai conosciuto qualcuno da più di una botta e via.
Ma quello che provava per Jimin era diverso. Eppure non lo avrebbe mai confessato al minore, tra un paio d'anni sarebbe semplicemente sparito senza lasciare tracce. Era meglio così.

"Grazie Tae, non dovevi" rispose Jimin prendendogli il regalo dalle mani. Lo spacchettò in poco tempo e aprì la confezione nero pece.
"Oddio ma è stupendo" esclamò alzando il ciondolo a forma di chiave di sol con un rubino rosso incastonato al centro.

Forse era per tutti quei pensieri negativi e tristi che Taehyung aveva deciso di fargli un regalo che durasse nel tempo, capace di farlo ricordare di lui.

"Cavolo quest'anno ti sei veramente superato, ma quanto hai speso?!" domandò continuando a fissare ammaliato l'oggetto. "Non preoccuparti, niente di troppo eccessivo" Taehyung sorrise.

Mangiarono la torta che Seokjin aveva preparato per loro. Jimin andava spesso a casa del moro e viceversa, così il ragazzo aveva avuto modo di conoscere i tutori di Taehyung.
Per questi ultimi Jimin non era un problema. Questo perché a loro sembrava un semplice amico di Tae, il castano era stato bravo a nascondere i suoi sentimenti a tutti.

Sapeva che l'alternativa era rompere la sua amicizia con il viola e lui proprio non voleva. Già soffriva per quello che avrebbe dovuto fare qualche anno dopo.

Mentre assaporavano una delle tante delizie di Jin, Taehyung si rese conto che Jimin era stato in silenzio per tutto quel tempo, con le sopracciglia arcuate. Posò la forchetta e si girò verso di lui.

"Jimin cosa c'è?" chiese allora il castano preoccupato. All'inizio scosse solo la testa, poi anche lui si girò per parlare. "Io... Ho una richiesta da farti" annunciò titubante.

"Dimmi pure" lo esortò Taehyung ma quello semplicemente lo fissò incerto. "Ehm... promettimi che non te ne andrai, che mi ascolterai fino alla fine" lo pregò.
Taehyung raddrizzò la schiena, lo stava facendo preoccupare. "Lo prometto" rispose, entrambi erano agitati per motivi diversi.

Ci furono attimi di silenzio poi il viola parlò. "Io... Io... Penso che tu mi piaccia Taehyung!" esclamò alla fine Jimin. Inizialmente scioccato Taehyung fece per ribattere ma Jimin lo fermò. "Avevi promesso che mi avresti ascoltato" gli ricordò.
E Taehyung non poté fare altro che deglutire e annuire, il peso di quella frase che gli cadeva addosso come un macigno.

"Ecco... Ho capito che mi piaci di recente a dir la verità, solo da qualche mese. Me ne sono accorto solo ora ma credo di aver sempre provato qualcosa di più che semplice amicizia.
All'inizio non volevo dirtelo ma poi, sapendo che entrambi siamo gay, ho pensato di avere una possibilità. Non dico che tu debba metterti con me come se fosse per forza una cosa seria ma... potremmo provare, anche solo per una settimana.
E te lo dico perché, e forse ora sarò azzardato, credo di essere ricambiato. Ho notato come mi guardi di nascosto, con gli occhi che brillano. E nonostante sia abbastanza convinto di questo, ora sono comunque un po' agitato" Jimin rise leggermente.

Taehyung non sapeva se volesse finire di ascoltarlo o fermare la sua vita proprio ora, per evitare tutto quello.
"E quindi ho pensato che nel mio giorno speciale, al mio compleanno, fosse l'occasione giusta per dirtelo. Volevo fare questo regalo a me stesso" concluse.

"Ma sei fuori di testa Jimin?! Che stai dicendo?" ribatté Taehyung. A quella frase Jimin si fece coraggio, perché in fondo lui non era una persona così timida.
"Perché ora reagisci così? Io lo so, ne sono certo, che anche tu provi qualcosa per me. Non c'è bisogno che lo nascondi ancora, a me sta bene" di nuovo gli sorrise per incoraggiarlo.

"Io... io non posso" lo contrastò il moro.
"Ma Taehyung-" Jimin venne stoppato dal maggiore. "Non l'hai capito? Mi fai schifo".

La realizzazione di ciò che aveva appena detto si abbatté su entrambi: Taehyung fece una smorfia e Jimin abbassò la testa, gli occhi che bruciavano.

A quel punto Taehyung scappò.
Prese la giacca e uscì, non voltandosi minimamente indietro.

Non vedendo così la faccia in lacrime di Jimin, la sua espressione distrutta dal dolore.

E mentre Taehyung quella sera chiuse tutte le comunicazioni col viola, segregandosi nella sua stanza con 5 bottiglie di alcolici; Jimin passò la notte a piangere sul suo letto, con l'immagine di loro due accoccolati a baciarsi proprio lì sopra che spariva, schiacciata dal peso dalla realtà e delle parole del suo migliore amico.

The blood in your veins [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora