Ti Voglio Bene Anna. - parte 11

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Arendelle. Tre giorni erano passati. Si, avete capito bene. Tre. Il nostro caro principe ha dovuto sopportare i funzionari di palazzo, occuparsi di suo figlio e lavorare al lago, per tre giorni consecutivi. Può sembrare strano visto che dai nostri tre eroi sembrano essere passate solo delle ore. Al quanto pare un'altra particolarità di quel mondo è un rallentamento del tempo.

Torniamo a noi. Kristoff stava tornando a casa dopo la mattinata di lavoro, pronto per assorbirsi i funzionari che lo aggiornavano sui preparativi del compleanno di Elsa, "Mancano solo due giorni, altezza ...", diceva uno, "Bisogna finire tutto in fretta, visto che il ghiaccio comincia a sciogliersi ...ma dov'è la regina?", diceva un altro, "La regina è ...è partita per una gita sulla Montagna del Nord con la principessa e ...state tranquilli ...di ghiaccio ce n'è abbastanza ...stamattina ne è stata caricata un'altra slitta ...", dopo qualche minuto riuscì a disfarsene. Pronto per andare da suo figlio. Arrivò dalle balie, "Oh, vostra altezza.", disse una inchinandosi e di conseguenza tutte le altre, "Non è necessario ...", disse lui non essendo abituato a quell'accoglienza. Prese in braccio suo figlio. Lui si mise a giocare con la sua copertina mettendosela in bocca. Dopo ringraziò e uscì, diretto nella sua stanza. Appena entrato, depose suo figlio nella culla e si cambiò. Tolse i vestiti da montanaro e si distese sul letto, stanco e preoccupato come non mai. Erano passati tre giorni. Tre dannatissimi giorni senza la sua Anna, "E se non tornassero?", si chiese scattando seduto sul letto. Sapeva quello che aveva chiesto a Neal e sapeva di potersi fidare di lui, ma era irrequieto. Stava per succedere qualcosa di brutto, "No, basta! Accidenti!!", gridò picchiandosi i palmi delle mani sulle tempie, "Lei tornerà!", disse guardando la culla.

Lei. Proprio colei che rischierebbe la vita per quelli che ama. Colei che ha intrapreso un viaggio pericoloso e ha rischiato la vita, solo per la felicità della sua famiglia, "Anna!", chiamò Elsa, "Anna! Dove sei?", "Qui!", Elsa si girò e la vide avvicinarsi, "Dove ci ha mandate?", chiese la più piccola, "Non lo so ...oh ...", disse guardando in lontananza l'altura dove ipoteticamente dovrebbe trovarsi il castello, "...di sicuro ci ha mandate molto lontane ...Neal ...", "Mi dispiace ...", "Quella ...maledetta ...strega ...", disse tra i denti. Il volto di Elsa prese un'espressione di rabbia. Se sua sorella non la conoscesse bene, direbbe che aveva il fuoco negli occhi! Invece erano freddi, l'azzurro dei suoi occhi avevano un colore vivace, "Anna ...", cominciò con tono freddo, fermo, quello che ebbe anche quella sera quando negò il matrimonio con Hans, "Dimmi ...", "...hai la mappa?", "Si ...mi fai paura ...", "...andiamo a riprenderci i miei poteri ...ho dei conti da fare ...e non mi piace tralasciare le cose.", Anna sorrise, "Certo vostra maestà! Mi segua.", e cominciarono a camminare con passo deciso.

"Perché?", "Te l'ho già detto perché! Sono preoccupato Gran Papà!", "Io non ci posso fare niente!", "Non hai qualche magia in serbo che possa far vedere cosa succede da qualche altra parte? Uno specchio o ...una lampada o ...", "No, mi dispiace Kristoff ...purtroppo, come ho detto a tuo fratello e ad Elsa, quel mondo è sconosciuto a tutti noi. Ci è impossibile conoscere i fatti.", Kristoff si sedette rassegnato, "Mi dispiace ragazzo mio ...", "Non fa niente ...torneranno un giorno o l'altro."

"Torneremo mai secondo te?", la sorella non rispose, "Insomma ...finirà mai tutto questo?", continuò il silenzio ed Anna si fermò, "Elsa!", "Che c'è?!", "Mi stai ascoltando?", "Io ...si cioè ...no ...ecco ...", "Lo so che sei presa, ma ora non mi sembra il caso di premeditare un omicidio ...", disse mentre ricominciarono a camminare, "Non lo sto facendo!", "Bhé ...sembra così ...", "Bhé non lo è ...", disse con riluttanza. Anna si fermò di nuovo, "Elsa ...", "Magari in parte, okay?", "Stai esagerando ...", "Lei ha esagerato!", "Non sai quello che dici ...sei furiosa e l'odio ti offusca la mente ...non pensare così male ...", "Vorrei vedere te al mio posto se si trattasse di Kristoff ...", colpo basso. Anna si ritrovò incapace di ribattere e guardò la sorella alzando un sopracciglio, "Hai visto?", "Oh, va bene ...lasciamo stare ...chissà come starà poi ...mi manca tantissimo ...anche Thomas ...non vedo l'ora di tornare!", "Già anch'io ...", dissero continuando il loro cammino, finché non giunsero nei pressi di un lago. Il cielo grigio si rifletteva nel lago limpido. Un particolare che notarono solo ora le due sorelle, "Ma qui è sempre notte?", "In effetti ...non mi sembra di aver mai visto il sole ...", "Strepitoso ...", ironizzò Anna, "Oh! Guarda! Quello deve essere il maniero di cui parlava Gran Papà!!", disse scuotendo la sorella e indicando il centro del lago, "Ma come facciamo ad arrivarci?", "Costruiamo un ponte!", "Eh no, no ...così non va proprio ...", le due ragazze sussultarono, "Chi va là?", chiese Elsa, "Mostrati.", disse Anna. Si sentì un battito d'ali e una creatura si appoggiò al tronco che affiancava le due. Era un volatile, assomigliava ad un aquila, con degli artigli affilati e ...una testa umana? Le due rimasero scioccate da quella creatura, "Che cosa diavolo saresti tu?", chiese la principessa, "Io sono un'arpia, mia cara, guardiana del vecchio maniero contenente le sfere del mondo.", Anna sbiancò. Aveva letto un libro riguardo a creature mitologiche di questo genere, ma era proprio orribile vederle dal vivo, "Gua - guardiana?", "Si. Il mio compito è quello di proteggere le sfere dagli intrusi o, in questo caso, dalle intruse.", finì il mostro alato, "Noi non abbiamo intenzione di fare danni ...con le sfere ...", disse Elsa, "La maggior parte delle persona che vengono qui ...è per usurpare del loro potere, ma mai sono riusciti nel loro intento ...", "Che fine hanno fatto?", chiese Anna, "Sono morti.", le due si guardarono preoccupate, "Li avete uccisi voi?", chiese titubante Anna, "No. Si sono uccisi da soli.", "Okay, così è molto più confuso ...che motivo avevano di farsi ciò?", chiese spazientita la regina, "Per accedere al maniero bisogna affrontare una prova. I molti che ci hanno provato hanno fallito.", "Una prova?", "Una prova sulla fiducia di uno nell'altro e viceversa.", "E se si fallisce?", "Si finisce in queste acque orribili a morire ...", disse con sguardo severo l'arpia, "Orribili? Nemmeno il mare di Arendelle è così cristallino e calmo ...", "Vedi, giovane avventuriera, a seconda della sfera che si vuole ...la magia del lago ne prende forma.", "Moriremo congelate ...", disse a bassa voce Elsa, "Non se sarete in grado di superare la prova.", Anna prese in disparte la sorella, "Lasciaci ...solo un minuto ...", disse, "Anna, dobbiamo provarci ...", "Non dico che sia sbagliato ...se dovremo fallire ...", "Lo so, ma ...per quanto possa essere inquietante tutto ciò ...resteremo insieme.", la più piccola sorrise. Nei suoi occhi però regnava il dubbio e il terrore, "Io ho fiducia in te ...", "E io in te, sorellina.", rispose Elsa. Poi si girarono verso la creatura, "D'accordo ...diteci che cosa dobbiamo fare.", disse la maggiore mentre Anna la prendeva a braccetto, "Allora siete scure di superarla ...bene ...ecco cosa dovrete fare ... a seconda della sfera che desiderate, la magia del lago, gli permette di prenderne la forma.", "Questo l'abbiamo capito e se falliamo quella stessa magia ci ucciderebbe no?", "Esatto.", Anna guardò preoccupata la sorella, "La prova è fondata sulla fiducia tra voi due e dalla sfera che desiderate.", con uno sguardo alle due fece capire la sua domanda, "Quella di Ghiaccio. Ci interessa quella.", "Bene ...", e dopo un movimento dell'ala il lago cominciò a scricchiolare. Le due sorelle si girarono e lo videro ghiacciarsi, "Dovrete attraversarlo, ma non così semplicemente. Una di voi si troverà già dall'altra parte e dovrà guidare l'altra che resterà qui.", "Dov'è l'inghippo?", chiese Elsa, "Quella che resterà qui ...sarà cieca.", finì con un sorrisetto perfido, "Perfetto. Chi ...", "Tu andrai là, Anna.", "Cosa?", "È una prova di fiducia. Io mi fido ciecamente di te. Nel vero senso della parola.", disse, "D'accordo.", acconsentì l'arpia e con un altro movimento dell'ala, Elsa cominciò a vedere nero, "Ah! Oh mio Dio!", esclamò ad occhi sbarrati "Elsa! Che cosa c'è?", "Non vede più, mia cara e ora ...", un ulteriore movimento e Anna si ritrovò dalla parte opposta di sua sorella. L'arpia si avvicinò alla regina in difficoltà per la vista, "Anna?", "No, tua sorella è già dall'altra parte del lago e ti sta aspettando. Devi andare, ma ti avverto ...la tua camminata potrebbe essere messa a rischio da molti pericoli.", "Fantastico ...", disse lei. Detto questo fu guidata dalla creatura fino al bordo del lago, "Elsa!", cominciò la principessa, "Vieni da questa parte.", le gridò. Elsa seguì il suono della sua voce ed ecco i primi passi sul lago ghiacciato. Ad un certo puntò il ghiaccio tremò e si crearono due zone davanti a le in cui sarebbe sicuramente caduta in acqua, "Elsa! Elsa, fermati!", lei fece quanto chiesto, "Devi spostarti un po' a sinistra ...", lei ubbidì, "Ecco così ...ora vieni avanti ...si! Così!", Anna era irrequieta, ma fortunatamente aveva sorpassato tutte le zone a pericolo. Elsa camminava in avanti, rischiando ogni tanto di scivolare, ma sempre fiduciosa del fatto che Anna era pronta ad aiutarla. All'improvviso una stalagmite uscì dal terreno e sfiorò Elsa che sussultò, "Tranquilla! È tutto a posto! Ora ...", ma non fece in tempo a finire che la sorella si ritrovò circondata dal altre stalagmiti, "Anna ...", disse con tono spaventato, "Tranquilla ...cerca di orientarti toccandole ...", lei lo fece. Mise le mani avanti e toccò la prima punta, schivandola e di seguito le altre due. Intanto, più avanti, una crepa di formò sul ghiaccio. Elsa riuscì a passarle, "Brava! Così! Ora vieni avanti.", era ancora lontano. Sarà stata a metà del percorso. Aveva paura, "Okay ...così ...", Elsa veniva avanti sempre a tentoni, ma ecco che arrivò nel punto dolente del ghiaccio che, dopo qualche scricchiolio, si ruppe in più pezzi galleggianti, "Anna!! Oh!!", "Mio Dio ...", sussurrò la principessa, "Calma ...devi fermarti!! Resta immobile!", la sorella si fermò, instabile, "Aiuto ...", "Tranquilla ...ora ti devi assolutamente fidare di me ...", "Lo sto già facendo.", rispose lei, "Devi esagerare stavolta ...", i pezzi di ghiaccio davanti a Elsa erano molti. C'era solo una via d'uscita. Saltare. Anna aspettò, finché un pezzo abbastanza grosso si posizionò davanti alla sorella, "Bene ...Elsa! Ora devi saltare!", "Cosa?!", "Fallo e basta!", la sorella sapeva che doveva fidarsi o sarebbe finita male per tutte e due. Prese un po' di coraggio e saltò. Atterrò in ginocchio sopra il pezzo davanti. Anna tirò un sospiro di sollievo, ma ben presto dovette trattenerlo di nuovo, "Aspetta un attimo ...", Elsa si alzò barcollando, "Ora! Salta!", questa volta atterrò leggermente più indietro rischiando di ribaltare il tutto. Anna perse un battito, ma la sorella riuscì a tirarsi su a fatica, rimanendo inginocchiata a riprendere fiato. Anna si sentiva sul punto di un crollo nervoso. Mancavano ancora troppi metri all'arrivo, "Okay ...ci sei?", "Si ...", rispose l'altra rimettendosi in piedi e rischiando di cadere in acqua, "Manca ancora un salto, Elsa!", già per superarli tutti, "Okay ...bene ...aspetta ...aspetta ...ora! Salta!", la sorella era titubante, ma saltò con più decisione di prima e atterrò al centro della lastra, "Perfetto!", Elsa avanzò di qualche passo e si ritrovò sulla terra ferma, per così dire. Anna la vide. Mancava poco finalmente, "Forza ...vieni avanti ...", Elsa seguì la voce. Il ghiaccio sotto di lei, però cominciò a scricchiolare e a rompersi minacciosamente. Il rumore fermò Elsa, "No! Non fermarti ...eeeh ...corri!!!", appena si riprese, la regina cominciò a correre. Le stalagmiti la sfiorarono ogni volta, a qualcuna andava addosso, ma mai niente di grave fino a quando arrivò a poco meno di un metro da Anna, "Ce l'hai fatta, Elsa ...", ma il ghiaccio tremò ancora, "Vieni!", le disse Anna. La maggiore perse l'equilibrio, ma prima di cadere riuscì a fare un passo. Tese le mani in avanti e incontrò il braccio di Anna che l'afferrò saldamente. Tutto in una frazione di secondo. Le due si ritrovarono una sopra all'altra. A terra. Ansimavano, "Wow ...è stata una folle prova di fiducia ...", disse Anna che aiutò Elsa ad alzarsi, "Si ...hai ragione ...", "I miei più sentiti complimenti.", disse l'arpia vicino a loro, "Non vedevo una prova così da decenni!", vi siete meritate il permesso di entrare nel maniero.", disse con un movimento dell'ala. Elsa si strofinò gli occhi, "Grazie ...", disse alla creatura che ora poteva vedere di nuovo, "Non c'è di che e buona fortuna per il resto!", detto questo prese il volo. Le due si abbracciarono, "Forza ...andiamo.", disse Elsa. Entrarono dentro il maniero. Anche se da fuori sembrava chissà cosa, invece si rivelò un illusione. Era presente solo una stanza e al centro un altare con dei piedistalli sopra i quali stavano le sfere, "Ah! Eccole!", la giovane regina sorrise, "Finalmente ...", "Oh! Eccola qua!", disse Anna indicando una sfera di color bianco. Sul piedistallo era disegnato un fiocco di neve, "Non ci si può sbagliare.", la prese in mano, "Attenta Anna ...", "Tranquilla.", la porse alla sorella, "No ...io non posso farlo ...", "Perché no?", "Perché solo chi, al di fuori di me, lo vuole veramente può farlo ...quindi ...se veramente mi rivuoi com'ero, se rimpiangi la fredda Regina delle Nevi ...lo devi fare tu, Anna.", "D'accordo ...", disse avvicinandosi, "La devi mettere dritta nel cuore ...", "Si ...", prese coraggio mentre la sorella aspettava impaziente. Ecco che Anna sposta il braccio all'indietro per poi arrivare decisa, con la sfera, al cuore di Elsa la quale cominciò a sentire un gran freddo che piano piano svaniva. I suoi occhi si accesero e faticò a respirare. I brividi le scossero la schiena più di una volta. I capelli ripresero quel biondo platino di una volta. Una forte luce blu le uscì dal petto e illuminò tutta la stanza, ma subito si spense. Elsa prese dei gran respiri, "Hey ...come ti senti?", chiese Anna, "Normale ...", la sorella sorrise. Le prese una mano, "Bhé ...questa è la temperatura che conosco ...quindi hai ripreso davvero i tuoi poteri!", disse quasi euforica Anna, "C'è solo un modo per scoprirlo ...", Elsa si girò verso la parete, pronta a sferrare un colpo, "Stai indietro ...", disse ad Anna, "Oh, Elsa, smettila ...non c'è n'è bisogno ...", la maggiore scuoté la testa prima di muovere velocemente le mani davanti a sé e creare delle stalagmiti che andarono fin contro la parete. Anna sorrise, "Bentornata.", ad Elsa scappò una risatina e con un movimento circolare della mano, dei piccoli fiocchi di neve circondarono Anna che sorrise divertita. Elsa si era incantata a guardarla, "Che c'è?", chiese questa, "Ti voglio bene, Anna.", "Te ne voglio anch'io!", disse abbracciando la sorella. Poi la minore si staccò e la guardò scherzosa, "Dai Elsa, fai la magia!", Elsa riconobbe quelle parole, ma diede poca importanza. Era il passato. Ora sapeva che non avrebbe fatto più del male ad Anna. Con un gesto rapido delle mani creò una palla di neve e la lanciò in aria. Questa esplose creando una bella nevicata, "Ahah! È stupendo!", disse Anna con le braccia alzate, "Oh ...che strano ...", disse poi, "Che cosa?", "Mi sembra di averla già vissuta questa scena ...", Elsa sgranò gli occhi, "Davvero?", "Bho, non saprei dirti ...ma fa niente, ora poco importa! Andiamo a salvare Neal! Forza!", "Si ...hai ragione, ma prima serve un ultima cosa ...", "Mh?", la maggiore con cenno della mano fece apparire il vestito di ghiaccio azzurro al posto di quello dell'incoronazione, "Se devo essere la Regina delle Nevi, voglio farlo bene ...e che regina sia!"

Some People Are Worth Melting For [Frozen Hearts sequel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora