Capitolo 20

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«Sta zitta, inutile ammasso di rottami!» mi lamentai, spegnendo la sveglia.

Mi alzai per andare a prepararmi, poiché a momenti sarei dovuta andare a scuola. Innanzitutto andai in bagno, feci colazione, ma appena dopo dieci minuti, qualcuno suonò il campanello di casa. Non aspettavo nessuno, in realtà, non a quell'ora, perciò mi chiesi chi potesse esserci dietro la porta. Ma quando aprii, mi resi conto che fosse Takemichi.

«Takemichi? Che fai qui?» gli chiesi.

«Yui-San! Non ti sei ancora preparata!?» si agitò.

«Hm, ho appena finito di mangiare, dammi il tempo» gli dissi.

«Sai che ore sono!?»

«In realtà no.»

«Siamo in ritardo!» gridò.

«Ma com'è possibile!? Mi sono alzata dieci minuti fa!» strillai.

Controllai l'ora e mi resi conto che mancassero solamente cinque minuti al suono della campana. Ero in ritardo...davvero in ritardo.

*

«Accidenti, Yui-San! È tutta colpa tua!» mi incolpò Takemichi, in preda alla corsa.

«Mia? Potevi venire a svegliarmi prima!» esclamai.

«E come facevo a sapere che ti eri svegliata tardi!?» strillò.

«Intuito» sogghignai.

«Takemichi.» lo chiamai, tornando seria per un momento.

«Si?»

Mi voltai in sua direzione e rimani a fissarlo per un po'. Avrei voluto insistere nel sapere perché non volesse che entrassi nella Toman. Poteva pensare ogni cosa possibile, ma non che fossi stupida. Era chiaro che lui sapesse qualcosa in più rispetto a me. Mi chiedevo se avessi dovuto dirgli che sarei entrata nella Toman per tener d'occhio Kisaki o meno. Forse mi avrebbe aiutata in qualche modo, non ne avevo idea.
Ma alla fine decisi di non dire nulla e tenere tutto per me.

«Niente, non è niente» borbottai infine.

Domande. Inutili domande senza risposta. Dopo il ritorno di Baji nella Toman, dopo essere effettivamente stato membro della Valhalla, non ne aveva fatto parola. Aveva raccontato almeno ai suoi amici il vero motivo per cui aveva quella decisione? Avrei voluto saperlo anche io, ma forse sarebbe stato meglio non aprire l'argomento, dopotutto non sarebbe servito a niente, ormai era passato. E il passato andava lasciato alle spalle.

*

Dopo aver finito le lezioni, uscii insieme a Takemichi, parlando di tanto in tanto della Toman e della riunione che si sarebbe tenuta quella stessa sera.
Non ero particolarmente nervosa, anzi, tutt'altro. Avrei proprio voluto vedere l'espressione sconvolta di Kisaki; aveva qualche piano in mente e io avrei rovinato ogni cosa.

Prima di arrivare a casa, però, qualcosa mi colse alla sprovvista. O per meglio dire, qualcuno. Mana e Luna comparvero dinanzi a me, abbracciandomi.

«Huh? Mana? Luna?»

«Ti sei dimenticata di noi?» mi chiese la più grande.

«Mi sei mancata tanto» borbottò Mana.

«Conosci queste bambine?» mi chiese Takemichi, indicando le figure accanto a me.

«Certo, sono le sorelline di Mitsuya»

«Oh! Siete davvero carine e piccoline!» esclamò, abbassandosi alla loro altezza.

«Non sono piccola!» ribatté Luna.

«Huh?»

«Vieni Yui» disse Mana, trascinandomi per la mano.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐇𝐑𝐈𝐋𝐋 || Takashi Mitsuya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora