𝐕 𓆩♡𓆪 il ragazzo farina

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[nei media] nothing's gonna hurt you baby








♫ Nothing's gonna hurt you, baby
As long as you're with me, you'll be just fine
Nothing's gonna hurt you, baby
Nothing's gonna take you from my side











𝐖𝐀𝐑𝐍𝐈𝐍𝐆: in questo capitolo sono
presenti accenni al ptsd e alle
condizioni mentali di una vittima
di violenza. please, be careful.










𝓖𝐈𝐕𝐄
𓆩♡𓆪
𝓣𝐀𝐊𝐄

𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐕𝓣𝐢𝐦𝐞 𝐭𝐨 𝓑𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 𝓐𝐠𝐚𝐢𝐧:ɪʟ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴏ ғᴀʀɪɴᴀ

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𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐕
𝓣𝐢𝐦𝐞 𝐭𝐨 𝓑𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡 𝓐𝐠𝐚𝐢𝐧:
ɪʟ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴏ ғᴀʀɪɴᴀ







Quando riprese conoscenza, tutto intorno a lui era avvolto in un biancore asettico. Se fosse stato totalmente fuori di sé, avrebbe potuto pensare di essere morto e di trovarsi in paradiso, ma era abbastanza lucido da sapere che quella era un'ipotesi impossibile, considerando che razza di peccatore era. La parte razionale di lui sapeva di trovarsi in ospedale: l'odore del disinfettante per le mani ad uso clinico e il battito ritmico del cardiofrequenzimetro gli parevano due indizi sufficienti.

Imparò in fretta che l'ospedale era quel tipo di posto in cui o scopri di essere solo come un cane, o scopri di essere amato molto più di quanto tu possa immaginare. Fortunatamente, nel suo caso era la seconda opzione. Lo visitò un dottore; gli disse che avrebbe potuto lasciare l'ospedale non appena avesse finito il ciclo di flebo. Quando andò via, arrivarono i suoi genitori... in lacrime. Non gli tolsero gli occhi di dosso neppure per un attimo, prendendosi cura di lui, baciandolo e chiedendogli scusa più volte, ma Jeongguk non riusciva proprio a capire che cosa avrebbe dovuto perdonargli. Pianse forte aggrappato ai vestiti di sua madre, perché gli era mancata tanto e vederla soffrire in quel modo aveva risvegliato il suo lato più infantile.

Subito dopo arrivarono un paio di poliziotti e gli fecero alcune domande, ma Jeongguk sentiva la testa scoppiare ogni volta che tentava di ricordare l'accaduto. Gli dissero che qualcuno aveva versato degli stupefacenti nel suo drink e che poi era stato violentato. Quando sentì quelle parole, si ritrasse e si raggomitolò su se stesso. Non poteva crederci. Ricordava qualcosa, certo, ma erano ricordi confusi, di Yujin, della festa. Ma una violenza sessuale? Non poteva crederci e basta, e non ci credette fino a quando non gli dissero che il suo amico aveva testimoniato per lui.

Gli chiesero il nome della persona che l'aveva stuprato; era scappata il giorno stesso in cui era avvenuta l'aggressione. Quando gli riferì il nome di una donna, Jeongguk poté giurare che quei poliziotti lo guardarono disorientati, quasi disgustati: come aveva fatto a farsi sopraffare da una donna? Come aveva potuto essere tanto debole, un ragazzo di ventidue anni come lui, tutto muscoli e forza fisica? Ovviamente erano questi i loro pensieri, Jeongguk ne era certo.

𝐓𝐇𝐄 𝐆𝐈𝐕𝐄 & 𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐀𝐊𝐄 ⁺ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora