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I'm the daughter of Harry Edward Styles.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

-Beh...ehm, quanti anni hai?- Domandò Harry grattandosi nervosamente la nuca. Quella situazione lo stava mettendo fin troppo a disagio. Il silenzio per lui era una cosa insopportabile, ingestibile.

Harriet deglutì silenziosamente, alzando lo sguardo su di lui. Non aveva intenzione di rispondere in alcun modo. Il suo silenzio poteva essere considerato in due modi, o come forma di protesta o come forma più alta della parola.

Harry sospirò, alzandosi in piedi.-Lo so che non sei muta, parlami.- Disse seguendo lo sguardo della ragazzina. Girovagava da una parte all'altra sul salotto classico di lusso in legno. Divano e poltrone imbottite color ocra. Tavolino con piano in marmo...

-Harriet?- Le schioccò le dita davanti, facendola sussultare.-Ci sei?-

Lei annuì, spostandosi sul divano.-15.- Mormorò a voce bassa. Harry non la sentì nemmeno, ma già sapeva la sua età, desiderava soltanto sentire la sua voce.

-Il tuo assistente sociale mi ha detto che sei una ragazza molto taciturna.- Si grattò il naso, alzandosi dalla poltrona su cui era seduto.-Ma non credevo così tanto.- Aggiunse a bassa voce.

Harriet alzò gli occhi al cielo, sentendosi messa in soggezione.-Ti mostro la casa.- I due, cominciarono a fare un giro per la villa, limitandosi a rimanere per alcuni secondi per stanza. Harry, parlava, parlava e parlava, senza mai fermarsi e Harriet si chiedeva come riuscisse, a lei non piaceva chi parlava troppo.

-...questa è la stanza della domestica, Gwen, che è anche la cuoca. In fondo, accanto alla mia stanza c'è la tua ok? Se avrai bisogno di qualcosa puoi..puoi venire da me, va bene?- Chiese guardandola con la coda dell'occhio. Era cresciuta, sana e bella.

'Non verrei da te neanche se mi pagassero' Pensò sistemandosi meglio il borsone sulle spalle, l'unica cosa che si era portata dietro.

-Senti...mi dispiace per quello che è successo due anni fa.... Ma avevo solo 18 anni e mezzo, non sapevo quello che stavo facendo. Era tutto così strano- Si bloccò, notando Harriet ignorarlo.-...okay, lo so che non mi vuoi parlare, sei arrabbiata e lo capisco, ma non possiamo almeno provare a ricominciare tutto da capo?- Propose sorridendo lievemente.-Dimentichiamo il passato e..- Prima che continuasse lei lo sorpassò, chiudendosi nella sua nuova stanza.

Ne aveva davvero avuto abbastanza di tutte quelle parole a vanvera. Insomma, chi mai avrebbe lasciato scappare una donna che aveva tentato di uccidere?'' Nessuno!!'' Si rispose da sola, appoggiando il borsone sopra il letto. Nella sua vita aveva ricevuto molte delusioni, ma la più grande era stata quella da parte di Harry, una delle poche persone di cui si era fidata veramente.

-Signorina Harriet, è ora di cena.- La chiamò la domestica bussando alla porta. Finì di sistemare le poche cose che aveva, lanciando un ultimo sguardo alla camera prima di uscire. Le pareti erano color giallo canarino e tutto il resto si intonava ad esso. Il comodino arancione, la lampada, l'armadio...

-Signorina, spero lei apprezzi ciò che ho preparato per il suo ritorno.- Disse Gwen tentando di farle spiccicare parola, fallendo miseramente.

-Questa è la sala da pranzo, si accomodi pure vicino a suo padre.- Harriet era così tentata dal dirle che sapeva già quale fosse la sala da pranzo e che Harry non era suo padre, ma non poteva, non voleva.


-Hey, piccola, vedo che non ti sei cambiata, hai per caso bisogno di un pigiama? Sai, il tuo armadio è pieno di vestiti nuovi.- Il ricciolo, spostò con un sorriso la sedia accanto alla sua, invitandola a sedersi ed Harriet lo fece, seppur con riluttanza.

Il peggio arrivò quando i piatti furono serviti in tavola e lei non sfiorò il cibo.

-E' pollo arrosto con patate. Il tuo piatto preferito...o almeno così era.- Commentò Harry, alzandosi dal suo posto per sedersi vicino a lei.-Non ricordi più come si usano coltello e forchetta?- La prese in giro, sfilandole la forchetta inutilizzata di mano.

'Idiota' Pensò lei lanciandogli un'occhiataccia.-Sembri un gattino.- Disse lui mentre le tagliava un pezzo di pollo. Gli occhi di Harriet non erano normali, o almeno non per lei e gli altri che la conoscevano.

''Soffriva'' di eterocromia, una caratteristica somatica di individui che presentano differente colorazione di due parti del corpo omologhe.

In poche parole la differente colorazione delle iridi. Il suo occhio sinistro era marrone scuro, quello destro invece azzurro/blu.

-E dai, apri la boccuccia.- Harriet serrò le labbra, spostando la testa di lato. Non voleva mangiare niente.-Vuoi che faccia il trenino? Uhm? Ciuf-ciuf?- Portò la forchetta sulla sua bocca,stavolta, spingendola bruscamente.-Se mangi almeno questo boccone giuro che poi non ti rompo più.- E fu con quelle ''parole magiche'' che la convinse ad aprire la bocca e ingoiare quel piccolo pezzo di carne.

-Hai visto? non è male, un altro po'?-

Harriet scosse la testa indietreggiando con la sedia, pronta a tornare di sopra, ma fu fermata dalla mano salda di Harry, stretta attorno al suo polso.-Non avrai veramente intenzione di non mangiare? Odio che il cibo sia sprecato.- Disse prima di mollare la presa, per non farle male.-Se non avevi fame avresti dovuto dirlo prima, sai?-

La figlia scosse di nuovo la testa e tornò di fretta nella sua stanza, prima che la costringesse a mangiare di nuovo.

***************.

-Non lo so..ragazzi, lei..è come dire..strana. Non parla ne mangia un pasto serio da almeno tre giorni...non pensavo fosse messa poi così male.- Harry si confidò coi suoi tre migliori amici, Louis, Liam e Niall, tutti seduti attorno al bancone da cucina a fare colazione.

-Non parla..?- Chiese sorpreso Niall. Se la ricordava benissimo, erano migliori amici benché avessero quattro anni di differenza.

-Già e...- Si bloccò, nel sentire il rumore dei piccoli passi scendere lentamente dalle scale.-Ragazzi non fissatela troppo.- Mormorò non appena Harriet comparì sulla soglia della cucina, troppo intenta a smanettare col telefono per accorgersi che tutti gli sguardi erano su di lei.

-Buongiorno tesoro.- La salutò Harry facendola bloccare sul posto. Alzò lo sguardo, deglutendo alla vista di tutti i ragazzi. Dopo quegli anni non si era dimenticata dei loro volti, come poteva farlo?

Sgranò gli occhi e fece per tornare nella sua stanza, ma di nuovo, Harry parlò.
-Fai colazione con noi, poi usciamo a fare un giro se ti va..sei rimasta chiusa in casa per tutti questi giorni.-

Beh, lo aveva fatto soltanto perché sapeva che se fosse uscita i fan avrebbero scatenato il deliro, online non si faceva che parlare del suo ritorno e lei odiava quella cosa.

-Hey Harriet, ti ricordi di me vero?- Niall le prese la mano, attirandola sé, in attesa di una risposta.

Lei annuì, staccandosi e andando a sedersi tra Liam e Louis, convinta che non le avrebbero rivolto la parola. Non erano d'accordo con Harry sulla relazione avuta con la madre, era ovvio che sarebbe finita male, ma quel ragazzino era troppo testardo!

-Vuoi del latte?- Chiese Harry porgendogli un bicchiere di latte caldo pieno.

La ragazza dagli occhi colorati non rispose e prese la tazza tra le mani, riscaldandosi le dita.

Niall, ricordava ancora che Harriet odiava il latte 'da solo', senza niente,come lo chiamavano prima, appunto le sfilò il bicchiere dalle mani, aggiungendoci due cucchiai di cacao.
-Ecco, adesso va meglio.- Disse mescolando e ridandogli il bicchiere. Lei gli fece un piccolo sorriso cominciando a sorseggiare la sua bevanda calda preferita.

-Allora? Dove andiamo questo pomeriggio?- Louis, ruppe il silenzio che si era creato giocherellando con una brioche.

-Io direi di farci una passeggiata al centro commerciale, vorrei..comprare alcune cose.-

-E centro commerciale sia!- Esclamarono tutti in coro, tranne Harriet, che, ovviamente, si tenne in disparte.

I'm the daughter of Harry Edward Styles {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora