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I'm the daughter of Harry Edward Styles

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

-Tieni papà, ti ho preparato la minestra.- Harriet sorrise, porgendo la ciotola calda all'uomo sdraiato sul divano. Ormai si era abituata a preparargli i pasti ad ogni momento della giornata e servirlo, visto il suo grave stato, suo padre era peggiorato tanto e non faceva altro che dormire su quel letto matrimoniale usurato dal tempo. Di aspetto fisico non somigliava molto ad Harriet, aveva solo gli stessi occhi, uno azzurro ed uno marrone, aveva preso solo quello da lui, per il resto tutta un'altra storia, lui era molto magro, le guance scavate erano sia per il cancro che per la scarsa alimentazione, tutto quel che finiva nel suo stomaco veniva rigettato.
-Non la voglio la minestra te l'ho già detto Harriet!- Sbottò muovendo la mano per scacciarla, tuttavia facendo quel gesto beccò la ciotola che si capovolse fino a caderle addosso.
Tirò un piccolo urlo, scattando all'indietro.-Merda..- Gemette infilando le mani sotto la maglietta, l'unica cosa che voleva fare in quel momento era separare la maglietta calda dal suo petto, bruciava e molto. Le vennero le lacrime agli occhi nel notare che suo padre non se ne era accorto, ciononostante sapeva che non era colpa sua, era per la malattia....vero?
Asciugò le poche lacrime cadutele sul viso, provando a rifugiarsi in fretta in sala per darsi una cambiata, però il suono del campanello la fece bloccare sul posto, ormai era passata una settimana, lo sapeva, prima o poi l'avrebbe trovata. In quell'attimo di tempo per arrivare alla porta sorrise così tanto da riuscire a sentire il dolore alle guance, lui era venuto a trovarla, lo sapeva.
Era lì per lei.
-Harriet! Va a rispondere ti prego.- Quella volta usò un tono più basso, come se prima non fosse successo nulla.
-Okay papà.- Nonostante il dolore decise di andare ad aprire la porta, emozionata dall'idea di rivederlo.
Due esili braccia l'avvolsero appena aprì la porta e non riuscì a trattenere un sorriso.-Alesha...- Dire che mesi prima ce l'aveva a morte con lei sarebbe stato un eufemismo, non sopportava il fatto che avesse baciato Harry, però una volta chiarito tutto aveva capito, tra di loro non c'era niente se non una splendida amicizia.
Evitò di mostrare la sua delusione, squadrandola dall'alto verso il basso, con attenzione.-Sei bellissima.- Ed era vero, sì, era ancora troppo magra, ma almeno il suo viso era tornato raggiante come era abituata a vederla prima dell'amnesia. I capelli le arrivavano appena sotto le spalle lisci e colorati di biondo, decisamente il suo colore.
-Mi sei mancata tanto! Io e Justin ti abbiamo cercata anche in altri stati.- Le stampò un piccolo bacio sulla guancia prima che si ritirasse, entrando in casa senza essere stata invitata.
-Cosa? Non avreste dovuto...- La osservò mentre appoggiava un casco nero sopra lo scaffale posto in corridoio, un casco?
-Hai una moto?- Si grattò la pancia da sopra la maglietta, scossa dall'eccessivo prurito.
-Sì! Voglio farti fare un giro, me l'ha comprata Justin! È bellissima.- Esclamò con quei grandi occhi verdi scintillanti come due pietre, nessuna poteva riuscire ad essere così bambina e allo stesso così grande.
-Mi piacerebbe farci un giro... Magari stasera quando Diana torna, la donna di mio padre.- Spiegò notando la sua faccia confusa.
-Capisco, abbiamo così tante cose da dirci..- Andò a sedersi sulla poltrona del salotto, guardandosi attorno, non le piaceva il posto, assomigliava a quello a cui si era dovuta abituare lei anni fa, era piccolo e spoglio, i mobili sembravano essere stati presi alla discarica, soprattutto la poltrona su cui era seduta, piena di buchi.
-Alesha?- La interruppe, senza smettere di grattarsi.-Come mi hai trovata e perché sei qui da sola? Pensavo che il medico..- Andò a sedersi di fronte a lei, sul divano color grigio perla.
-Non so come ti ho trovata, non sono stata io a farlo, ma l'altra mia personalità, non me lo ricordo nemmeno te lo giuro! So solo che l'indirizzo era scritto nel mio diario segreto, che è davvero segreto. Stavo dicendo... Oh, sì, la psicologa ha detto che è perché tu fai parte di me, della mia vita quindi avevo un assoluto bisogno di rivederti.- Fece una pausa, stringendosi nella giacca in pelle nera, lì dentro si congelava e si stava pentendo di aver messo un vestito corto fin sopra le ginocchia senza calze. Justin glielo aveva detto, ma lei aveva voluto fare di testa sua, vista la testardaggine.
-Non ho detto a nessuno dove sei, per questo sono qui da sola. Justin pensa che sia andata al lavoro, è tornato per due giorni dal tour così da aiutarmi a cercarti.-
-E..e lui?- Avrebbe voluto chiederle come stava andando il lavoro, sapeva che era riuscita a diventare attrice e a recitare in una serie TV chiamata "Modern Family", accendeva sempre la TV alla stessa ora per non perdere nessuna puntata. In quel momento però le interessava di Harry più che del suo lavoro da attrice.
-Harry è distrutto, mi fa male vederlo così e mi fa male vedere anche te così.- Ammise portandosi la mano sul petto.
-Dovete smetterla di farvi del male, tu lo ami, lui ti ama, cosa vi ferma?- Parlò con le lacrime agli occhi, ricordando quanto aveva dovuto consolare Harry il giorno dopo della fuga di Harriet, stava male al solo pensiero.
-Ci ferma il fatto che io abbia 16 anni e lui 25, che legalmente lui sia mio padre ed io sua figlia e alla fine, MI ferma il fatto che io lo ami e lui no.- Disse tutto ad occhi chiusi, come se non volesse affrontare la realtà, ma tutto quello era vero, purtroppo era innamorata di Harry e nessuno avrebbe potuto farci niente.
-Okay, forse lui non prova lo stesso per te, ma puoi fargli cambiare idea no? Non perderlo come ho fatto io con Justin, non lo sopporteresti.- Lei e lui erano ancora molto legati, ma vivevano distanti e lui era costantemente in viaggio a causa del tour mondiale. A differenza di come pensavano in molti Alesha era sempre infantile, si attaccava alla sua gamba per non farlo partire ogniqualvolta  cambiava destinazione, ma non c'era nulla da fare, Justin si era deciso a lasciarla da sola più spesso per farle capire che la sua vita poteva andare avanti anche senza di lui, al contrario di come la pensava Alesha, se fosse stato per lei lo avrebbe tenuto stretto a sè sempre.
-No, non può funzionare, sarebbe... Sarebbe incesto per la legge, hai visto che caos si è scatenato quando insinuavano ci fosse qualcosa tra te e Justin? Non voglio finire come voi, preferisco non parlarne ora. Sei l'unica qui per me quindi deduco che tu sia l'unica persona a tenere così tanto a me.-
-Non è vero, Justin sta impazzendo nel cercarti e penso che tra un po' il suo investigatore privato gli dica dove abiti e vedrai che correrà qui per abbracciarti. Niall pure, anche il resto del gruppo di tuo padre sta contribuendo.-
-Sul serio?- Lei lo aveva scritto nella lettera ad Harry dov'era prima di andarsene perché conoscendolo si sarebbe preoccupato ogni istante e si stupiva del fatto che non ne avesse fatto parola ne con Liam ne con Louis, anzi con nessuno.
-Sì, nessuno sa perché te ne sei andata, nemmeno io e non è una cosa bella.-
-Mi dispiace, però ti assicuro che è per una buona causa. Come sta Lesha?- Le mancava molto anche quella scimmietta, non era riuscita a portarla con sé per il semplice fatto che quella casa non sarebbe andata bene per lei.
-Harry la tiene sempre con sé, non le fa mai mancare niente.-
-La mia scimmietta....me la porterai qui un giorno vero? Però senza dire niente a nessuno.-
-Sì, lo farò di sicuro. Tornando a noi... perché la tua maglietta è bagnata? Scommetto che c'è un ragazzo qui non è vero? Come si chiama? Posso vederlo?- Si alzò, camminando in fretta per raggiungere la camera, però quel che vide non fu soddisfacente.-Oh...non c'è nessun ragazzo.- Rimase con lo sguardo su quell'uomo, era suo padre?
-Mmh, che bello Harriet, chi è questo splendore?- Chiese tra un colpo di tosse e l'altro.
-Io sono Alesha, la migliore amica di Harriet.- Giocò con le mani, sentendosi quasi intimidita da quello sguardo fisso su di lei, uguale a quello di Harriet.
-E' un piacere conoscerti.- La squadrò dall'alto verso il basso, contento di poter vedere qualcosa di diverso da sua moglie, ovviamente non le avrebbe mai fatto nulla, tuttavia avrebbe sempre potuto guardare senza toccare.-Io sono suo padre, la mia dolce bambina si sta prendendo cura di me.-
-Suo padre? E perché Harriet si deve prendere cura di lei?- Appena entrata in casa non aveva fatto caso al fatto che Harriet avesse menzionato una certa Diana.
-Perché sono affari miei Alesha, smettila e vieni di là.- Le prese la mano, portandola di nuovo in salotto.-Ti prego di non parlarci più.-
-Perché non mi hai detto che tuo padre è qui? Sembra così malato...-Scosse più volte la testa, tornando con lo sguardo sulla sua maglietta.-Perché continui a grattarti la pancia?-
-Te l'ho detto appena sei entrata in casa, comunque non so...mi è caduto un piatto di minestra addosso e ora mi prude, vorrei fare una doccia, ma l'acqua non sarà disponibile fino alle nove.-
-Minestra calda? -Domandò spaventata, era ovvio che si era ustionata no?
-Sì ma non è nulla sta tranquilla.-
-Non è vero! Potrebbe essere un ustione, fammi vedere se ci sono bolle.- La spinse a sedersi sulla poltrona, incitandola a togliersi la maglietta, cosa che non si fece ripetere, la sua migliore amica poteva sembrare stupida quando voleva, però quando si trattava di quelle cose sapeva sempre cosa fare.
-Uhm..non è grave, però guardati, sei tutta rossa ed è gonfio.- Le toccò delicatamente il torace, analizzando con attenzione la zona interessata.
-Dobbiamo fare qualcosa, subito.-
-Cosa?-
-Dovresti togliere gli indumenti a contatto..quindi il reggiseno.-
-Ma non posso! Non mi vergogno di te, facciamo di peggio assieme, ma siamo in salotto.-
-Allora andiamo in camera tua.-
-Non ho una stanza..- Mormorò abbassando lo sguardo, a disagio.-Io dormo qui, sul divano.-
-Oh... Capisco, vado a prendere un asciugamano.- disse dirigendosi verso il bagno.
-Ma l'acqua non va.- Urlò per farsi sentire, nonostante quella casa fosse piccola lei se lo dimenticava sempre, immaginando di essere a casa sua..
Con Harry.
-Ho usato  quella in bottiglia.- Rispose tornando da lei.-Tanto deve essere tiepida quindi andrà bene.- Le diede una mano a sfilare il reggiseno, tamponando ovunque ci fosse il rossore.-È esteso, forse dovremmo andare da un medico.-
-No Alesha, da piccola mi sono fatta peggio e c'erano le vesciche, qui no è solo rosso quindi vedrai che andrà bene.-
-Uhm.. Però se peggiora andiamo dal medico okay?- Andò in cucina, apri un cassetto e tirò fuori un rotolo di pellicola.
-Okay.- Disse senza smettere di spalmarsi la crema apposta per quei casi.
-Avvolgiamo con la pellicola trasparente, vedrai che non farà male. Così la pelle non sarà a contatto con la maglietta.-
Dopo aver fatto tutto si risistemarono  sedute come prima a raccontarsi le nuove cose e a scambiarsi diversi pareri su alcune vicende.
-Ho passato quasi tutta l'estate con Zayn, ci rendiamo conto?-
-Non potevi saperlo, sta tranquilla.-
-Mi sono sentita così in colpa quando me lo ha detto, pensi che riuscirai mai a perdonarlo?-
-Io l'ho già perdonato.- Rispose facendo un piccolo sorriso.

I'm the daughter of Harry Edward Styles {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora