Ciao, mi chiamo Ivàn Calenda, ho 20 anni e vivo da solo in un piccolo appartamento a Roma. La solitudine non mi pesa, anzi, forse l'ho scelta proprio perché mi rispecchia. Frequento ancora l'ultimo anno di superiori, e so cosa potreste pensare: sì, sono stato bocciato due volte. Fa parte della mia storia, ormai. Le persone mi conoscono come quello che non ha mai preso sul serio la scuola, quello che passa il tempo a bighellonare in giro o a fare festa invece di studiare. Ma c'è molto di più dietro la facciata.
A scuola sono visto come il classico "bad boy", quello che attira gli sguardi senza nemmeno sforzarsi, il ragazzo ribelle che sembra non dare peso a nulla. Le ragazze? Beh, sembra che a molte piaccia questo lato di me, questa immagine costruita di qualcuno che vive al limite, che non si lega a nessuno, che preferisce le avventure senza impegno. Sì, è vero, ho avuto tante storie, ma tutte superficiali. Una notte e poi via, come se nulla fosse successo. A volte le vedo il giorno dopo, nel corridoio, e faccio finta di non conoscerle. È diventata una routine, una parte della mia "reputazione". E sembra che tutti si aspettino che io continui così, come se fossi programmato per essere il ragazzo che non si preoccupa mai di niente e di nessuno.
Ma dentro di me, so che questa immagine non è reale. Non lo è più da molto tempo, forse non lo è mai stata davvero. Prima di diventare questo "bad boy" che tutti conoscono, ero una persona completamente diversa. Ero solare, sempre con il sorriso sulle labbra, scherzavo con tutti, e cercavo sempre di rendere felici le persone che mi stavano intorno. Ero il tipo di ragazzo che voleva piacere a tutti, che non sopportava l'idea di deludere qualcuno. Amavo sentirmi accettato, amato per quello che ero, e non sentivo il bisogno di nascondermi dietro una maschera. Ma poi qualcosa è cambiato. Forse una serie di delusioni, forse troppe aspettative sbagliate, forse il bisogno di proteggermi. Non saprei dire esattamente quando, ma a un certo punto ho iniziato a costruire una barriera intorno a me. All'inizio era una difesa, qualcosa che pensavo mi avrebbe tenuto al sicuro dal dolore, dalle critiche, dai rifiuti. Ma quella barriera è diventata così solida e spessa che ora mi tiene prigioniero.
La verità è che non mi riconosco più. Ogni giorno recito un ruolo che ormai conosco a memoria, ma che non mi appartiene davvero. Questo "bad boy" che tutti vedono, quello che si diverte a vivere senza regole, senza legami, non sono io. Non è il vero Ivàn. Dentro, mi sento bloccato, come se stessi vivendo la vita di qualcun altro, costretto a mantenere questa immagine perché ormai tutti si aspettano solo questo da me. Ma c'è una parte di me, nascosta dietro queste mura, che ricorda chi ero davvero. Ricorda il ragazzo che sorrideva senza secondi fini, che non aveva bisogno di dimostrare niente a nessuno. E quella parte di me, anche se soffocata, non ha smesso di lottare.
Mi sento perso. Ho passato così tanto tempo a cercare di piacere agli altri, di essere quello che pensavo volessero da me, che ora non so più chi sono veramente. Ogni mattina mi guardo allo specchio e vedo un estraneo. Un ragazzo che ha creato una versione di sé che non gli appartiene, solo per adattarsi alle aspettative degli altri. Mi sono costruito una maschera, una corazza così spessa che non riesco più a toglierla. Forse è per paura, forse è per comodità. Ma ogni volta che ci provo, ogni volta che cerco di essere me stesso, è come se il mondo intorno a me mi ricordasse che non posso farlo. Non senza distruggere tutto ciò che ho costruito.
Mi chiedo spesso come sarebbe tornare indietro. Tornare a essere il ragazzo che ero prima, quello che non aveva paura di essere vulnerabile, di mostrarsi per quello che era. Ma ho paura che sia troppo tardi. Che ormai questa versione di me sia l'unica che la gente vuole vedere. Il "bad boy" che non si lascia toccare dai sentimenti, che non si lega a nessuno. Eppure, non posso fare a meno di sentire una fitta ogni volta che ci penso. Una parte di me spera ancora che ci sia una via d'uscita, che possa trovare il modo di abbattere questa barriera, di essere di nuovo autentico.
Ma fino a quel giorno, continuo a interpretare il ruolo che mi sono creato. Continuo a vivere con questa maschera, sperando che, un giorno, qualcuno riesca a vedere oltre. O forse, un giorno, sarò io a trovare il coraggio di lasciar cadere tutto. Di essere Ivàn, non il ragazzo che tutti pensano di conoscere, ma il vero Ivàn. E chissà, forse allora scoprirò che non è mai troppo tardi per ritrovarsi.
Per ora, però, sono qui, bloccato in una vita che non sento più mia.
STAI LEGGENDO
Everything can change in a second
Fanfiction--- Questa è la storia di Siria, una ragazza che scoprirà quanto la vita possa cambiare in un solo istante. "Ti prego, basta! Farò tutto quello che vuoi, ma lasciami andare," implorò Siria, con le lacrime agli occhi. "Per favore, basta... lasciami a...