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### Siria – POV

Il telefono vibra insistentemente nella mia tasca, costringendomi a rispondere con una certa impazienza. "Pronto?" dico, sperando che non sia una chiamata di mia madre.

"Romano, ci siamo dimenticati di fissare un orario per le ripetizioni," dice la voce dall'altro lato, che riconosco immediatamente. È Ivàn. Non posso credere che sia lui.

"Hai ragione, scusa. Dimmi pure," rispondo cercando di mantenere un tono educato, anche se sono colpita dalla sua chiamata.

"Alle 16 sono da te. Non accetto un no," afferma con tono deciso. Non mi lascia nemmeno il tempo di rispondere prima che la linea si interrompa. Strano tipo, penso tra me e me. Comunque, sembra che oggi dovrò affrontare non solo mio padre, ma anche le ripetizioni con Ivàn.

Mi sento completamente a pezzi, ma devo tirarmi su. Mi alzo da terra, dove mi ero accasciata, e mi dirigo verso il bagno. Il livido sul mio volto è troppo evidente e deve essere coperto. Decido di fare una doccia veloce, nonostante il freddo. Esco dall'acqua, mi lego i capelli in uno chignon disordinato e mi guardo allo specchio. Mi sento insoddisfatta del mio aspetto e mi pizzico l'interno coscia per il fastidio dei chili in più. Decido di non pensarci troppo.

Il telefono vibra di nuovo e, vedendo il nome sullo schermo, realizzo che è Ivàn. "Sto arrivando," dice nel messaggio. Guardando l'orologio vedo che sono le 15:55. Panico. Mi precipito in bagno per cercare di coprire il livido con il correttore. Faccio del mio meglio, ma non è perfetto. Devo fare in fretta.

Il campanello suona e mi affretto verso la porta. La apro e vedo Ivàn con un sorriso amichevole e una busta di McDonald's in mano. "Ei," dico, cercando di sembrare allegra.

"Buonasera, bellissima. Ho preso dei doughnut per merenda dopo," dice, porgendomi la busta. "Ma non dovevi," dico, sorpresa e grata al tempo stesso. "Volevo farlo. Allora, dove ci mettiamo a studiare?" chiede, guardandosi intorno nella mia modesta entrata.

"Vieni in camera mia," rispondo, e lo conduco attraverso la casa. La mia casa è grande e labirintica, ma lo guido senza problemi fino alla mia stanza. Quando apriamo la porta della mia camera, un profumo dolce di cocco invade l'aria. Mi aspettavo che la mia stanza fosse piuttosto banale, ma Ivàn sembra sorpreso dalla pulizia e dall'ordine.

"Wow, non me lo aspettavo," dice, osservando le piante e le fotografie appese alle pareti.

"Accomodati," dico, indicando il letto. "Io prendo il quaderno e torno."

Ivàn - POV

Mentre aspetto, una foto sul comodino cattura la mia attenzione. Ritrae una bambina che abbraccia un ragazzo più grande, entrambi sorridenti. I due sembrano molto simili e, data la differenza di età apparente, il ragazzo potrebbe essere un fratello.

Ripongo la foto e mi stendo sul letto, cercando di rilassarmi. "Eccomi, scusa per il ritardo," dice mentre torna con i libri e il quaderno.

Mi siedo accanto a lei e inizia a disporre i libri sulla scrivania. "Da dove vogliamo iniziare?" chiede.

"Dalle funzioni circolari," rispondo, cercando di nascondere il mio disinteresse.

"Dai, non sono poi così difficili," dice, cercando di tirarmi su. "Per lo stesso discorso che abbiamo fatto prima, possiamo dire che la funzione è y..." comincia a spiegare, e io mi sforzo di seguirla.

"Quindi ha un andamento periodico?" chiedo, giocherellando con una matita.

"Esatto," dice con un sorriso. "Visto? Non era così difficile."

"Questo è tutto merito tuo," dico, sollevato. "Ora possiamo andare a fare merenda?"

"E va bene," dice ridendo.

"Non mangi?" chiedo, mordendo un doughnut.

"No, sono piena. Ho mangiato tanto a pranzo," risponde con un sorriso.

"Sicura? Non sai cosa ti perdi," dico, prendendo un altro morso.

"Sicura al cento per cento," dice ridendo.

Dopo aver finito di mangiare, mi viene un pensiero. "Posso farti una domanda?" chiedo.

"Certo, dimmi."

"Chi è quel ragazzo che abbracci nella foto da piccola?" La mia domanda sembra far cambiare completamente il suo stato d'animo. I suoi occhi verdi, di solito luminosi e vivaci, diventano scuri e profondi, quasi come se stessero perdendo il loro colore.

"Era mio fratello," dice, la sua voce tremando leggermente.

"Era?" chiedo, cercando di mantenere la dolcezza nella mia voce.

"È morto quando avevo otto anni," dice, abbassando lo sguardo e torturandosi le mani.

"Mi dispiace tanto," dico, accarezzandole la spalla in segno di conforto.

"Tranquillo," risponde, cercando di forzare un sorriso che non riesce a nascondere completamente il suo dolore.

Siria e Ivan, dopo quel breve momento di tensione, si concentrarono nuovamente sugli esercizi di matematica. Entrambi erano determinati a finire il lavoro e a mantenere l'attenzione sugli argomenti che stavano studiando. Senza ulteriori parole, si immergersero di nuovo nei problemi, con Siria che spiegava i concetti e Ivan che li applicava. L'atmosfera tornò lentamente alla normalità, e l'unico suono che riempiva la stanza era il fruscio delle penne e il frullare delle pagine.

Everything can change in a secondDove le storie prendono vita. Scoprilo ora