- Capitolo 3.

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#Myungsoo

Quegli occhi color nocciola mi fissavano, il suo sguardo era tra sorpreso e spaventato come se avesse visto un mostro. Davvero faccio quest'effetto alla gente?
Dalle sue labbra rosse una dolce e lieve voce fuoriuscì. Perché? Mi chiedeva. Me lo chiedevo anch'io. Non riuscivo a parlare, forse perché non avevo nulla da dire. Non sapevo nemmeno io perché l'avevo fatto. Sapevo solo che era stata colpa mia, sono stato io a farle cadere quei pochi won sotto il distributore. Quindi? Perché non dirle la verità e finirla lì? Qualcosa me lo impediva.

Continuavo a fissarla e notai che il suo sguardo si fece più sicuro, il color nocciola dei suoi occhi divenne un tutt'uno con le pupille e le sopracciglia si aggrottarono. Che cazzo le prendeva? Che cazzo prendeva a me, piuttosto?!
Ritornai in me e, senza esitare girai i tacchi, incamminandomi nel lungo corridoio dove tutti ci guardavano incuriositi, pronti a sputtanarci.

#Hani

Attendevo invano una risposta. Aggrottai le sopracciglia, quell'attesa mi agitava quando con aria altezzosa si voltò e s'incamminò.
Ma che cazz-. Aish.. inziai a incazzarmi. Il sangue pulsava velocemente nelle mie vene , serrai i pugni. Il desiderio di sferrargliene uno mi pervase ma, guardandomi intorno e vedendo gli occhi puntati su di me degli altri studenti tornai a ragionare.

Camminai dritta verso di lui e, arrivata a una distanza da poter ascoltarmi gli ordinai di fermarsi.

- Yah! Aspetta. -

Si fermò di colpo ma non si voltò. Così andai da lui mettendomi davanti impedendogli di proseguire. Serrai nuovamente i pugni e aggrottai le sopracciglia. Era un atteggiamento che mi mostrava alla gente più sicura ma dentro mille farfalle mi facevano tremare.

- Non li voglio. - gli porsi il sacchetto. Era sorpreso. - Prendilo come un regalo. - fece un sorrisetto sarcastico che mi fece innervosire ancora di più.
- Non accetto regali dagli sconosciuti. - insistetti.
- Senti.. è tuo. Ho solo rimediato al mio errore. Ora puoi farci quello che vuoi. - disse tutto d'un fiato.

Non ci furono altre discussioni, se ne andò. Urtò la sua spalla sinistra contro la mia destra mentre s'incamminò per poi non rivederlo più.

Rimasi sorpresa, quel gesto che, all'inizio mi sembrò da ragazzo sbruffone e arrogante, in quel momento mi sembrò leale e anche un pochino dolce. E quella conversazione, breve, ma in essa si poteva vedere un piccolo lato di lui che non sapevo descrivere.

#Myungsoo

Di nuovo, quella voce soave mi arrivò ai timpani. Era incazzata, lo si capiva dalle parole scandite. Mi fermai di colpo, ma non ebbi il coraggio di voltarmi. Se prima aveva avuto quell'espressione, non immaginavo in quel momento come potessero essere i suoi occhi.

E improvvisamente me la ritrovai di fronte. Di nuovo quello sguardo, però questa volta si intravedeva un velo di timore nei suoi occhi. Non riuscivo a capire, era solo un sacchetto di patatine. Perché fare tante storie? Le rivolsi uno dei miei sorrisi sarcastici e scontrando la mia spalla contro la sua mi incamminai per recarmi in classe.

Ero sorpreso, mi immaginavo un'altra delle sue scenate, ma non fu così.

#Hani

La campanella suonò e segnò la fine dell'intervallo. Mentre tutti gli spettatori si recarono nelle proprie aule, io rimasi ancora un po' a fissare quel sacchetto ripensando all' atteggiamento infantile che avevo avuto pochi minuti prima.

Regnò il silenzio nei corridoi e per un attimo pensai di non tornare in classe, troppo rumorosa per i miei gusti. Ma dovevo o avrei preso una nota il primo giorno di scuola. Questo non poteva accadere a una "ragazza modello" come me, come mi definivano i miei genitori. Quante volte avrei voluto marinare la scuola, a volte pensai addirittura di dover fermare gli studi ma non potevo, non potevo minimamente immaginare le loro espressioni deluse, mi avrebbero odiata. Già troppe persone mi odiano, anche loro no, non potrei sopportarlo.

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