Senza cuore

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Ormai era già quasi un mese che uscivo solamente con Mario, solamente con lui.
Però avevo sempre quella tentazione di aspettare Andrea, e questa voglia di riaverlo non mi spariva per niente, come se fosse un tatuaggio. Permanente era.
Fuori pioveva.
Mi stesi sul letto con le cuffie ad ascoltare un pò di musica.
Ma ogni volta che ricominciava la canzone di gemitaiz - ti amo, la saltavo subito perchè era quella fottuta canzone che mi dedicò lui, quando eravamo stra innamorati.
Mi scquillò il telefono e vidi che era Mario e un sorriso mi scappò.
<<Cucciolaaa.>>
<<Hey stronzo ahaha.>>
<<Oggi esci?.>>
<<Ma piove Mario, non credo di uscire.>>
<< E se ti porto a casa mia?.>>
Rimasi totalmente scioccata, e le sue tentazioni? Quali erano? Di scoparmi e basta?.
Non ci conoscevamo neanche da un mese emmezzo e mi si intrufola nella mia vita cosi.
<<Mario non penso sia una buona idea.>>
<< Tranquilla, i miei non ci sono.
Puoì far merenda da me eh.>>
<< Si ma vengo solo lo per la merenda ahaha.>>
Come non detto, fui stupida ad accettare il suo invito, così lui avrebbe creduto che io fossi facile.
Gli citofonai e mi aprì la porta.
<<Bellezza eccoti.>>
<<Hey.>>
Entrai e mi gaurdai subito in giro, tutto era così stupendo, in ordine.
Lui continuava ad osservarmi.
<<Allora, vuoi stare impalata a guardare il salotto o ti decidi di andare in camera? Ahaha.>>
E io per la paura di fare quelle cose tirai in ballo la scusa della merenda.
<<Prima la merenda ahah.>>
<<La trovi in camera la merenda ahaha.>>
Il suo sguardo mi puzzava, era troppo furbo.
Mi prese per la mano e mi portò in camera sua, e in effetti non stava mentendo. La merenda si trovava sulla sua scrivania.
<<Un panino? Ahaha.>>
<<Eh Sofy non avevo nient'altro ahaha.>>
Mi sedetti e mangiai il panino.
Quando lo finì lui si sedette vicino a me e mi osservò intensamente come se volesse dirmi qualcosa.
<<Vuoi sdraiarti sul letto con me?.>>
<<Mh daccordo.>>
Io mi sdraiai per prima e lui subito dopo mi raggiunse. Continuavamo a guardarci e a sorridere come due matti, ci facevamo il solletico e qualche volta ci scappava un bacetto a stampo e sinceramente questa cosa mi coinvolgeva davvero tanto e mi spingeva a far molto di più.
<<Sofy hai la faccia di quella che vorrebbe sfondare qualcuno ahaah.>>
<<Ahaha ma come ti permetti! Non è vero.>>
E forse in realtà lui non stava per niente mentendo, avevo voglia eccome, ma quella voglia la stavo tenendo solo per Andrea.
<<Ma io ti piaccio?.>>
Cosa potevo dirgli?.
Se gli dicevo di no si sarebbe offeso, se gli dicevo di si mi mettevo solo nei guai.. Quindi l' unica cosa giusta da fare è dire una via di mezzo.
<<Puodarsi ahah.>>
<<Ahaha che stupida.>>
Continuammo a baciarci lentamente e poi lui con le sue labbra scese fino al mio collo lasciandomi il segno di un succhiotto.
E in quell' istante mi squillò il cellulare.
<<Sofyyy dove cazzo sei?.>>
<<Sono da mia nonna Maia.>>
<<A che ora ritorni a casa?.>>
<<Più o meno all' orario di mia mamma.>>
<<Ah..>>
Intanto Mario giocava con i miei capelli e con l' altra mano accarezzava la mia coscia.
<<Senti Sofy, quando ci vediamo a scuola dobbiamo parlare.>>
<<è una cosa negativa?.>>
<<Ma va, è solo che ho dei problemi. Ora vado ciao Sofy.>>
<<Ciao.>>
Terminai la chiamata e Mario riprese a sorridere e mi si spiaccicò addosso come una mosca.
<<Hey bellezza cosa hai?, mi sembri perplessa.>>
<<No niente, è che è da un botto che non sento e ne vedo Maia.>>
<<Ah quella figa di ragazza bionda intendi?.>>
Ecco, mi diede fastidio quando la chiamò così, nessuno mi chiamava in quel modo ma a Maia sempre, in tutte le circostanze.
<<Se, lei.>>
Mi ero offesa davvero tanto, perciò gli dissi una balla e me ne liberai di lui per quel giorno ovviamente andato male come sempre.
Mia mamma ritornò a casa per le 20.41, invece io ero a casa già da un' ora in più.
Visto che mia mamma era arrivata, manca solo Maia che arrivasse.
<<Sofia!.>>
<<Che c'è mamma?.>>
<<È arrivata.>>
Maia entrò in camera mia ma con un aria estremamente diversa, invece di saltarmi addosso e sbaciucchiarmi mi ha solo detto un comune "hey". Mi stava già preoccupando.
<<Dai Maia, cosa devi dirmi.>>
<<Eh che tra due settimane parto e vado a Londra per delle lezioni.>>
<<Quanto tempo ci stai?.>>
<<Credo poco, diciamo 4 giorni.>>
Sinceramente per me andava benissimo, forse questa distanza fra noi due sarebbe stata d' aiuto per ricombaciare la nostra amicizia e andare avanti senza problema.
<<Ti va di guardare un film horror?.>>
Maia mi sorrise, quel bel sorriso che tanto mi aspettavo.
<<Ahahah dai Sofy le tue scelte dei film mi fanno sempre cagare.>>
<<Oh ma vai a fanculo vah ahaha.>>
Alla fine ci guardammo un video di quando eravamo bambine in un saggio di ginnastica artistica.
Io in quel periodo ammetto che ero davvero graziosa. A quell' età ancora non pensavo al mio futuro in questo modo.
<<Sofy sarà meglio che vado se no mia mamma si lamenta.>>
<<Uff.>>
<<Ci vediamo domani a scuola, notte.>>
<<Notte Maia.>>

Un ti amo sprecato, o forse noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora