Capitolo 1: Il parco

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"E... azione!

Era una giornata tranquilla... fin troppo tranquilla.
Un'ignara famiglia stava mettendo piede per la prima volta nella misteriosa cittadina di Beautifall, al loro passaggio era possibile notare le foglie staccarsi dai rami degli alberi e danzare in aria in un'esibizione dalla breve durata prima di toccare il nero asfalto della strada.

Il vento ululava tra le case con una voce nostalgica, portando con sé il freddo autunnale che gli abitanti della città sembravano amare tanto.

L'autunno è decisamente il momento migliore per trasferirsi in un luogo che ne fa il suo vanto, potendone assaporare subito i colori, gli odori... ma questa tranquillità non sarebbe durata a lungo poiché..."

"Angel, amore, per una volta non potresti mettere giù la videocamera e goderti la vista con i tuoi occhi?".

Lo sportellino con lo schermo della videocamera viene chiuso velocemente dopo quella domanda.

"Mamma... doveva essere una scena per il film che sto girando... ora sono costretto a tagliarla... non è che potresti tornare indietro di un chilometro più o meno così la rifaccio?"

La donna scoppia a ridere portando una mano alla sua bocca, tenendo l'altra sul volante.
"Avrai altre occasioni per percorrere questa strada, il film può aspettare che finiamo di mettere a posto tutte le nostre cose".

In quel momento Angel poggia il naso contro del finestrino, facendo poi scivolare lentamente il suo volto verso il basso, schiacciando così le narici sul vetro con uno sguardo sconsolato.

La macchina si lascia alle spalle gli alberi del bosco circostante, immergendosi del tutto nella piccola cittadina.

Vengono scaricati molti scatoloni con l'idea di svuotarne il più possibile già il giorno stesso, ma all'imbrunire la maggior parte di essi sono ancora sigillati e la famiglia decide di riposarsi dopo quel lungo viaggio.

Al mattino, i lavori di sistemazione dell'arredamento riprendono.

Arrivano anche gli addetti al trasloco che danno una sostanziosa mano alla donna, la quale comunque non si fa da parte e continua a spostare cose, aprire scatoloni, spolverare e poi spostare di nuovo, richiudere scatoloni, passare cose da uno scatolone all'altro.

In tutto ciò Angel rimane in piedi in mezzo alla sala della casa, con la sua maglietta nera e la scritta "NIGHTMARE" grande sul petto e degli schizzi di sangue stampati in un poco credibile rosso in vari punti.

La donna non può far a meno di notare quell'anima in pena alla quale si avvicina e, piegando le ginocchia, dice con espressione seria: "Oww... amore, ti stai annoiando, vero? Lo so, purtroppo è così, ci sono un sacco di cose da fare..." si ferma un attimo a riflettere e poi continua "Ma che ne dici se nel pomeriggio ti accompagnassi al parco? Ho visto che ce n'è uno qui vicino, di sicuro conoscerai qualche ragazzo della tua età, non puoi stare sempre da solo a tredici anni!".

Angel aggrotta le sopracciglia alle parole della madre.

"Ma io non voglio andare al parco! Lo sai benissimo che non mi interessa conoscere gente... piuttosto... non potremmo aprire subito lo scatolone con la PlayStation? Mi sto rompendo le palle..."
ma la donna scuote la testa non volendone sapere nulla: "Ormai ho deciso, più tardi ti porto al parco e ti farai qualche amichetto e poi..." si avvicina al suo orecchio per sussurrare qualcosa "ho visto che c'è una bella atmosfera da film horror come piace a te, potresti girare qualche scena per il film...".

Angel sbuffa, cedendo infine alle pretese della madre più perché sa che non potrebbe farle cambiare idea ormai più che per il film.

Così, nel pomeriggio, la donna prende la macchina per accompagnare Angel nel parco della città.

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