Capitolo 4: Festeggiano i morti (Fine primo atto)

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"Quello che è successo ieri ha lasciato tutti molto scossi.

Abi fatica a parlare, anche con Andy, la cosa non mi piace... gli altri sono stati fortunati a non vivere in prima persona la vicenda ma io e lei... noi ora dovremo portarci per sempre dentro questo peso, immagino.

Non so neanche se voglio continuare a registrare i miei pensieri, da una parte credo mi faccia bene, dall'altra... cosa dovrei farmene? Chi crederebbe a queste storie? Non sono neanche in vena per storie dell'orrore al momento".

Angel abbassa la videocamera, puntandola contro il letto, fissando il vuoto davanti a sé per poi spegnere l'apparecchio e poggiarlo lì di fianco sulla coperta azzurra.

Le mani del ragazzo poggiano dietro la sua testa, impedendole di sprofondare troppo nel morbido cuscino ma non potendo fermarla dallo sprofondare completamente nei suoi pensieri.

Sono passati solo pochi giorni dal trasferimento a Beautifall ma questa città ha già dimostrato in varie occasioni di avere qualcosa che non va.

È divertente? È come ci si poteva aspettare? Come quando si vuole essere i protagonisti delle storie dell'orrore che si guardano sullo schermo? Certo, l'adrenalina pervade il tuo corpo per quelle due orette ma è così pressante sapere che non finirà dopo, che non si può spingere un pulsante che spenga la TV, che questa è la realtà.

Eppure Angel fantasticava su questo e altro, sull'idea di vedere un vero mostro coi propri occhi, ma anche su quella di interpretarlo, quanto sarebbe stato emozionante prendere un machete in mano e trasformarsi nel serial killer di uno slasher qualsiasi?
Forse ora tutte queste cose sembrano meno emozionanti, o meglio, lo sono in modo diverso, meno divertente e più cupo, più soffocante.

Chissà come sta Abigail, poi.

Quello che ha visto, quello che ha provato, l'avrà segnata a vita, potrà più essere una ragazza normale dopo quello che è successo? Potrà più darsi della stupida quando la notte spegnendo la luce proverà paura?

E Andy, come potrà starle davvero accanto? Non si può biasimare una persona che non ha idea di come dovrebbe comportarsi riguardo l'avvistamento di un mostro gigante, non era neanche lì, non può capire cosa ha provato lei, non potrà mai, forse non può neanche Angel stesso.

"Sì può?" chiede una voce gentilmente non molto lontana.

"Tanto sei già mezza entrata" risponde Angel non discostando il suo sguardo dal vuoto ormai così familiare.

"Ti piace la coperta nuova? Non è più estate, andava presa una più pesante" continua la madre avvicinandosi al letto del figlio per poggiare una mano sull'oggetto della discussione.

Angel si limita a un "Uhm" svogliato, la donna inclina la testa di lato "Che c'è?".

Il ragazzo le rivolge finalmente lo sguardo, alzandosi di colpo in posizione seduta "Non mi piace il blu, non mi è mai piaciuto, mi hai sempre preso solo roba blu lo stesso, che ti devo dire? Fai come ti pare, se sai che piace a te a me va bene così!" esterna con aggressivo vigore.

La madre tiene la bocca socchiusa, spiazzata dalle parole del figlio, ma non comprendendole a fondo e non dandogli troppo peso "Ma amore... io pensavo di dipingerci anche la stanza, è un bel colore per rilassarsi la sera e dormire bene, tutto qui".

La donna continua ad avvicinarsi al figlio passandogli ora una mano nella fluente chioma "E poi questo colore... non si abbina bene a un maschietto come te, cosa vuoi che pensi la gente in giro? Con questi capelli lunghi e rosa sembri proprio una ragazzina, guarda che lo dico per te, eh!".

Angel ora la fissa aggrottando di molto le sopracciglia e spingendola via con le braccia tese.

"Mamma, vattene! Non è proprio il momento che mi rompi le palle anche tu!".

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