Capitolo 3: Cibo per gatti

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"...Così lo trovammo, era fermo, immobile, eppure emetteva suono, la sola visione di un tale oggetto fu in grado di mandare in pappa il cervello a tutti noi, ma non poteva neanche paragonarsi a quello a cui avremmo assistito dopo.

La figura di vento e foglie allungò verso di me la mano come nella speranza di poter prendere o riprendere con sé il campanellino, ma io non lo cedetti e lo portai qui dove lo vedete ora.

Come comportarci ora? È una bella domanda, ma sicuramente non possiamo lasciare il mistero irrisolto..."

"Zi' ma perché utilizzi il passato remoto che sarà successo neanche una settimana fa... così la romanzi troppo"
Andy spezza la magia del momento per il povero Angel "Il solito guastafeste".

Ritrovarsi alla base sotterranea è già diventato un rito sacro per gli emarginati di Beautifall, ogni giorno i cinque ragazzi si ritrovano insieme sotto a quel parco coperto di foglie.

C'è chi gioca, chi ascolta la musica e anche chi si fa le canne appestando l'aria già non particolarmente fresca e ricambiabile, spesso passano minuti senza che nessuno si parli, ma c'è un momento di unione che arriva tutte le sere prima di tornare a casa: il film horror.

La collezione di horror di Angel è talmente vasta da consentire al gruppo di vedere una nuova pellicola tutte le sere senza avere la sensazione di star esaurendo la materia prima.

In oltre, i DVD di Angel non sembrerebbero essere l'unica fonte di storie dell'orrore per la gang, la città si è già rivelata ricolma di misteri, la stessa base segreta adibita ora a punto di ritrovo per i ragazzi ha un'origine sconosciuta per tutti che viene ignorata forse per mantenere quel senso di ingenuità e spensieratezza che gli adolescenti non sono pronti a perdere.

E così la base è un covo nerd, il campanellino è un soggetto per il film di Angel, ma dietro tutti questi strani avvenimenti c'è di certo dell'altro che prima o poi dovrà essere svelato spezzando la magia.

"Io vi giuro, se qualcuno si accende un'altra sigaretta mi accascio a terra e muoio soffocata" interrompe di colpo il silenzio Abigail.

Infatti in quel momento tutti sembrano averne una in mano, tenuta stretta tra le dita mentre la mano è intenta a muoversi sul mouse o direttamente fisse in bocca venendo aspirate con ogni respiro.

"Strano che a sua altezza dia fastidio qualcosa" commenta Oliver completamente sprofondato in una nuova poltrona, con le gambe lunghe a terra e la schiena nella posizione all'apparenza meno comoda del mondo, con le mani nelle tasche del giaccone e lo sguardo assente.

"Vabbè ma certo che pure a me piace fumare ma qui davvero non si respira più, cioè, neanche a dire che c'è una finestra che a quel punto vabbè la apri e hai risolto, ma in queste condizioni dovremmo darci dei turni, tipo" riprende il discorso la ragazza guardandosi intorno alla ricerca di un qualche segno di validazione.

"Ma a me andava ora la sigaretta, poi la devo accendere per forza tra una partita e l'altra e neanche così ho fatto in tempo a finirla" ribatte Jacob senza distogliere lo sguardo dallo schermo del monitor al quale era stata collegata anche la PlayStation di Angel.

"Tu neanche mi difendi?" Abigail punta i suoi occhi da cucciolo in difficoltà verso il suo fidanzato.

"Maaa veramente mi sembra un po' nazista come sistema mettere i turni per le sigarette" risponde lui spezzandole definitivamente il cuoricino.

"E va bene!" afferma la ragazza alzandosi in piedi sul divano "Allora esco a fumare all'aria aperta con Angie!" continua afferrandolo per un braccio e strattonandolo più volte verso di lei.

Angel, un po' imbarazzato decide di assecondarla senza proferire parola.

"Ma Angel neanche si può dire che fuma, ha fatto un tiro di canna con me quella volta e pensava di avere le allucinazioni, poi sì vabbè le sigarette le ha provate ma ha sempre palesemente fatto finta di godersele solo per sembrare un bimbo grande davanti a noi nonostante non ce ne fosse bisogno, dico bene Ang?"
Andy tenta di salvare il suo amico dal fare qualcosa che non volesse fare.

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