Bagdad, Rosalía

1.7K 104 20
                                    

Bagdad, Rosalía

Quel suono infernale del marchingegno che il mondo chiama sveglia la desta dalle poche ore di sonno concesse.
Giulia non era mai stata mattiniera, l'insogna che l'attanaglia già dalla tenera età le aveva sempre fatto odiare il momento del risveglio, sempre troppo anticipato a giudicare dall'orario in cui era solita chiudere gli occhi.
Eppure si ritrova ora a spegnerla ogni mattina alle sei e mezza esatte.

Che strana la vita, vero Giugiulola?

E pensare che fino a pochi anni fa non sopportava nemmeno il caffè, troppo euforica per aver bisogno di quella bevanda così amara, e troppo amante dei sapori stucchevoli per poterlo sopportare sulla lingua.

Se la sé stessa di allora la vedesse trangugiarne una moka intera senza un filo di zucchero inorridirebbe. Ma spesso si ritrova a ragionare su come quel cambiamento così drastico dei suoi gusti rispecchi esattamente quello subito nella sua vita.
Un lato estremamente dolce che sembra essere stato insabbiato da litri della bevanda più amara che conosce, protetto dietro quello sguardo un po' diffidente, che invece vorrebbe solo continuare ad essere il più accogliente del mondo.

Lo scorrere della vita la obbliga a mettere fine a quel flusso di coscienza e a districarsi dal confortevole bozzolo di lenzuola e coperte per abbandonarsi agli impegni della gionata tentando il più possibile di non farsi sopraffare.

E già le sembra una probabilità piuttosto remota nel momento in cui si rende nuovamente conto della necessità che ha di spuntare una serie di incombenze dalla lista che la sua stessa mente le proietta ogni mattina.



•••



"Sono appena le 8 di mattina e tu sei già con gli occhi fissi sullo schermo, nenita? Menomale che ci siamo io e Marcello qui a portarti la colazione. Scommetto che non hai ancora toccato cibo oggi"

"Oddio Simo grazie, mi avete salvato. Non stavo nemmeno pensando a quanto avessi fame in realtà"

Risponde lei, lasciandosi andare ad una risata, sebbene un po' tesa.

"Te li ricordi i bei tempi Simo', quando era lei a portarci la colazione? Mi chiamava dal bar per chiedermi cosa volessi, ma poi aveva capito che tanto ordinavo sempre il toast e alla fine nemmeno me lo domandava più", scherza Marcello.

E Giulia non può certo dargli torto. Aveva conosciuto i due quando era all'ultimo anno prima del diploma. Erano entrambi assistenti della maestra Celentano nell'accademia che lei stessa frequentava. Non erano però mai stati fatti scattare di livello, e per questo, dopo alcune trattative, avevano rifiutato il solito incarico.

Avevano supportato Giulia fin da subito, appoggiando la sua idea di aprire una scuola tutta sua che fosse diversa dalle solite accademie di danza tutte tossicità e competizione. L'idea di creare uno spazio confortevole dove coltivare e condividere la propria passione aveva subito entusiasmato i due, portandoli presto ad accettare le due cattedre. Era quello che lei stessa aveva sempre sognato, un luogo dove si potesse danzare senza essere giudicati, dove il ballo potesse essere veramente sfogo e ragione di vita per tutti coloro che avrebbero voluto buttarsi.

"Dai amore, mangia e rilassati cinque minuti, che ti ho preso il cornetto alla nutella che ti piace tanto", la prega il ballerino, non appena la vede, curiosa, sbirciare velocemente dentro il sacchettino che aveva posato sul bancone nella di accoglienza che aveva davanti.

"Si Simo, non ti preoccupare, finisco si rispondere a questa mail e poi faccio colazione"

"Buongiorno a tutti! Ina, ti ho portato un bel cappucciono caldo al caramello, quello che ti piace tanto. Sono passata davanti al bar all'angolo e ti ho pensato"

Come nel più classico dei film nataliziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora