Capitolo 1 - parte I

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Julie aprí gli occhi per la duecentesima volta e fissò la sveglia che segnava le 9.30 am. Richiuse gli occhi per l'ennesima volta sperando finalmente di poter prendere sonno, ma senza successo. 
Quella notte non aveva dormito nemmeno un minuto. L'eccitazione del concerto le era rimasta sottopelle, ma non si trattava solo di quello. Quando era tornata a casa e aveva trovato i ragazzi in quello stato, si era sentita morire. Sapere che la loro unica possibilità di salvezza era il trapasso le faceva male, forse anche piú di quanto volesse ammettere, ma in qualche modo avrebbe potuto farsene una ragione sapendo che era per il loro bene. Non poteva invece accettare che scomparissero per sempre tra atroci sofferenze. 
Era sicura che sua mamma non li avesse condotti da lei per aiutarla per poi abbandonarli a quel destino crudele. Non poteva accettare di perdere di nuovo qualcuno a cui teneva senza poter fare nulla. La sensazione di impotenza e la disperazione avevano riacceso prepotentemente il dolore per la morte di sua madre lasciandola senza fiato. 
Non aveva potuto far altro che accettare la perdita di sua mamma e ci era riuscita grazie soprattutto a quei tre fantastici ragazzi che erano piombati nella sua vita. Sua madre stessa li aveva inviati per ricordarle che la vita doveva continuare. Per cui lei voleva disperatamente che anche la loro esistenza potesse continuare. Era quello il motivo per cui li aveva implorati di tornare da quel maledetto di Caleb. Li aveva pregati tra le lacrime, ma loro non ne avevano voluto sapere. Lei avrebbe preferito saperli infelici, ma "vivi" piuttosto che saperli scomparsi per sempre. 
Era un'egoista, lo sapeva, ma lei semplicemente non poteva accettare che finissero cosí. Si era detta che il motivo era che sarebbe stata l'ennesima ingiustizia che la sua amata band avrebbe dovuto affrontare: prima la morte prematura, poi il furto delle loro canzoni e ora condannati a cessare di esistere in qualsiasi mondo. Voleva convincersi che era quello che la faceva sentire così sconsolata e a pezzi.
Il problema era che a tenerla sveglia per tutta la notte non era stata né l'adrenalina del concerto né la paura che aveva provato nel garage. Erano state le parole che aveva pronunciato Luke a darle il tormento.

"Non vale la pena scrivere musica senza di te, Julie."

Lo aveva detto guardandola negli occhi, senza alcuna esitazione. E lei aveva la sensazione che da quel momento quelle parole le fossero state marchiate a fuoco nell'anima. In quell'istante il suo cuore aveva iniziato a battere velocissimo e si era buttata tra le braccia di Luke senza nemmeno pensarci. Incredibilmente invece di ritrovarsi a stringere l'aria aveva trovato un corpo solido e caldo.
La sorpresa le aveva tolto le parole e il respiro le si era mozzato in gola quando aveva realizzato cosa stava accadendo. Per la prima volta poteva sentire il calore che il corpo di Luke emanava attraverso gli abiti e sentire il suo odore: un misto di sapone al ginepro con una punta di sudore di sottofondo come era ovvio dopo un concerto. Certo se doveva essere onesta la sera prima non era stata cosí attenta da notare tutti quei particolari. Aveva ricostruito tutti quei dettagli solo dopo ore a rivivere quella stretta. In quel momento invece aveva solo sentito il dolore che si leniva nel suo abbraccio e subito dopo quella scarica di energia che li attraversava. Era stato sconvolgente e l'aveva colta di sorpresa. Poi anche il resto della band si era unito a loro aumentando quella sensazione. 
Quando i tatuaggi di Caleb erano svaniti lei aveva sentito una gioia mai provata e finalmente aveva ricominciato a respirare. Si erano abbracciati tutti stretti per un po', alternando lacrime di sollievo e risate, prima che la voce di suo padre li riportasse alla realtà.

"Julie, va' tutto bene?" aveva chiesto ad alta voce dal vialetto "È ora di andare a dormire"

"Arrivo" aveva risposto lei sciogliendosi dall'abbraccio. Poi rivolta ai ragazzi aveva aggiunto "E' meglio che vada prima che venga qui a scoprire cosa mi trattiene. Voi ragazzi ve la cavate?"

"Certo!" aveva replicato Reggie "Non mi sono mai sentito meglio!"

"Non preoccuparti per noi" aveva aggiunto Alex "Vai a dormire"

Solo Luke non aveva detto una parola limitandosi a fissarla con un'intensità che l'aveva spaventata. Lei si era voltata di colpo lasciandoseli alle spalle mentre li salutava con la mano e diceva "Allora buona notte, ragazzi. A domani!" 

Poi era corsa a rifugiarsi nella sua camera alla velocità della luce e altrettanto rapidamente si era infilata sotto le coperte.
Ed eccola lí. Ore e ore passate a rigirarsi nel letto con un solo pensiero nella testa: Luke.

Si voltò verso il cuscino e soffocò un urlo di frustrazione.

Toc toc toc. "Sorella guarda che ho sentito che sei sveglia. Dopo appena un concerto ti comporti da rock star e poltrisci a letto?" urlò Carlos da dietro la porta "La colazione è pronta da un pezzo e tra poco tía Victoria sará qua. Sai cosa succederá se ti trova ancora a letto" aggiunse minaccioso.

Julie si alzò sconsolata e si guardò allo specchio. Per fortuna la sua carnagione celava naturalmente le occhiaie, ma nulla poteva fare per gli occhi rossi che denunciavano a gran voce la sua notte insonne. Escludendo gli occhiali da sole, che sarebbero parsi sospetti in casa, nulla avrebbe potuto celarli per cui si rassegnò. Indossò un paio di jeans abbinati ad una camicetta salmone e scese in cucina.
Non vide né suo padre né Carlos e nemmeno i ragazzi per cui tirò un sospiro di sollievo e si accomodò al bancone con una tisana e un paio di biscotti. Le serviva qualcosa che la aiutasse a rilassarsi prima di affrontare quella nuova giornata. Sospirando appoggió la testa sul piano freddo per cercare di lenire l'emicrania incipiente che sentiva arrivare.

Dlin dlon.

"Deve essere tía Victoria che ha dimenticato le chiavi" pensò tra sé, mentre aggiungeva ad alta voce "Arrivo!"

Trascinò i piedi fino alla porta e una volta aperta fu brava a nascondere la sorpresa.

"Ciao, Nick!" lo salutò "Cosa ci fai da queste parti?"

Julie and the Phantoms - Stagione 2 - Nulla sará piú come primaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora