Capitolo 1 - Parte II

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Julie non era l'unica a non aver dormito nemmeno un minuto. Beh sempre ammesso che si potesse parlare di "dormire" per un fantasma. Di solito, piú che altro, si trovavano un posticino tranquillo dove stare mentre aspettavano che facesse giorno. Non chiudevano gli occhi, ma in qualche modo si "ricaricavano".
Luke però quella notte non era riuscito a stare fermo. Reggie e Alex avevano provato a convincerlo ad andare con loro a festeggiare, ma lui si sentiva troppo inquieto. Aveva camminato per ore per le strade di Los Angeles, vagando senza una meta. E per ben tre volte si era trovato davanti al cancello della casa di Julie.
Aveva cercato in tutti modi di non ripensare a quello che era successo dopo il concerto.
Con i ragazzi avevano deciso che se le cose fossero andate male e il concerto all'Orpheum non fosse effettivamente la loro "questione in sospeso" Julie non l'avrebbe mai saputo. Poi però lei invece di andare direttamente a dormire era passata dal garage per ringraziarli e Reggie non era riuscito a tenere la bocca chiusa.
Ricordava perfettamente la luce che accendendosi lo accecava e poco dopo la scossa fortissima che lo attraversava lasciandosi dietro la sensazione che fosse la sua stessa anima che stava andando in pezzi. Eppure nonostante il dolore lancinante era stato grato che gli fosse stata concessa la possibilitá di rivedere Julie per l'ultima volta. 

Quando erano stati sul palco troppe erano state le distrazioni tra l'emozione di suonare finalmente all'Orpheum e le grida di incitazione del pubblico. Ora invece nulla poteva interferire e lui aveva la possibilitá di imprimersi nella memoria ogni particolare.
Era apparsa bellissima sulla scena con quel vestito viola, ma per assurdo era ancora piú bella cosí, in jeans e maglietta e con il viso struccato. Vederla lí, mentre l'ennesima scossa gli toglieva il fiato, lo aveva fatto parlare a ruota libera senza pensare.

"Non vale la pena scrivere musica senza di te, Julie."

Per fortuna aveva subito riacquistato un minimo di lucidità e si era bloccato appena prima di confessarle chiaramente quello che provava. O forse la veritá era che quando lei gli si era buttata tra le braccia senza pensarci lui aveva perso del tutto la capacità di parola. L'aveva abbracciata d'istinto, un riflesso incondizionato che non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di rendersi conto che per la prima volta la stava davvero toccando. Aveva sentito la sua pelle morbida sotto le mani, il respiro caldo che gli solleticava il collo, tutto il suo corpo incollato al suo. Ed ecco il vero motivo per cui non era riuscito a chiudere gli occhi, ogni volta che lo faceva i ricordi di quell'abbraccio lo colpivano con prepotenza. 
Se ne avesse parlato ai ragazzi avrebbero fatto qualche battuta sull'esplosione di ormoni di un diciassettenne dopo venticinque anni di astinenza. Però il legame che aveva con Julie era molto piú profondo di cosí. Era stato cosí fin da subito, tutto tra loro era stato istintivo ed immediato. Anche la facilità con cui componevano insieme era qualcosa che non aveva mai provato.
Tra loro scorreva un'energia magnetica a cui era sempre piú difficile resistere. Lo sapeva bene perché era stato sul punto di cedere piú di una volta. Il momento in cui ci era andato piú vicino era stato quando avevano cantato "Great" davanti a tutti gli amici di Julie per il video. Per tutta la canzone lei lo aveva ignorato lasciandolo confuso a chiedersi cosa avesse fatto di sbagliato e quando. Così appena ne aveva avuto l'occasione si era avvicinato a lei aggiungendo un breve assolo imprevisto che voleva in qualche modo essere una richiesta di perdono. Lei lo aveva guardato negli occhi sorridendo senza esitazione e a lui era sembrato di ritrovare il suo posto nel mondo. La chimica tra loro era stata così forte che invece di lasciarla chiudere il brano da sola come previsto, si era avvicinato per cantare con lei l'ultima strofa. Mentre erano cosí vicini, occhi negli occhi, aveva avuto l'irresistibile tentazione di baciarla. Solo un attimo prima di perdere il controllo era riuscito a resistere facendo ciò che ogni buon fantasma codardo avrebbe fatto: scomparire. Ancora adesso non riusciva a decidere se fosse stato saggio o pazzo.
In ogni caso la sera prima, invece, era stata Julie a scappare. Passata l'euforia e la voglia di festeggiare la corrente elettrica tra loro aveva ripreso a scorrere prepotentemente, alimentata anche dalla novità del potersi toccare. Ora potevano sentire il contatto tra loro, ma nonostante tutto loro erano rimasti ancora dei semplici fantasmi. Lo aveva appurato Alex come prima cosa scomparendo e ricomparendo proprio come prima.
Luke si passò le mani sul viso sfregando gli occhi stanchi. Ormai si era fatto giorno da un bel pezzo ed era giunto il momento di affrontare Julie. Afferrò la dalia arancione che non era riuscito a trattenersi da rubare al giardino botanico durante i suoi pellegrinaggi notturni della sera prima e varcò il cancello avviandosi lungo il vialetto. Prese un respiro profondo rigirandosi nervosamente il fiore tra le mani e mentre stava per superare il grande albero da cui avrebbe visto la porta di casa di lei vide che qualcuno lo aveva preceduto.
Era quel compagno di classe di Julie, il damerino con una cotta per lei. Stava sulla soglia e anche se era di spalle era sicuro che stava sorridendo mentre le allungava un bellissimo mazzo di dalie rosa chiaro. Luke guardò il suo triste fiore e poi tornò con lo sguardo verso la soglia. Era troppo lontano per sentire cosa stavano dicendosi, ma Julie gli sorrideva con cosí tanto entusiasmo che non poteva restare ancora lí. Lascio cadere il fiore e scomparve proprio mentre Julie alzava lo sguardo proprio verso il punto in cui si trovava lui fino ad un istante prima.

Julie and the Phantoms - Stagione 2 - Nulla sará piú come primaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora