CYRIL
Uno, due, tre.
Poi di nuovo.
Uno, due e tre.
Poi indietro.
Uno, due, tre... i nei sulla schiena di Louis.
Aveva contato, con le dita che imitavano i passi dei bambini, attento a non svegliarlo.
Percorreva sentieri inesplorati, dalla depressione alla base della schiena, risalendola lentamente fino alla valle stretta fra le scapole.
Harry era troppo assonnato per ragionare che lo avrebbe svegliato lo stesso.
Louis finse di continuare a dormire, prono, con il naso schiacciato sul cuscino, scaldato dai raggi del sole, che aveva sostituito la luna nel cielo.
Finse fino a quando non gli venne da ridere.
Se Harry era convinto che avere di fianco Louis, coperto solo dai raggi del sole, fosse equiparabile alla felicità; non poteva immaginare che vederlo ridere sarebbe stato anche meglio.
-''Smettila''- fece fintamente infastidito,
-''Di fare cosa?''-
-''Mi fai il solletico ''-
-''Non sono io''-
-''Ah no?! Hai i capelli davanti agli occhi, ma ti vedo lo stesso''- rise appena.
Harry tentò di sistemarli indietro allora, senza successo.
-''Aspetta''- Louis si tirò su facendo leva sul gomito, e sfilò dal polso l'elastico che teneva sempre con sé, per raccogliere i capelli di Harry in un piccolo ciuffo sulla fronte.
-''Ecco, così va meglio''- sorrise-'' Come fai con tutti questi cappelli?''- si sistemò meglio sul posto.
-''Qualche anno fa li avevo più lunghi, oltre le spalle''-
Louis guardò per un istante il pezzo di stoffa rosa che teneva insieme i capelli ribelli del riccio, -''Molto carino. Però devi restituirmelo, è di Maggie, me lo ha regalato lei...non l'ho mai tolto''- da quel 24 Dicembre di cinque anni prima, lo aveva tenuto sempre con sé.
Quell'anno fu l'unico regalo che ricevette per il suo compleanno, il primo passato lontano da Doncaster.
Harry era buffo con i capelli sistemati in quel modo e Louis continuava a sorridergli inebetito.
-''Che c'è?''- chiese Harry portando il cuscino davanti il volto a coprirsi.
-''Niente''- fece passandogli il braccio attorno alla vita così da guardarlo negli occhi, sollevandosi sopra di lui -''Pensavo ad una cosa ''-
-''A che pensi? Sentiamo''- chiese il riccio tirando giù il cuscino da davanti agli occhi.
Louis lo fissava.
Per un secondo a Harry sembrò di poter scorgere qualcosa attraversare le iridi dell'altro, nascondersi fra le ciglia ancora schiacciate dalla notte.
-''Non abbiamo niente per colazione!''- si lagnò, mentre si lasciava cadere sul ventre di Harry e questo rise, schiacciato da quel peso morto.
-''Lou saranno le due del pomeriggio, vuoi fare colazione?''-
Lo sguardo che l'altro gli lanciò da sotto il mento lo fulminò.
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Watching through the fingers
FanfictionLe estati a Roma per Louis non passano mai. Il lavoro sembra moltiplicarsi e consuma le settimane una dopo l'altra in attesa che qualcosa cambi. In estate c'è l'Esposizione alla quale ogni anno si convince di partecipare per poi lasciar perdere all'...