YOU DECIDED TO DIE IN ROME
I capelli di Louis facevano appena capolino; aveva il mento appoggiato sul piano da lavoro che era letteralmente sommerso da fogli, aveva passato l'intera mattinata ad abbozzare figure sulla carta.
Fissava una mosca che continuava a sbattere contro il lucernaio, causandogli non poco fastidio, forse se avesse provato a lanciargli contro uno straccio avrebbe smesso e se ne sarebbe andata. Importava poco, col caldo di fine Luglio sarebbe durata al massimo poche ore.
A quell'ora lo avrebbe distratto qualsiasi cosa, persino l'interrogarsi sulle sorti di uno stupido insetto.
Il mento intanto si era leggermente appiccicato al metallo.
Bozzetti su bozzetti, la maggior parte accartocciati, talmente tanti che aveva riempito il cestino, li aveva sparsi per terra e intorno a lui.
Aveva cominciato già la notte precedente, quando l'ispirazione lo coglieva non c'era riposo che tenesse, doveva lavorare.
I trattava del lavoro più importante della sua carriera arrivati a quel punto, dunque non era mai soddisfatto: faceva e disfaceva.
Eppure la stanchezza cominciava a farsi sentire nei suoi movimenti pesanti, anche solo per raggiungere il sandwinch che aveva smangiucchiato a pranzo e dal quale voleva prendere un altro morso, anche se la maionese si era fatta probabilmente cattiva.
Quando Lottie rientrò quella notte lo aveva trovato accovacciato per terra a scarabocchiare appunti sulle volumetrie e a scrivere la lista dell'occorrente da recuperare, il blocco di marmo in primis; contava di passare in cava ad ordinarlo entro la fine di quella settimana.
Alle 4 del mattino si erano ritrovati faccia a faccia , entrambi stanchi e con gli occhi cerchiati, lei per la sbronza e lui per essersi tenuto sveglio fino a quell'ora, illuminati solo dalla luce della piantana.
Avrebbe dovuto rimproverarla per aver fatto così tardi e per aver guidato in quello stato, ma non fece in tempo perché quella si giustificò subito,- ''Non ho guidato io, mi hanno riportata a casa le ragazze. Ah! a proposito c'è da riprendere la macchina a Scalo San Lorenzo''-.
Avrebbe voluto arrabbiarsi anche per quello, ma era troppo stanco e quindi decise solamente di guardarla male mentre toglieva le scarpe col tacco avanti alla porta d' ingresso e andava in cucina per preparare il caffè.
-''Ne preparo una tazza anche per te?''- e Louis si limitò ad assentire con la testa, mentre faceva scattare la rotella dell'accendino.
Si sedettero al tavolo come avevano fatto raramente da quando Lottie era arrivata a Roma, si sentì in colpa per averla trascurata per tutto quel tempo, gli sorrise da dietro i vapori della bevanda calda,-''Come è andata la serata?''-
-''Solita uscita fra ragazze Boo, tu piuttosto, cosa fai ancora sveglio? Non ti vedevo così preso dal lavoro dai tempi dell'accademia''-
Aveva ragione.
-''Lavoro ad un progetto, per un'esposizione''- disse leggermente emozionato.
Gli sorrise un po' storta.
-''È andato bene il fine settimana al mare? A questo ragazzaccio sei mancato''- chiese a quel punto Lottie mentre prendeva fra le mani la testa di Clifford che doveva essersi svegliato nel frattempo.
Louis non rispose, sollevò solo le sopracciglia e Lottie sapeva esattamente quello che stava a significare.
-''Mi sembra positivo fratellone...''- trascinò un po' quell'ultima vocale in uno sbadiglio, -''Vado a letto, dammi un bacio ''- , gli si gettò addosso stringendolo in un abbraccio, quelli forti che sapeva dare solo lei e il profumo di magnolia che usava gli inebriò le narici.
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Watching through the fingers
FanfictionLe estati a Roma per Louis non passano mai. Il lavoro sembra moltiplicarsi e consuma le settimane una dopo l'altra in attesa che qualcosa cambi. In estate c'è l'Esposizione alla quale ogni anno si convince di partecipare per poi lasciar perdere all'...