MESSY WAY TO KNOW YOU
Era grigio fuori. Probabilmente sarebbe venuto a piovere.
La pioggia la reputava triste, ma al tempo stesso amava il clima che la seguiva, fresco e umido, faceva rivivere il terreno che cominciava a emanare quell'odore particolare di erba bagnata.
Si, sarebbe venuto a piovere, pensò.
Fissava il cielo strizzando gli occhi per il fastidio dato dal candore delle nuvole, mentre prendeva un ultimo tiro di sigaretta, per poi gettarne il mozzicone in terra.
Possibile che a Roma non si trovasse nemmeno un cestino?
Rientrò nello studio, che in realtà assomigliava più a un garage, pieno di polvere e di attrezzi per intagliare il marmo.
Ricontrollò l'agenda, il lavoro doveva essere portato a termine in fretta.
Rimise gli occhiali protettivi e i guanti e ricominciò ad intagliare il marmo che aveva davanti fino a quando non sentì il suo stomaco reclamare cibo; l'orologio segnava le tre meno un quarto, ma aveva quasi finito quindi resistette ancora un po'.
-''Lou?''-
Niente.
Stava indossando le cuffie e allora il ragazzo sulla porta, non avendo ricevuto risposta, si avvicinò posando una mano sulla spalla di Louis, che preso dal lavoro non lo aveva sentito arrivare, facendolo sobbalzare dallo spavento.
-''Dio Liam! Ma che cazzo ''- disse togliendo di scatto i paraorecchie.
-''Ehi linguaggio principessa!''- gli posò una mano sulla spalla,-'' Stai ancora lavorando?''-
-''Numero uno: si; sto ancora lavorando. Numero due: non chiamarmi mai più principessa''- rispose pulendosi le mani dalla polvere sul grembiule che stava indossando.
-''Non ti ho visto mettere piede fuori dal negozio da quando sei arrivato stamattina, hai mangiato almeno?''- chiese Liam seriamente.
Il ragazzo era poco più alto di Louis, portava i capelli più corti ai lati e più lunghi in un ciuffo morbido, non cambiava taglio da un po'. Era ben piazzato da quando aveva cominciato a frequentare la palestra universitaria l'anno prima, una di quelle aperte h24, affollata da matricole pronte a schizzare come razzi, per aggiudicarsi crediti formativi in più.
-''No Li. Non ho avuto tempo nemmeno di respirare oggi, sono sommerso di lavoro, ma ad essere sincero sto morendo di fame!''- disse passandosi una mano sulla barba rossiccia e rada che gli copriva le guance.
-''Oggi è il tuo giorno fortunato Tommo! datti una sistemata, ti offro il pranzo! ''- continuò poi - ''Non trovi tempo per mangiare ma il tempo per quella merda lo trovi sempre''- riferendosi al pacchetto di sigarette gettato fra gli altri utensili sul piano di lavoro. Era un salutista lui, niente vizi e cibo sano, meglio se biologico.
Solo in compagnia faceva qualche eccezione.
-''E' la mia merda Payne, non ho altri vizi, concedimelo''-.
Per quel giorno Louis aveva messo un punto al lavoro e aveva il via libera per così dire.
Enzo, il suo titolare, sarebbe stato fuori tutto il giorno per un lavoro fuori città; avrebbe potuto concedersi una pausa.Liam era un anno più piccolo di lui, era il figlio del fioraio accanto al negozio dove lavorava; lo aveva conosciuto un anno dopo essersi trasferito a Roma da Doncaster, l'estate stessa in cui Louis fu ''assunto'' da Enzo come apprendista nella sua bottega. Il ragazzo aveva lavorato per il padre per tutta la stagione e in quell'occasione avevano legato. Era stato disponibile con lui, lo aveva aiutato ad ambientarsi in una nuova città come Roma, così grande e piena di opportunità; che per ora però, non era riuscito ancora a cogliere.
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Watching through the fingers
Fiksi PenggemarLe estati a Roma per Louis non passano mai. Il lavoro sembra moltiplicarsi e consuma le settimane una dopo l'altra in attesa che qualcosa cambi. In estate c'è l'Esposizione alla quale ogni anno si convince di partecipare per poi lasciar perdere all'...