5. PARANOIA ~ Ray X Reader Pt.2

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⚠️ATTENZIONE!
Vorrei precisare che in questa storia Ray ha diciotto anni.

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"Grazie per la cena, era tutto buonissimo". Ringraziò il corvino una volta tornati in camera.

"Di nulla". Rispose lei, iniziando a preparare la cartella per l'indomani.

Dopo attimi di silenzio, Ray prese parola. "... Perché ti sei fatta quel taglio?".

La ragazza smise di mettere i libri di scuola nello zaino, restando immobile, ma senza proferire alcuna parola.

"So che non é stato un incidente". Continuò lui. "L'ho capito dallo sguardo che i tuoi occhi assumono ogni volta che ti guardi il braccio".

"Non sono affari tuoi". Rispose la ragazza con tono secco, riprendendo quel che aveva interrotto di fare.

"Sono qui per aiutarti, come é scritto sulla placchetta d'oro dell'alzatina... Dammi almeno una piccola possibilità per dimostrartelo". Il tono serio con cui Ray pronunciò quelle parole, convinse la ragazza a rivelargli il perché di quel gesto estremo. Era talmente disperata che non si chiese nemmeno perché quel ragazzo-bambola fosse lì e, soprattutto, come potesse esistere una 'creatura' del genere.

"Non lo so, penso sia il risultato di una serie di avvenimenti passati, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, é stata un ragazzo, Katsuki Bakugou. É stato lui a procurarmi questi segni sul collo e sulla faccia".
Confessò lei posandosi le dita sul collo e sfiorandolo appena; un piccolo sussulto a sfiorarle labbra.

"Mi dispiace, davvero". Dopo tutto quel tempo, Ray non sapeva ancora cosa dire quando la gente gli raccontava delle proprie disgrazie, ma aveva imparato a non far trasparire le sue emozioni al riguardo, quello si.

"Che motivo aveva per farti del male?".

"I-io non lo so, non so perché lo faccia, non so perché mi prenda in giro, non so perché mi maltratti o mi alzi le mani addosso". Dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a piangere.

"Ehi ehi, adesso calmati. Prendi dei bei respiri profondi". Con il tempo, aveva imparato a essere più gentile e a mostrarsi più comprensivo con gli altri. "Ho capito la situazione, lascia che ci pensi io".

Lei lo guardò con aria interrogativa.
"E come? Non hai alcuna chance contro di lui, senza offesa".

"Ho detto di lasciar fare a me". Quel tono così sicuro e calmo e quello sguardo così intenso, convinsero la ragazza a fidarsi, portandola ad annuire di rimando.

"Va bene, io vado a fare una doccia calda prima di mettermi sotto alle coperte". Affermò lei subito dopo aver sbadigliato. Si diresse verso l'armadio e ne tirò fuori una vecchia maglietta larga, dei pantaloncini comodi e andò verso il bagno.

Ray, intanto, ne approfittò per scoprire qualcosa in più sulla ragazza, così si mise a osservare la stanza e a curiosare un po' in giro. C'era una gran quantità di libri di ogni genere sugli scaffali: dai fantasy ai grandi classici, dai romanzi gialli a quelli filosofici, dai manga ai libri di fantascienza.

"Che nerd". Pensò il ragazzo con un sorrisetto divertito sulle labbra.

Distolse l'attenzione dai libri e si guardò intorno.
Le pareti erano piene di disegni, sicuramente fatti dalla ragazza. Tutto aveva una sfumatura così malinconica e triste, dai colori e le rappresentazioni, sino alle pennellate che celavano della disperazione.
Spostando lo sguardo sul lato opposto alla porta, vide una tastiera con uno spartito sul leggio. Si avvicinò, curioso di scoprire di cosa si trattasse: Beethoven - Sonata Al Chiaro Di Luna.

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