Capitolo 17

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Lasciai scivolare la lama sulla mia pelle, il sangue usciva a più non posso, come quando ti tagli il dito con la carta, ma in grande. Sembrava che tutti i miei pensieri uscissero dalla ferita, i ricordi, i dolori, i sorrisi, il suo sorriso.

Un'altro taglio.

Un'altro.

Non riuscivo a fermarmi, il sollievo era immenso. Il sangue ormai gocciolava nel lavandino, mi girava la testa, ma era questo ciò che volevo.

In tutto erano 7.

7 tagli sanguinanti. Il mondo continuava a girare intorno a me. Non si fermava più. Finalmente.

Sentì bussare alla porta.

"Grè, so che sei a casa, ti prego apri, dobbiamo parlare"

Disse Yuri...si...Yuri. Non so che faceva lì. Non so perhè era lì. 

Stavo pregando di svenire e morire, prima che riuscisse ad entrare.

Le goccie di sangue scendevano più in fretta delle lacrime.

La porta d'entrata si aprì di scatto.

Si stava diregendo verso il bagno, forse ha visto la luce accesa.

Velocemente ho tirato giù le maniche della felpa che avevo addosso, dimenticando che è la felpa dell'università di Roma viola. Ho buttato la lametta nel cestino, proprio mentre apriva la porta.

-Yuri:Amore è da ore che ti chiamo. Volevo parlarti proprio di questo, che tu non sei lei. Io ti amo perchè sei te. Ti prego perdonami per non avertelo detto prima.

Pronunciando l'ultima parola le sue labbra si attaccarono alle mie.

Sentivo le lacrime asciutte seulle sue guance, aveva pianto.

-Yuri:Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.

Mi abbracciò piangendo.

-Yuri:Giuro che da oggi ti dirò tutto. Anzi...che ne dici se facciamo una maratona del passato? Ci raccontiamo tutto prima di noi, niente più segreti...Greta...cosa sono quelle macchie sulla felpa?!

-Ehm...mi sarò rovesciata addosso un po' di caffè.

Mi ha preso il braccio e ha tirato su le maniche. La sua faccia era sbalordita. Una lacrima gli scese dal viso e cadde sul mio braccio. C'erano 7 ferite sanguinanti, sempre più grandi.

All'improvviso sono scoppiata a piangere, lui è corso in cucina ed è tornato con in mano la scatola del primo soccorso in miniatura. Tirò fuori le garze e del disinfettante, bagnò le garze e me le mise sul braccio.

Faceva male, ma me lo meritavo.

-Yuri:Perchè? Perchè mi hai fatto questo? Amore è colpa mia, ti prego non farlo mai più.

Piangeva disperato. Le ferite hanno smesso quasi del tutto di sanguinare, il braccio ormai non era del tutto rosso. Continuava a prendere sempre nuove garze per pulire, mentre piangeva.

Ad un certo punto ha tirato su la testa e mi ha guardata intensamente negli occhi. Quasi quasi non si vedeva la meraviglia di quegli occhi, erano coperti dalle lacrime. Mi abbracciò forte.

La porta d'ingresso si aprì. Entrò mio fratello con in mano due sachetti medi con il nome del ristorante. Vide me e Yuri in bagno, abbracciati, in lacrime. Entrò.

-Domencio:Che ci fai qui? Non ti avevo detto di non farti vedere?

Yuri si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi.

-Abbiamo risolto.-Sorrisi con le guance che erano stonfe.

Avevo il braccio sinistro sulla spalla di Yuri. Mi fratello li notò.

-Domenico:No,no,no...avevi promesso di non rifarlo.-le lacrime gli salivano-Porca puttana me lo avevi promesso. Dio capisci che non posso perderti?!-Urlò.

-Scusami. Perdonatemi. Non lo farò più, sta volta sul serio.

Un caldo abbraccio di gruppo.

-Yuri:Amore io ti amo, se vai te, vado con te.

-Domenico:Ma sei serio?

-Yuri:Si.-Disse guardandomi.

-Domenico:E io che pensavo che eri un pezzo di merda...scusa amico.

Si diedero un abbraccio.

Abbiamo passato la serata in soggiorno, mangiando cinese, guardando un film e parlando di ciò che ho fatto.

Domenico è andato a dormire abbastanza presto.

Ha lascaito me e Yuri da soli. Era ancora scioccato. Ma abbiamo fatto come voleva lui:ci siamo raccontati tutta la nostra vita.

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Ehi Principesse! Scusate il ritardo. E giuro che proverò a scrivere capitoli più felici. Buona giornata ciao! <3

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