Natale 2031-RomaSIMONE
Simone era atterrato a Roma da New York per trascorrere del tempo con suo padre in occasione del Natale. Erano anni ormai che non trascorreva le feste a Roma, a casa.
In realtà Roma non era più casa da tempo, da quando anni a dietro, finito il liceo, aveva deciso di frequentare l'università, matematica, in Scozia. Una decisione d'impeto di cui non si era mai pentito, ma di cui Dante aveva parecchio sofferto.
Non aveva avvisato nessuno che avrebbe passato il Natale a Roma. Avrebbe fatto una sorpresa a sua padre, ma soprattutto alla nonna.Roma è maestosa e Lui che ci è nato, lo sa. Camminare per le vie del centro addobbate per il Natale poi, è particolarmente romantico.
Si concesse una passeggiata solitaria in centro, prima di dirigersi verso casa. Pazzesco quanto Roma fosse bella, a Simone sembrava di scoprila per la prima volta.
Gli ultimi anni erano stati davvero folli, frenetici ed era rientrato poche volte in occasioni speciali, come la festa per gli ottanta anni della nonna.
Simone aveva imparato a fidarsi e farsi guidare dal suo istinto nei momenti delle grandi decisioni e da lì era riuscito a realizzare cose impensabili.
Il ragazzo insicuro degli anni del liceo era sbocciato in un giovane uomo brillante e divertente.
Gli anni di Glasgow erano stati salvifici: la prima versa decisone d'istinto.- Ehi c'è nessuno?? Sorpresaa
Simone arrivò a casa inaspettatamente. Aveva immaginato di trovare suo padre e Anita, con la quale aveva una relazione decennale. Quei due si erano davvero trovati. Anita era riuscita in un'impresa piuttosto ardua: dare stabilità a Dante e per questo aveva la sua completa approvazione.
In realtà a cena c'era qualcuno in più.- O mio Dio,Simone ?
- Nonna non mi riconosci più?
Alla nonna per poco non prese un colpo. Non si sarebbe mai immaginata quella sera di trovare suo nipote sull'uscio di casa.
Lo abbracciò e lo ammirò in tutto il suo splendore, che uomo raffinato era diventato!- Ragazzo mio, finalmente ti sei deciso! Non ci speravo più.
Dante aveva dei lucciconi al posto degli occhi, strinse forte Simone. Quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che erano stati entrambi in quella casa neanche se lo ricordava più. Prima Glasgow per l'università, poi Seattle per il dottorato.
Quel ragazzo inquieto che l'aveva così preoccupato negli anni del liceo, aveva spiccato il volo.
Adesso però era a casa per il Natale, che regalo! A Dante scoppiava il cuore dalla gioia.-Simone, che gioia! Hai cenato? Siediti a tavola con noi.
Anita lo accolse a braccia aperte, con la dolcezza di una madre.Simone appoggiò i bagagli nel salotto, nel quale il tempo sembrava essersi congelato e in un flash rivide scene memorabili : le cena di classe organizzate da Dante, i postumi della sbronza sul pavimento, le chiacchierate con la nonna, i baci con Manuel. Un'altra vita...
- Che fai ? Manco mi saluti?
La sua voce l'avrebbe riconosciuta tra mille nel caos di Seattle o in quello di Roma, come quelle cose che restano impresse per sempre. Simone si girò sapendo chi e cosa avrebbe rivisto.MANUEL
Manuel scese dal piano superiore di quella che ormai considerava anche casa sua. Qui aveva abitato per diversi anni, quando sua madre si era trasferita da Dante, che gli aveva fatto un po' da padre .
Dante l'aveva ispirato quando sembrava un caso perso spronandolo a coltivare la passione per la filosofia e
Manuel aveva colmato il vuoto che Simone aveva lasciato, andando a studiare dalla madre.
Quella scelta aveva spezzato il cuore ad entrambi, ma era stata necessaria. Manuel e Dante alla fine l'avevano capita.
Mentre il tempo guariva le ferite del cuore e rendeva più sbiadito il ricordo di Simone, Manuel concludeva brillantemente gli studi in Filosofia sotto l'occhio orgoglioso di Dante e commosso di Anita.
Da qualche anno però Manuel non viveva più con loro, aveva preso casa con Davide, il suo compagno e insegnava filosofia nel liceo in cui aveva fatto gli incontri più importanti della sua vita: Dante e Simone.
Entrambi gli avevano fatto scoprire, non senza dolore, un lato di sé che non avrebbe mai osato svelare da solo: Dante, l'amore per la filosofia e Simone, la sua bisessualità.
Manuel aveva combattuto contro Balestra senior e junior, ma poi aveva dovuto arrendersi alla forza dell'amore. Con Balestra senior le cose erano andate decisamente meglio.- Manuel, che piacere vederti ! Quanto tempo è passato? Ormai questa è più casa tua che mia!
In effetti, erano anni che non si incrociavano, diciamo pure che avevano fatto di tutto pur di evitarsi nelle poche occasioni in cui Simone era rientrato in Italia.
Com'era cambiato Simone! Aveva un aspetto fiero e sicuro di sé nel cappotto blu notte che indossava, spalle larghe più da nuotatore che da rugbysta, barba curata e un sorriso beffardo che rivolse a Manuel e Davide.
Manuel scese ad abbracciarlo, Simone lo aveva fatto soffrire terribilmente andando via , ma lo aveva anche spinto a diventare la versione migliore di se stesso.
L'aveva spinto a decidere chi volesse davvero essere, cosa o chi volesse davvero amare. Simone aveva avuto il coraggio di strappare il cerotto, salvando entrambi.È un abbraccio veloce il loro, i loro corpi si sfiorano e si riconoscono come le cose di un tempo lontano e familiare.
- E tu sei?
- Davide piacere, il compagno di ManuelIl volto di Simone si aprì in un sorriso di stupore e con fare elegante e divertito si presentò .
Manuel emozionato e confuso non capiva davvero chi fosse diventato il suo compagno di banco.La cena proseguì in un clima allegro, in cui Simone cercò di recuperare più informazioni possibili: il lavoro di Anita, Dante e Simone colleghi, le strade dei compagni di liceo.
E poi le sue di esperienze : Glasgow, Seattle e infine New York, la carriera e le domande della nonna sull'amore.
- Lo sapevo dove volevi andare a parare. Ti basta sapere che sono felice ?
- Non desidero di più amore mio.Manuel non potè fare a meno di notare quanto splendesse Simone.
Aveva davvero un'espressione serena , sorrideva ai commensali, baciava la nonna e lanciava occhiate d'intesa ad Anita mentre Dante blaterava. Fu gentile con Davide e dava l'impressione di essere un uomo risolto, di aver fatto pace con Roma o forse no.
Manuel ne rimase ammaliato, pensò che con lui accanto Simone non sarebbe mai diventato quello.
A fine serata era stremato, era stato come finire in una centrifuga di ricordi che zampillavano in ogni angolo della stanza e ora aveva solo bisogno di tornare a casa con Davide e metabolizzare quanto successo.Scrivetemi cosa ne pensate e se vi farebbe piacere se continuassi . Consigli sono ben accetti!!!
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E poi così, il tuo ritorno| Simuel (Un professore)
Teen FictionSimone era atterrato a Roma da New York per trascorrere del tempo con suo padre in occasione del Natale. Erano anni ormai che non trascorreva le feste a Roma, a casa. In realtà Roma non era più casa da tempo, da quando anni a dietro, finito il li...