3.

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SIMONE

- Amore mio, lo prendi un caffè con me ?? È una vita che non lo facciamo
- Certo nonna, sono tornato apposta

Simone baciò la nonna e si sedette accanto a lei sul divano del salotto.
Con la nonna aveva sempre avuto un filo diretto, l'aveva aiutato a ricucire il rapporto con Dante e l'aveva sostenuto nella scelta di lasciare l'Italia per la Scozia.
Aveva capito il tormento di Simone e aveva intuito che fare un'esperienza lontano da casa, da Manuel, l'avrebbe fatto maturare ed essere più consapevole di sé.
Certo, non immaginava che il suo Simone avrebbe fatto ritorno a casa così sporadicamente.
Ora però era felice che fosse tornato per le feste.
Suo nipote era diventato un uomo bellissimo, dal sorriso ammaliante e i modi galanti.

- Mio caro ti trovo in splendida forma. Mi hai fatto un grande regalo, il più bello.
- In realtà l'ho fatto a me. Solo tornando ho capito quanto mi fosse mancata questa città.
Ieri ho vagato in centro per ore, mi sono
perso e ironia della sorte mi sono
ritrovato davanti scuola, mentre Manuel
usciva.
- come va con lui? Vi siete parlati ?
- Bene, l'ho trovato in forma e Davide mi sembra un bravo ragazzo.
- Manuel ha sofferto tantissimo la tua assenza, credo che solo la tua partenza gli abbia fatto capire quanto ti amasse.
- Anche io ho sofferto tanto, ma forse quel dolore ci è stato utile a capire cosa volessimo dalla vita.
- E tu ? Hai incontrato qualcuno di speciale ?
- Nonna, non sai quante persone io abbia incontrato in questi anni, ma l'amore no. Non ho fretta, non lo cerco, sono sicuro che arriverá.

Simone sorrise imbarazzato alla nonna e per un momento desiderò di essere a Glasgow,sul divano della mamma che sapeva e capiva senza domandare.
Si accorse di aver compresso tanti sentimenti e ricordi in un angolo remoto del cervello per non soffrire, ed ora che gli altri li facevano riaffiorare non era affatto semplice da gestire.
Tante emozioni, confuse e contrastanti.
L'entusiasmo del ritorno e la sensazione di aver abbandonato tanto, troppo, il desiderio di non andare più via e l'attimo dopo l'urgenza di scappare .
In quell'istante si rese conto di non aver mai metabolizzato quanto accaduto anni prima, mentre piano piano tutto il passato riemergeva più nitido che mai.


SIMONE

Dante faceva colazione quando Simone scese già vestito, pronto per uscire.
- Papà posso prendere la vespa ?
- Si sì certo, esco in macchina. Dove vai?
- In realtà non lo so, avevo intenzione di fare un po' il turista.
- Hai parlato con la nonna ? Vi ho visti in salotto ieri..
- Più che parlato, mi ha fatto un mezzo interrogatorio. Ha assolto al suo dovere di nonna
- Posso immaginare l'argomento..
- Ci ha girato un po' intorno, poi ha chiesto se avessi parlato con Manuel e ci ha tenuto a sottolineare quanto abbia sofferto, ovviamente.

Mentre Simone raccontava aveva un'espressione un po' infastidita che Dante colse subito sul volto del figlio.
- ha detto la verità. Manuel è stato tremendamente male quando tu sei partito. Ha dovuto fare i conti con se stesso, con i suoi sentimenti e con la tua assenza.
- Lo capisco, ma il fatto che non mi abbiate visto, non significa che io non sia stato male.
- Nessuno lo mette in dubbio.

Per la prima volta da quando era tornato Simone lasciava intravedere a qualcuno, a suo padre, che dietro quell'apparente serenità, c'era un giovane uomo che si era strappato il cuore dal petto per salvarsi.

- almeno lui aveva voi, te, gli amici. Forse mi dovrebbe ringraziare, mi sono sacrificato per entrambi.
- Avresti potuto ottenere lo stesso risultato senza cambiare Stato, però.
- Non ce l'avrei fatta, ero troppo fragile e dipendente da lui. Mi sarei buttato nel fuoco per lui, l'ho aiutato a fare le cose più assurde e lontane da me, figurati se avessi avuto la forza di imporgli l'accettazione di se stesso. La nostra storia poi era il segreto di pulcinella..
- Tu sei sicuro di aver superato la faccenda? Vedo ancora tanto acredine nelle tue parole
- Papà però non mi devi psicanalizzare. Non ho nulla contro Manuel, sono felice che ora stia bene, ma non mi va che lo descriviate come la vittima della storia e io lo stronzo che è scappato.
- Simone, nessuno pensa una cosa del genere. Magari poi ne riparliamo con calma. Io ora devo andare a scuola, ma la preside mi incaricato di chiederti se ti farebbe piacere tenere un piccolo incontro per raccontare la tua esperienza formativa all'estero, potrebbe essere d'ispirazione per tanti ragazzi.
- Si, va bene. Fammi sapere quando

E poi così, il tuo ritorno| Simuel (Un professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora