Capitolo Extra

86 9 6
                                    


Capitolo Extra.

Gildor camminava nella foresta in cerca di pigne e piccole piantine di agrifoglio.

La sua attenzione venne attirata, però, da qualcuno che cadde a terra in mezzo alla neve.

S'affrettò a raggiungerlo poco dopo, ma quando lo vide il suo cuore smise di battere per un istante: «Maximillian!»

Senza indugiare lo prese in braccio portandolo di corsa a casa sua.

Doveva fare in fretta per questo si mosse velocemente spogliandolo degli abiti che indossava coprendolo con le pesanti coperte che aveva sul letto già riscaldate.

Solo dopo aver riscaldato anche un pigiama tornò dal ragazzo mettendoglielo.

Era triste per averlo trovato ridotto in quello stato.

Passarono diverse ore prima che Maximillian si svegliasse.

Gildor era rimasto per tutto il tempo nella stanza guardando fuori dalla finestra.

«Gildor...» lo chiamò il ragazzo con un filo di voce.

«Max, cosa ci fai qui?» gli domandò lui guardandolo attraverso il riflesso della finestra.

«Te l'ho scritto che sarei arrivato da te...» rispose lui tremando leggermente.

L'elfo sospirò passandosi la mano tra i capelli.

Solo dopo si voltò a guardarlo: «Potevi fermarmi quel giorno. Ti sei messo a ridere dei miei sentimenti»

«Scusami...» rispose lui senza pensarci due volte.

Ci furono alcuni minuti di silenzio tendendo la mano verso di lui: «Posso spiegarti tutto. Ci sono cose che non ti ho detto e altre che dovevo fare da solo prima di potermi dedicare a te»

Gildor andò a sedersi sul letto osservandolo: «Ti ascolto...»

Maximillian abbassò lo sguardo per un attimo, ma poi ammise: «Quando ci siamo incontrati ero perseguitato da uno stalker» s'interruppe un attimo aggiungendo:

«Volevo proteggerti. Volevo impedire che lui se la prendesse con te, ma poi alla fine sono riuscito a farlo smettere. Ho preso le mie cose e me ne sono andato»

«Dove vivi adesso?» gli chiese lui preoccupato.

«Ho lasciato le mie cose nel piccolo hotel del villaggio subito dopo l'aeroporto» ammise lui senza pensarci due volte.

«Cosa?» esclamò lui sorpreso.

«Non ti libererai di me questa volta. Ho scelto te, Gildor» rispose lui senza indugiare.

«Fammi capire? Tu sei qui per me? Non hai pensato minimamente che io potevo sostenerti? Non hai pensato che il mio amore per te poteva essere più forte di tutto quello che stavi passando?» gli chiese l'elfo alzando la voce piuttosto alterato e arrabbiato da tutto quello che gli aveva nascosto il ragazzo seduto tra le coperte del suo letto: «Non hai avuto fiducia nel mio cuore! Fa male, Maximillian! Fa malissimo!»

Le lacrime scesero sul volto dell'elfo: Maledizione! Non volevo piangere! Non davanti a lui!

Maximillian notando la sua reazione si tolse le coperte da sopra ignorando il pigiama con gli unicorni che l'elfo gli aveva messo si affrettò ad abbracciarlo tenendolo stretto a sé: «Non piangere, Gildor»

«Come puoi chiedermi di non piangere?» gli domandò l'elfo con voce tremante.

«Perchè ti amo e vederti soffrire mi fa malissimo» ammise il ragazzo chiudendogli la bocca con la sua in modo che non potesse ribadire alle sue parole.

Gildor non ricambiò subito il suo bacio, ma quando il ragazzo lo strinse a sé leccandogli delicatamente il labbro e quello fu il punto di rottura delle sue difese che lo portò a ricambiarlo.

Quando si allontanarono per mancanza d'aria, Gildor, abbassò lo sguardo borbottando: «Max, mi ami sul serio?»

«Ti ho amato per tutti e quattro gli anni che siamo stati distanti» rispose lui senza indugiare.

Quelle parole sorpresero l'elfo che si lasciò andare a un sospiro spingendolo contro il materasso per poi coprirlo in modo che non prendesse freddo: «Ho capito. Andrò a prendere i tuoi bagagli, ti farò restare da me fino a quando non ti riprenderai dal freddo che ho preso»

«Potresti scaldarmi tu. Ho bisogno di un tuo abbraccio» rispose lui senza pensarci due volte.

Gildor si mise il pigiama e poco dopo entrò nel letto: «Non farmi pentire nuovamente di averti aperto il cuore» constatò lui coprendo bene entrambi abbracciandolo con dolcezza.

Maximillian sorrise andando ad accoccolarsi tra le braccia dell'elfo: «Ammetto che il tuo profumo è davvero buonissimo»

«Stai zitto e dormi» rispose Gildor immergendo la mano nei suoi capelli corvini.

Poco dopo si addormentarono entrambi stretti in quell'abbraccio, ma sapevano che c'erano ancora tantissime cose di cui parlare e da decidere per il loro futuro. 

It's Christmas TimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora