II. The Inn And The Blue Eyes

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Harry, probabilmente, era stato abbastanza ingenuo nel pensare che tutto il resto del personale dell'Emerald fosse tranquillo e pacato come Louis, che dopo aver sentito che Harry avrebbe accettato la sua offerta, l'aveva messo a dare una pulita ai pavimenti della sala, con secchio e strofinaccio. Harry non l'ha mai fatto in vita sua, l'ha solo visto fare, e pensava sarebbe stato sfiancante e orribile, invece ti fa sentire utile. Guardi le pietre pulite del pavimento e ti rendi conto che è merito tuo. Ha raggiunto un nuovo livello di gratificazione.

''Credevo ti saresti ribaltato, secchio e tutto'' ammette Louis, che lo osserva da dietro il bancone con i gomiti piantati nel legno. Harry alza una spalla.

''Ho visto spesso le domestiche fare una cosa del genere. Sono un buon osservatore.''

Chiacchierano un altro po', poi Louis inizia a portare sotto il bancone barili di birra, che collega a tubi di metallo e leve. Harry ne segue i movimenti, e il proprietario spiega: ''La birra che ti ho fatto provare prima viene da questi. Dobbiamo tenerla a disposizione tutta la serata. Tra un po' dovrai sapere come preparare i boccali da passare ai ragazzi.''

''E portarli al tavolo?'' domanda, inclinando la testa. Louis finisce di sistemare un tubo e lo occhieggia.

''Prima lavoriamo sul tuo equilibrio. Dovrai reggere vassoi con anche tre, o quattro pinte. E poi, si parte dal basso. Lava'' ordina con un sorriso, prima di sparire di nuovo verso quelle che, presumibilmente, sono le cucine. Harry riprende il suo impiego, le braccia leggermente indolenzite ma costanti, in silenzio finché la porta principale non si apre e sente:

''Tom- Oh, non sei Tommo.''

Harry alza gli occhi: un ragazzo lo sta fissando, occhi azzurri concentrati. Fa un cenno minuscolo alle cucine: ''Se intendi Louis, è sul retro.''

''Okay'' fa un piccolo cenno, si avvicina ''Ma tu chi sei?''

''Harry'' spiega, leggermente imbarazzato ''Sono- Uhm, nuovo. Stavo-'' tenta, agitando il manico dello scopettone nella stretta della sua mano. Il ragazzo fa altri passi avanti, Harry uno leggermente indietro, finché la voce di Louis non li interrompe:

''Piano, Niall, distanza di sicurezza.''

''E' davvero nuovo, allora'' quello che a quanto pare è Niall si scioglie in un grande sorriso, prima di abbracciarlo stretto, facendogli quasi cadere lo scopettone, che Louis prende al volo. Dice alla sua spalla ''Scusa, ma io non mi fido. Poteva entrare chiunque dal crocevia e fingersi innocuo. Louis poteva essere morto.''

''No che non potevo essere morto, non so nemmeno se Harry sappia reggere un coltello'' replica il locandiere, tirando via l'altro dall'abbraccio di Niall tenendolo per un gomito. Non lo lascia e non gli ripassa il manico. ''Va bene così, Niall, anche meno.''

''Scusa, brontolone'' gli occhi di Niall luccicano mentre Louis, dopo una piccola stretta, lo lascia andare. Harry si schiarisce la voce. ''Ma dove ti ha trovato?''

Risponde Louis, per lui, poggiandosi allo scopettone e spostando il catino d'acqua con la punta degli anfibi: ''L'ho soccorso nella foresta, dato che Harry sta scappando da un matrimonio combinato che non vuole coronare. E noi lo teniamo qui al sicuro, senza dire a nessuno che l'abbiamo visto, chiaro? E intanto lavora qui e dorme di sopra.''

''E tutto questo perché ti ho lasciato un pomeriggio da solo, Tommo'' considera Niall, stupito, poi guarda Harry ''Contaci, comunque. Ti teniamo noi. Lo adottiamo! Possiamo tenerlo?'' scherza, esponendo il labbro inferiore a Louis, che alza gli occhi al cielo. Niall continua:

''Comunque, da cosa scappavi? La promessa era particolarmente insopportabile?'' indaga, ed Harry inizia a torcersi le mani, movimento che, chissà perché, Louis segue con un'occhiata.

Running Away ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora