Prologo

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🗓 mercoledì 1 dicembre 2021

Vivere nel Principato di Monaco non era mai stato il sogno della vita di Aurora.

In tutta Europa erano molti gli adolescenti che avrebbero voluto usufruire di tutti i vantaggi della famigerata Montecarlo.

I locali notturni, il lusso, il divertimento.

Ma per Aurora non era così.
La considerava una città meravigliosa , ma era arrivata a Montecarlo non per sua decisione, ed era stata presa così tanto alla sprovvista che non era riuscita ad amarla come il resto del mondo.

Dopo la separazione dei suoi genitori, quando aveva 16 anni, sua madre aveva sposato un famoso avvocato monegasco, e insieme a sua figlia si erano trasferite da Roma presso la residenza del nuovo coniuge.

Il che aveva destato scalpore per tutta la città.
Il padre di Aurora era infatti un famoso architetto molto conosciuto in Italia e nel Principato, così come in Francia, e ovviamente la sua separazione dalla moglie aveva smosso un certo interesse tra la popolazione, compresa quella monegasca.

Aurora non era riuscita a sopportare tutte le attenzioni mediatiche scoppiate a Montecarlo, per cui era andata New York a 19 anni, per seguire le orme di suo padre nel mondo dell'architettura.

E adesso, dopo 4 anni, una laurea in mano e pochi sogni da concretizzare, si ritrovava in quella città bellissima, ma con la quale aveva un rapporto amore-odio.

Si recò al solito bar dov'era abituata a fare colazione ogni mattina prima di andare a scuola.
Il suono della campanella all'apertura della porta attirò qualche sguardo, e Aurora trattenne quasi il fiato.

«Che cosa vedono i miei occhi!» disse Marie, la figlia della proprietaria del bar, ex compagna di classe di Aurora.
«Aurora Diana Frosini, che piacere rivederti» disse la monegasca andando ad abbracciare l'italiana.
«Ciao Marie, anche per me è un piacere rivederti» disse Aurora ricambiando l'abbraccio con un sorriso.

Marie la squadrò da capo a piedi.
«Sei impeccabile come sempre» le disse tornando dietro al bancone.
«Ehm, grazie» disse Aurora leggermente imbarazzata, portando il suo sguardo verso il basso, sulla sua figura.

Era sempre elegante, mai un capello fuori posto, mai un difetto evidentemente.

Eppure dentro ho difetti da vendere, pensò Aurora.

Si accomodò ad uno sgabello vicino al bancone, e iniziò a parlare con Marie di quello che le due avevano fatto in questi anni, ordinando un cappuccino.
Marie era stata una delle sue migliori amiche appena arrivata a Monaco, se non la migliore.

Il campanello che segnava l'ingresso di qualcuno nel locale fece voltare le due ragazze.

Ed Aurora rimase affascinata.

Entrò un ragazzo moro, dagli occhi chiari ma di un colore non identificabile da quella distanza, vestito in modo anche abbastanza leggero per essere a Dicembre.

Aurora continuò ad osservarlo, senza rendersi conto davvero che i suoi occhi erano ormai diventati due calamite, attirate da quel magnete mai visto.

«Chi è quel ragazzo?» chiese la ragazza a Marie.
«Non l'hai riconosciuto? Davvero?» disse Marie cercando di sviare il discorso.
«No ma ora voglio saperlo. Andiamo, dimmelo» disse Aurora portando lo sguardo sull'amica.
«Auri, vedi...quello è Charles» disse Marie cercando di trovare le parole giuste. Si limitò al nome del ragazzo, sapendo che la sua amica avrebbe capito tutto all'istante.

E in effetti, così fu:

Aurora si prese a schiaffi mentalmente.
Come aveva fatto a non riconoscerlo prima?
Quello, era Charles Leclerc.

FLASHBACK.
La musica alta del locale le rimbombava fortemente nelle orecchie.
Aurora se ne stava in disparte, a guardare la gente che si divertiva sulla pista da ballo.

«Cosa ci fa una bella ragazza come te qui da sola?» disse una voce alle sue spalle.
Aurora si voltò, inquadrando Charles Leclerc.
Uno dei ragazzi più belli di Monaco.

«Non balli?» le chiese il ragazzo sorridendo, facendo comparire sulle proprie guance due fossette.
«Non so ballare» rispose semplicemente la ragazza.
«Posso insegnarti?» disse porgendo una mano ad Aurora.

L'italiana all'inizio scosse la testa sorridendo, ma poi si arrese al volere del ragazzo e si fece trascinare in pista.

Ballarono a ritmo di musica, facendo avvicinare sempre di più i loro corpi.
Charles appoggiò le mani sui fianchi della ragazza, avvicinandola al suo corpo e facendo sfiorare i loro nasi.

Ed Aurora desiderava ciò: desiderava sentire le labbra di quel ragazzo sulle sue, di sentirsi bene con una persona, almeno per una notte.

Il suo desiderio si avverò, e la serata finì sulla spiaggia, a fare l'amore, tra baci e confessioni segrete.

Ed Aurora, non avrebbe mai pensato di finire così.

Di passare così la sua ultima notte a Monaco.

FINE FLASHBACK

WELCOME BACK | Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora